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Rassegna del 24 Agosto 2017
    

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Vuoi fare qualcosa per l’ambiente? Ecco un piccolo manuale.


PICCOLO MANUALE PER COMPORTAMENTI SANI, CORRETTI, ECOLOGICI

Il singolo cittadino può adottare comportamenti responsabili e rispettosi dell’ambiente, l’esempio infatti insegna più delle parole. Esistono delle semplici norme che, se adottate, attivano un processo di cambiamento. Se ne riportano alcune fra quelle più semplici e alla portata di tutti.

1. L’imballaggio oggi è eccessivo. Evitare il package inutile. Non comprare il cibo nelle vaschette di plastica nei negozi e nei supermercati, perché esse non si decompongono nelle discariche e, se si bruciano, a temperatura al di sotto di una certa soglia possono produrre sostanze tossiche come diossina e furani. In generale sono da scartare il tetrapak, il polistirolo, la plastica e l’alluminio, che troppo spesso finiscono nei prati, nei boschi, nei fiumi e nelle discariche. È bene ricorrere a imballaggi ridotti e con materiale riciclabile, come carta, vetro e le nuove bioplastiche.

2. Bere acqua dell’acquedotto, salvo che vi sia un problema di inquinamento accertato. Non ha senso comprare l’acqua minerale ovunque, perfino in montagna, nelle località turistiche e termali. I gestori potrebbero inviare insieme alle bollette le caratteristiche dell’acqua del rubinetto, come si legge sulle etichette delle bottiglie.

3. Evitare il più possibile di usare piatti, posate, bicchieri e bottiglie di plastica. Circa la metà del volume della spazzatura è composto di plastica e rivestimenti (package) che si può ridurre utilizzando normali bicchieri di vetro, piatti e posate, tutti oggetti riutilizzabili semplicemente lavandoli.

4. Per le mani usare sapone naturale, di Marsiglia o di Aleppo (a scaglie o in saponette), evitando qualsiasi contenitore “usa e getta”. Si può anche fare il sapone da sé (le ricette sono facilmente reperibili) per essere sicuri che non ci siano additivi.

5. Usare detersivi ecologici per i bagni, i piatti, i vestiti, che in commercio si trovano con il marchio Ecolabel (simbolo della “margherita”), o per lo meno privi di fosfati, sbiancanti ottici, enzimi e profumi sintetici. Prestare attenzione per il sapone delle lavatrici cercando di non utilizzare troppo sbiancanti, candeggianti, ammorbidenti, anticalcare e altre sostanze non biodegradabili, come i tensioattivi cationici (5-15%), che sono ammorbidenti (si attaccano alle fibre dando al bucato una maggiore morbidezza). È preferibile inoltre usare detersivi sfusi, per evitare di acquistare sempre nuovi contenitori usa e getta. 

6. Moderare l’uso del veicolo privato a favore del mezzo pubblico, della bicicletta e degli spostamenti a piedi.

7. In autostrada ridurre la velocità e viaggiare a 90-100 Km/h per ridurre le emissioni ed il consumo di carburanti.

8. Quando si deve cambiare l’auto è bene indirizzarsi su quelle che inquinano meno, caratterizzate da consumi ridotti e da piccole dimensioni. Per chi abita in montagna è generalmente sufficiente una 4x4 a trazione integrale, preferibile ad un fuoristrada che, essendo molto più pesante, inquina e consuma molto di più. 

9. Applicare il principio della condivisione volontaria delle risorse fra vicini di casa, riscoprendo amicizia, socialità e solidarietà.

10. Seguire la via della moderazione nei consumi e adottare stili di vita basati su semplicità e sobrietà.

11. Privilegiare il riutilizzo, la riciclabilità, il risparmio energetico, l’accumulo delle fonti naturali (l’acqua piovana, le foglie e rifiuti organici per fare concimi naturali, ecc...). 

12. Evitare l’importazione di cibi che si possono produrre in loco, per favorire i cibi genuini, biologici, locali, freschi e di stagione, nonché per ridurre lo sbilancio energetico e l’inquinamento dovuto al trasporto.

