La Newsletter di ESO
ISSUE 320

La perdurante stagnazione delle rinnovabili in Italia

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La perdurante stagnazione delle rinnovabili in Italia

Se per ogni parola dedicata all’aumento delle rinnovabili crescesse un nuovo KW installato, saremmo leader mondiali. Si parla molto, infatti, dell’impegno per il clima, a livello internazionale, europeo e anche in Italia. Dell’aumento del target di riduzione dei gas serra al 2030 per mettersi sulla strada della neutralità climatica.

 

Per le sole rinnovabili elettriche dovremmo installare altri 70 GW, per la gran parte di impianti eolici e fotovoltaici, nei prossimi 10 anni: con una media di 7 nuovi GW all’anno. Sarebbe bene avere maggiore consapevolezza del fatto che, nonostante  tutto questo gran parlare,  i dati indicano una perdurante stagnazione: il cambio di passo nella crescita delle rinnovabili in Italia, per ora, non c’è.

 

Dal 2015 al 2020 la potenza installata degli impianti per produrre elettricità da fonti rinnovabili è cresciuta solo da 51,5  a 56,3 GW, in media circa 1GW in più l’anno. Nel 2020 l’installazione di nuovi impianti per l’energia rinnovabile è addirittura diminuita rispetto al 2019: da circa 1,2 GW a 0,8 GW,con un calo del 33%; l’eolico è calato dell’81% e il fotovoltaico del 17%.

 

La pandemia causata dal Covid ha certo avuto il suo peso nel calo delle rinnovabili del 2020. Ma non si poteva evitare, o almeno limitare, un simile calo? Anche nel resto d’Europa c’è stata la pandemia, ma la potenza dei nuovi impianti eolici e fotovoltaici non solo non è diminuita, ma è aumentata: da 27,8 a 29,7 GW, con una crescita del 6,8%.

 

Anche a livello mondiale, nonostante la pandemia, la potenza installata degli impianti fotovoltaici nel 2020 è cresciuta a 760 GW, con 139 GW in più del 2019, con un aumento del 22,3%, e quella degli impianti eolici è cresciuta a 743 GW, con 93 GW in più del 2019, con un aumento del 14,3%. Tenendo ben presente che dal 2010 al 2020 il costo della generazione dell’elettricità rinnovabile da fotovoltaico è calato dell’85% e quello dell’eolico del 54% (REN 21).

 

Che ci sia stato ben altro, oltre alla pandemia, a frenare in Italia lo sviluppo delle rinnovabili risulta ben chiaro dal fatto che con 5 bandi, da ottobre 2019 a marzo 2021, sono stati messi all’asta 5.320 MW di impianti per rinnovabili, ma ne sono stati allocati solo 1.705 MW, pari al 32%. Per essere in traiettoria con il nuovo target al 2030 occorrerebbe raddoppiare il valore delle aste e andrebbe allocata tutta la nuova potenza incentivata disponibile, e non meno di un terzo, come è accaduto finora.

 

Quali sono i problemi da risolvere per cambiare passo? Sono diversi: di programmazione, di coinvolgimento delle Regioni e dei Comuni e di procedure. Per esempio: il DM 4 luglio 2019 per le rinnovabili prevede che, se l’impianto non entra in esercizio nei tempi previsti, subisca una decurtazione della tariffa  incentivata. Visti i tempi lunghi e le difficoltà ad avere le autorizzazioni per gli impianti, l’alta probabilità della decurtazione della tariffa incentivata scoraggia la partecipazione  alle aste.

 

Proprio in questi giorni è all’esame del Parlamento il decreto sulle semplificazioni. Speriamo che si intervenga in modo efficace anche sulle procedure per le autorizzazioni per gli impianti, per le aste delle quote incentivate e per le altre misure necessarie per metterci al passo nella realizzazione di nuovi impianti per le rinnovabili con il nuovo target per il clima al 2030.

 

Edo Ronchi

 

 

Photo: Cornell Frühauf

 

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