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Rassegna del 24 Agosto 2017
    

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Una cronologia italiana di storia dell’ambientalismo, dal 1853 al 2000


Giorgio Nebbia: «Uno straordinario documento che può dare coraggio. "Protest and survive", protestate se volete sopravvivere»

La Fondazione Luigi Micheletti di Brescia pubblica La cronologia di “altronovecento” dell’ambiente e dell’ambientalismo 1853-2000 realizzata da Luigi Piccioni con la collaborazione di Giorgio Nebbia e Pier Paolo Poggio. Si tratta del settimo “Quaderno” della rivista digitale “altronovecento” Qui di seguito la “Presentazione” dell’opera.

Questo impegnativo saggio di Luigi Piccioni è uno straordinario documento che permette di percorrere la lunga storia, un secolo e mezzo, dei progressi delle conoscenze della natura e dell’ambiente, della consapevolezza che molte azioni umane sono dannose agli ecosistemi da cui dipende la vita e la salute, e delle azioni e lotte rivolte a frenare o eliminare le violenze all’ambiente.

Come l’autore stesso racconta nella presentazione, la redazione della cronologia ha richiesto un lavoro lungo e faticoso e varie edizioni fino all’attuale.

Si trattava di decidere quali eventi sono stati significativi, di circoscrivere i territori da considerare, se trattare eventi internazionali o nazionali; si trattava di scegliere, fra le migliaia di opere, quelle di cui suggerire la lettura per un particolare evento.

A chi poi volesse approfondire le conoscenze, l’autore offre un esauriente elenco di altre cronologie ambientali riferite a particolari aree geografiche, a particolari periodi, redatte con l’attenzione ad una o all’altra forma di violenza – alle aree protette piuttosto che agli inquinamenti chimici – a come la difesa della natura è stata recepita dai vari movimenti politici che hanno attraversato l’Europa e l’America in un secolo e mezzo caratterizzato anche da terribili guerre, anch’esse fonti di violenza alla natura.

Con il suo intreccio fra eventi, libri e film la cronologia qui presentata è uno stimolo a cercare e rileggere le fonti originali, spesso dimenticate, e offre anche una lezione di umiltà: è possibile così riconoscere che molti segni dei mutamenti dell’ambiente, fonti di guasti e di costi finanziari, erano stati segnalati anni o decenni prima, ignorati, spesso ridicolizzati dalla maggior parte delle persone, talvolta dagli stessi studiosi, sottovalutati all’inizio e poi esplosi in maniera violenta.

Un esempio è offerto dalle modificazioni climatiche previste alla fine dell’Ottocento come conseguenza dell’immissione nell’atmosfera di alcuni gas di origine antropica; quando tali modificazioni climatiche si sono manifestate in forme vistose, negli ultimi decenni del Novecento, era tardi per porvi rimedio se non con palliativi.

Un altro esempio è offerto dalla consapevolezza dei “limiti” delle risorse naturali, della fertilità del suolo e dello stesso pianeta. Ne avevano parlato gli agronomi dell’Ottocento, ne avevano descritto il meccanismo i biologi matematici nei primi decenni del Novecento, ma è stato il libro sui “Limiti alla crescita” nel 1972 che ha fatto scoprire il fenomeno a tutto il mondo, spingendo ad elaborare la teoria di un possibile sviluppo “sostenibile”, la ricerca dell’“impronta” ecologica delle attività umane, eccetera.

Altre violenze ambientali sono state scoperte molto tempo dopo che si sono manifestate: l’intossicazione da mercurio, la velenosità del piombo tetraetile, la pericolosità dell’amianto, la diffusione planetaria dei pesticidi.

Un altro aspetto che emerge dalla lettura della cronologia riguarda i molti casi in cui la richiesta di difesa della natura e dell’ambiente si è scontrata con potenti interessi finanziari, della speculazione edilizia, dell’agricoltura industriale, delle industrie, impegnati a minimizzare i pericoli denunciati.

La cronologia è utile per coloro che amano la natura e sono impegnati nella sua difesa; la lettura che simili iniziative nel passato ci sono state e hanno avuto successo può dare coraggio a continuare nella denuncia e nella protesta e speranza di successo. Davvero “Protest and survive”, protestate se volete sopravvivere.

 

Fonte: Greenreport.it, 4 Agosto 2017




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