13. Moderare il consumo di carne privilegiando frutta, verdure, cereali, formaggi, ecc…

14. Adottare la raccolta differenziata dei rifiuti. Stare attenti alle batterie, devono essere gettate negli appositi contenitori.

15. Rispettare l’ambiente e la natura tenendo puliti boschi, sentieri, prati, alvei dei fiumi.

16. Utilizzare vernici naturali, anziché chimiche, per le case e ambienti di lavoro. Evitare additivi come antimuffe, cercando di rimuovere le cause anziché gli effetti di umidità.

17. Utilizzare nelle case di campagna cucine economiche a legna per riscaldare l’ambiente e per cucinare torte, pane fatto in casa, pizze, pasta, verdure, ecc...

18. Usare lampade a basso consumo ed elettrodomestici a basso consumo.

19. Non lasciare in attesa (standby) PC e altri dispositivi quando non si utilizzano, per non sprecare energia elettrica. È anche una delle regole da rispettare per le normative sulla sicurezza (prevenzione antincendio).

20. Usare il più possibile concimi organici, compost di foglie, cenere, lupini, ecc…, anziché chimici, come pesticidi, che sono una delle cause della morte delle api (nel 2008 si è stimato che ne siano morte il 40% nel mondo).

21. Regolare il termostato degli impianti di riscaldamento in casa e in ufficio a 17-18°C, per ridurre i consumi di energia.

22. Privilegiare consumo di prodotti locali, per evitare la distribuzione che è molto dissipativa ed energivora. 

23. Riscoprire l’arte di fare le cose da sé, come conserve, pane, marmellate, torte e biscotti. È buona regola anche fare amicizia con i vicini di casa e intraprendere degli scambi: ognuno può dare quello che sa fare, uno la salsa di pomodoro, un altro la marmellata per tutti, un’altra i dadi vegetali, un’altro ancora va a fare la spesa per più famiglie. 

24. Utilizzare a turno il car-sharing, anziché l’auto da soli, per andare a lavoro o a scuola. 

25. Evitare gli sprechi di acqua.

26. Evitare il più possibile i prodotti “usa e getta”, compresi i pannolini. Quanto a vestiti, scarpe, oggetti vari, giocattoli, la regola è: scambiare, riparare, riutilizzare, riciclare. È buona regola cercare di produrre meno rifiuti possibili e di riciclarli il più possibile. Il miglior regalo è quello prodotto con le proprie mani e con la propria testa. 

27. Moderare l’uso di veicoli molto energivori. Lo Wuppertal Institute sostiene che il biglietto aereo, se si tenesse conto dei costi per i danni ambientali, dovrebbe essere dieci volte più caro.

28. Evitare gli sprechi di carta e l’eccessivo uso di fotocopie. 

29. Preferire ventilatori a impianti di condizionamento. 

30. La casa ecologica è quella che consuma il minimo di energia: non troppo grande, sobria, coibentata, con il minimo indispensabile di elettrodomestici e ad alto risparmio energetico, con lampadine ad alto rendimento, cucina economica, ecc... 

31. Moderazione nel donare giocattoli ai bambini, privilegiando quelli semplici che stimolano la fantasia, la creatività e la manualità.

32. Evitare bibite e merendine dei distributori automatici, sostituendole con panini fatti a mano per evitare di disperdere inutilmente nell’ambiente contenitori ed involucri. Un’alimentazione più sana è buona prevenzione anche per la salute umana.

33. Recuperare l’olio usato per cucinare come biocarburante.

2) Cosa può fare di concreto l’umanità per l’ambiente?

1. Ridurre entro il 2030 le emissioni di CO2 di almeno il 70-80% rispetto a quelle riferite al 1992, data di riferimento del Summit di Rio De Janeiro. Gli obiettivi sono ridurre l’aumento di effetto serra e stabilizzare la concentrazione di anidride carbonica. Occorre un nuovo accordo internazionale nel quale siano specificati i tempi da rispettare e le sanzioni per gli inadempienti. I costi economici e sociali saranno alti, perché finora si è fatto poco, non si è programmato un passaggio graduale verso una economia biosostenibile basata sulla moderazione nei consumi e la condivisione volontaria delle risorse.

