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ISSUE 308

Rifiuti urbani: produzione in calo

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Rifiuti urbani: produzione in calo

I rifiuti urbani prodotti in Italia nel 2019 sono circa 30 milioni di tonnellate, dato in lieve calo rispetto al 2018 dello 0,3% (-80 mila tonnellate). Incremento solo nel nord Italia, con quasi 14,4 milioni di tonnellate di rifiuti, dello 0,5% rispetto al 2018, mentre è in calo al Centro (-0,2%) con circa 6,6 milioni di tonnellate evidenzia e al Sud (-1,5%) con 9,1 milioni di tonnellate. I dati sono riportati nel Rapporto Rifiuti Urbani Ispra edizione 2020.

 

PRO CAPITE
Ogni cittadino italiano, in un anno, ha prodotto circa 500 chilogrammi di rifiuti.
I valori più alti di produzione pro capite al Centro con 548 chilogrammi per abitante; al Nord la produzione media è di circa a 518 chilogrammi per abitante, (+2 kg per abitante rispetto al 2018) mentre al Sud è di 445 kg per abitante, (- 4 kg).
La produzione pro capite più elevata si conferma in Emilia Romagna, con 663 chilogrammi per abitante per anno, in crescita dello 0,3% rispetto al 2018.
Le altre regioni con un pro capite superiore a quello medio nazionale sono Toscana, Valle d’Aosta, Liguria, Marche, Umbria, Lazio e Trentino Alto Adige.

 

LIVELLO REGIONALE
Tra il 2018 e il 2019, ben 13 regioni italiane, in particolare quelle meridionali, fanno rilevare un calo della produzione dei rifiuti urbani. I maggiori decrementi si osservano per il Molise (- 4,5%), la Sicilia (-2,6%) e la Calabria (-2,3%).
Aumenta invece la produzione nelle regioni settentrionali, ad eccezione di Piemonte e Liguria, mentre al Centro solo il Lazio evidenzia un incremento della produzione di RU (+0,4%).

 

LIVELLO PROVINCIALE
Le tre province che producono più rifiuti sono in Emilia Romagna: Reggio Emilia, con 774 kg per abitante per anno, Rimini con 755 kg e Ravenna con 752 kg.
Sono tutte localizzate nel sud Italia le province con i più bassi valori di produzione pro capite: Potenza con 322 kg, Enna con 329 kg e Avellino con 355 kg. Al Centro, Frosinone, con un pro capite di 368 kg, è l’unica provincia con una produzione sotto i 400 kg/abitante.

 

PRODUZIONE E PIL
Rispetto al 2018, c’è stato un disallineamento tra l’andamento della produzione dei rifiuti e quello degli indicatori socio-economici (PIL e spesa per consumi finali sul territorio economico delle famiglie residenti e non residenti). Nel 2019, infatti, il prodotto interno lordo e la spesa delle famiglie fanno registrare un incremento pari, rispettivamente, allo 0,3% e allo 0,6%, mentre la produzione dei rifiuti mostra un lieve calo (-0,3%).RACCOLTA DIFFERENZIATAAumenta ancora la raccolta differenziata nel 2019: +3,1 punti rispetto al 2018, raggiungendo il 61,3% della produzione nazionale; dal 2008 la percentuale risulta raddoppiata. La raccolta passa da circa 9,9 milioni di tonnellate a 18,5 milioni di tonnellate.

 

LIVELLO REGIONALE
Il Sud supera per la prima volta il 50% di raccolta differenziata confermando il trend di crescita degli ultimi anni, con un aumento della percentuale di 4,5 punti. I maggiori incrementi in Molise (+12 punti) e Sicilia (+9 punti), seguite dalla Sardegna (+6,3), dalla Puglia (+5,2) e dall’Abruzzo (+ 3,1).
Nel 2019 superano l’obiettivo del 65% di raccolta differenziata, fissato al 2012 dalla normativa, ben 8 regioni: Veneto (74,7%), Sardegna (73,3%), Trentino Alto Adige (73,1%), Lombardia (72%), Emilia Romagna (70,6%), Marche (70,3%), Friuli Venezia Giulia (67,2%) e Umbria (66,1%).
Al di sopra del 60% la Valle d’Aosta (64,5%), il Piemonte (63,2%), l’Abruzzo (62,7%) e la Toscana (60,2%).
Inferiore al 50% risulta la raccolta in Basilicata (49,4%) e Calabria (47,9%). La Sicilia rimane al di sotto del 40%, pur facendo registrare un aumento di 9 punti rispetto al 2018 (dal 29,5 al 38,5%).

 

LIVELLO PROVINCIALE
Come negli anni precedenti, i livelli più elevati di raccolta differenziata sono stati nella provincia di Treviso, che nel 2019 si attesta all’87,7%, seguita da Mantova (86,8%), Belluno (84,4%) e Pordenone (81,5%).
I livelli più bassi di raccolta differenziata si osservano per le province di Palermo (29%, nel 2018 19,9%), Crotone (30,8%, a fronte del 27,3% del 2018), Messina (32,8%, nel 2018 28,7%) e Foggia (34,1%%, nel 2018 33%).

 

LA DIFFERENZIATA NELLE CITTA’METROPOLITANE
Tra le città metropolitane, la percentuale più elevata di raccolta si rileva a Cagliari con il 71,4% (+13,6 punti rispetto al 2018); Venezia si attesta al 70,9% e al di sopra del 60% si collocano Milano, Bologna, e Firenze (rispettivamente 67,4%, 65,5% e 64,8%). La Città metropolitana di Roma Capitale raggiunge il 51,2%. Il valore più basso, 29%, si registra per Palermo che, in ogni caso, fa rilevare, nell’ultimo anno, un incremento di 9,1 punti (19,9% nel 2018).

I CAPOLUOGHI PIU’ VIRTUOSI
I comuni capoluogo con percentuali di raccolta differenziata più elevate sono Treviso che raggiunge 86,9%, Ferrara con l’85,9% e Pordenone con 85,5%.
Le città più indietro e ancora sotto al 20% sono Messina con il 18,8%, Palermo con il 17,4%, Taranto con il 16%, Catania con il 14,5% e Crotone con l’11%.

COSA SI DIFFERENZIA
L’organico si conferma la frazione più raccolta in Italia. Rappresenta il 39,5% del totaleanche se nel 2019 fa registrare un aumento (+3,1%) più contenuto rispetto a quello del precedente biennio (+6,9% tra il 2017 e 2018). Carta e cartone rappresentano il 19,1% del totale; segue il vetro con il 12,3% e la plastica che rappresenta l’8,3% della raccolta che fa registrare una crescita del 12,2%, con un quantitativo complessivo pari a oltre 1,5 milioni di tonnellate. Il 94% dei rifiuti plastici raccolti in modo differenziato è costituito da imballaggi.

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