2. Ricercare nuovi sistemi di propulsione per gli aerei. Obiettivo: ridurre l’inquinamento atmosferico. 

3. La minaccia della contaminazione dell’atmosfera terrestre è un fattore unificante per l’umanità. Si può fare leva su questo aspetto per giungere ad altri accordi internazionali. 

4. Le città stanno diventando delle camere a gas, pericolose per la salute fisica e mentale. Imporre l’accesso in città solamente a veicoli privati e pubblici a impatto zero entro il 2015-2020.

5. Ridurre la dipendenza dai combustibili fossili, pilotando progressive misure di contenimento dei consumi e di risparmio energetico. L’obiettivo, oltre l’abbattimento delle emissioni di anidride carbonica (gas serra), è la riduzione delle polveri a bassa e ad alta quota e di altri inquinanti pericolosi come il benzene. Ci sono nuvole di polveri ormai permanenti che stazionano sopra i Paesi industrializzati. A Pechino non si vede più il sole per 365 giorni all’anno, si riesce a vederlo ad almeno 250 km dalla capitale. 

6. Premiare le buone idee innovative, sostenibili e congruenti con le risorse del pianeta, per favorire la ricerca.

7. Creare un’agenzia internazionale per l’ambiente. L’obiettivo è coordinare gli sforzi mondiali sulla ricerca, sul risanamento ambientale e sulla prevenzione.

8. Destinare almeno il 5% dei bilanci nazionali sui fondi per l’ambiente. Il risanamento ambientale e la ricerca hanno necessità di fondi, si possono reperire tagliando, per esempio, le spese militari.

9. Creare un fondo internazionale per l’ambiente per aiutare i Paesi più poveri nelle opere di risanamento ambientale e territoriale. 

10. Partendo dalle bioplastiche si può ridisegnare l’intero sistema che prevede assorbimento di CO2, aumento di compost, sacchetti per la spesa riciclabili e utilizzati per il compost, ecc…

11. È criminale chi non rispetta le leggi internazionali per la salvaguardia ambientale, i trasgressori vanno perseguiti ovunque si trovino nel mondo. Si devono stabilire regole e pene, abolire le oasi fiscali e giudiziarie, stabilire i reati contro l’ambiente, come lo è stato fatto per i crimini di guerra e per le violazione dei diritti umani.

12. Vincere i deserti piantando alberi in Mauritania, Mali, Marocco, Algeria, Libia, Egitto, Arabia Saudita, ecc…, affinché i venti che spirano dall’Africa sull’Europa, sempre più frequenti e insistenti, siano meno caldi. In questo modo si potrebbe mitigare l’aumento termico delle acque del Mediterraneo, della terraferma e dell’aria nel sud Europa e nell’Africa sopra l’equatore. Ci sono piante che resistono alla siccità, come palme, cactus, jatropha, ecc… Questo si può fare solo se si ha energia per i dissalatori, “pompare” e distribuire acqua non salata, per irrigare cactus, palme ecc... Tale energia può essere ottenuta con impianti fotovoltaici nei deserti. In una seconda fase, una volta che è aumentata l’umidità e le piogge locali, si può prevedere la sostituzione con altri alberi, come le conifere e con campi per la produzione agricola. Dissalatori solari dovrebbero fornire l’acqua necessaria per l’irrigazione. Gli impianti di pompaggio ad energia solare dovrebbero portare l’acqua dal mare ai dissalatori e da questi alle aree da irrigare. Il tutto va progettato studiando sul luogo la composizione del terreno per la scelta delle piante più opportune per quelle condizioni climatiche e della terra. Zone oggi desertiche per le alte temperature potrebbero di conseguenza essere rese abitabili piantando alberi, come ha già dimostrato Israele. In tale caso aumenta l’umidità, piove di più, il clima si mitiga, è possibile per l’uomo costruire città e pilotare una migrazione verso queste nuove zone nei secoli futuri.

13. Cinture verdi (green belt) attorno alle città, ad anello, con una larghezza di diversi chilometri. Le città che hanno conservato una significativa cintura verde hanno un clima più favorevole, perché in assenza di vento vero e proprio si forma un venticello termico, una brezza (tra la zona verde, più fresca, e quella cementificata, più calda). Esempi nel mondo sono Francoforte e Londra. La brezza è importante contro l’afa dei mesi estivi, ma è fondamentale anche per disperdere gli inquinanti dell’aria. 

14. Inventario mondiale georeferenziato delle sorgenti emissive di inquinanti e contabilizzazione dei consumi, esame dei costi/benefici/danni degli impianti e delle sorgenti emissive per realizzare una mappatura mondiale dell’inquinamento.

15. Sanzioni molto più dure per le petroliere che lavano le cisterne in mare. La legge severa dei Paesi che si affacciano sul Mar Rosso fa sì che le petroliere non praticano questo reato contro l’ambiente. Ma appena entrano nel Mar Mediterraneo, dove la legislazione dei Paesi circostanti è molto blanda, con le foto scattate dai satelliti geostazionari si evidenziano le scie di sostanze oleose di tutte le petroliere che lavano direttamente in mare le loro cisterne. L’anidride carbonica è assorbita dal plancton vegetale marino, che libera ossigeno nell’atmosfera. Il fitoplancton è minacciato dall’inquinamento marino e dai raggi ultravioletti che arrivano in maggiore quantità se si riduce la pellicola protettiva di ozono stratosferico. Il sequestro delle petroliere che inquinano in questo modo è probabilmente l’unico deterrente per scoraggiare questa abitudine consolidata e diffusa, anche davanti all’Italia. Contrariamente a quanto generalmente si pensa, il petrolio disperso ogni anno in mare dall’affondamento delle petroliere rappresenta solo il 15%, tutto il resto proviene dalla ripulitura delle cisterne in mare.

16. Piantare due alberi per ogni albero tagliato o bruciato: occorrono 30 anni per ricostruire un bosco e in questo modo si può pianificare un recupero delle superfici boschive su scala planetaria.

17. Creare una forza d’intervento rapido in Europa per combattere gli incendi e per azioni di protezione civile.

18. Realizzare un catasto georeferenziato delle aree bruciate, altrimenti è inapplicabile la legge che impedisce l’edificabilità in aree bruciate per almeno 15 - 20 anni. 

19. L’aumento di effetto serra si contrasta anche piantando alberi scegliendo, dove possibile, le specie più opportune. Ad esempio lecci e querce sono buoni assorbitori di anidride carbonica. 

20. In Italia era uscita una legge che imponeva di piantare un albero per ogni bambino che nasce: controllare tale adempimento e sollecitarlo dove non sia rispettato. Tutte le Regioni italiane hanno iniziato a riforestare, ma è un modo per creare un legame ideale fra bimbi e alberi; ha un valore educativo.

21. I boschi bruciati devono essere tagliati per facilitare la ricrescita delle specie autoctone; nel caso delle conifere devono essere ripiantate. 

22. Le foreste sono patrimonio dell’umanità: vanno salvaguardate e protette alla pari di tutte le altre risorse. Bruciare boschi è un crimine contro l’umanità, va perseguito ovunque nel mondo, come la deforestazione incontrollata.

23. Incrementare la flotta di aerei antincendio, progettando nuove tipologie di idrovolanti con più grandi capacità di carico.

24. La Terra è un’astronave, ne segue che tutti i consumi, di risorse, di aree verdi, di acqua, di energia, di territorio, di materie prime, devono essere ispirati a principi di moderazione, di sostenibilità, di equità e giustizia. L’equipaggio di questa bioastronave è l’umanità, che è unica e indivisibile. Occorre perciò il riconoscimento politico e giuridico dell’umanità, per una strategia di sviluppo globale, coerente con l’ambiente limitato nel quale viviamo. Devono essere tutelati i diritti delle generazioni presenti e di quelle che verranno ad una vita dignitosa ed accettabile.

Fonte: marcobresci.it, Agosto 2017

 




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Rassegna del 24 Agosto 2017
 
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