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lanuovaecologia.it
A Pomaretto, piccolo Comune di mille abitanti nelle Alpi Cozie, la cooperativa La Foresta ha trasformato una preesistente rete di teleriscaldamento a metano alimentandola con legno locale. Con benefici tangibili per tutta la comunità locale
Il caro bollette delle ultime settimane prosciuga e prosciugherà non solo le tasche di moltissime famiglie italiane, ma anche i bilanci di tanti Comuni. I Comuni non vengono quasi mai nominati sul tema, ma i loro bilanci ne risentiranno pesantemente, poiché mantenere aperte palestre, scuole, centri di aggregazione da quest’anno costerà molto di più. E la situazione è ancor più grave nei Comuni montani, sia per i bilanci modesti, sia per il clima rigido. Le compensazioni economiche a debito appaiono essenzialmente un palliativo, tanto necessario quanto temporaneo.
“La soluzione deve essere strutturale non temporanea” dice Marco Bussone, presidente nazionale di Uncem, l’Unione degli enti montani. Qualche Comune la soluzione strutturale l’ha pensata e adottata in anticipo sull’aumento delle bollette, rendendo un servizio non solo alle proprie casse, ma anche a quelle dei cittadini. È successo a Pomaretto (To), un piccolo Comune di mille abitanti nelle Alpi Cozie dove Giorgio Talachini, della cooperativa La Foresta, che ha realizzato l’intervento, dice: “Abbiamo trasformato una preesistente rete di teleriscaldamento a metano alimentandola con legno locale. A quattro anni dalla riconversione, abbiamo utilizzato sempre ed esclusivamente biomassa da alberi che crescevano a non più di 20 km di distanza, impiegando in gran parte scarti di segheria e comunque solo materiale a cui non è possibile dare un impiego più durevole, secondo il principio di uso in cascata del legno”. La filiera e l’energia prodotta dall’impianto sono certificate Pefc, uno dei due principali standard di controllo della sostenibilità forestale, e invece che disperdere risorse verso paesi lontani forniscono introiti alla comunità locale per circa 75.000 euro all’anno. La rete di riscaldamento di Pomaretto consente oggi di contenere i costi per gli utenti: il Comune, la scuola, l’ospedale e vari condomini privati collegati alla rete. Questa non solo è una strategia attuabile in tempi relativamente rapidi, è anche un contributo concreto al mantenimento dei servizi sul territorio di montagna. Una strategia simile potrebbe risolvere anche le difficoltà di molti Comuni e piccole comunità poste nelle aree collinari e rurali di gran parte d’Italia. Certo in questo modo non si risolvono tutti i problemi nazionali legati all’energia, ma si riescono a creare condizioni migliori in molte aree che per altri versi sono economicamente marginali, ma presidiate da veri e propri custodi del territorio.
Per avere una misura della portata di iniziative come quella di Pomaretto, ancora rare ma presenti e imitabili in varie parti d’Italia, basti sapere che a gennaio 2022 il Comune ha dovuto aggiornare la tariffa dell’energia termica applicando un incremento del 6% a fronte del 50% del metano. È quindi chiaro che per molti Comuni di montagna, collina e area rurale gli impianti e le piccole reti di teleriscaldamento a biomasse legnose locali sono un modo per crearsi un futuro energetico rinnovabile e protetto da imprevedibili oscillazioni dei costi. In questi casi il difficile per i Comuni che volessero adottare tale strategia è trovare indicazioni corrette, progettisti e fornitori di combustibile. In Piemonte sono riusciti a sopperire a questo muro di difficoltà che talvolta impedisce ai Comuni di ottenere importanti economie, con l’apertura di uno sportello di servizio proprio sul tema dell’adeguamento energetico. L’ha proposto Legno Energia Nord Ovest (Leno), il progetto regionale di riferimento, finanziato con fondi dello sviluppo rurale, che assicura uno sportello informativo e di consulenza tecnica gratuita indirizzato agli Enti di montagna. “L’obiettivo dello sportello è dare supporto a progetti immediatamente attuabili con i fondi per l’efficienza energetica o del Pnrr” spiega Andrea Crocetta, co-coordinatore del progetto Leno. “Vogliamo favorire una rapida transizione dei sistemi energetici locali verso impieghi moderni e sostenibili del legno per energia. Per farlo è necessario trasformare le attuali criticità ambientali in opportunità, accompagnando un radicale mutamento d’approccio agli usi energetici delle biomasse legnose e indirizzandoli nettamente verso qualità, redditività locale, tutela dell’ambiente e della salute. Come a Pomaretto”.
In politica e nelle strategie nazionali si parla tanto di buone pratiche. Ecco, questa è una buona pratica che ci fa capire come la transizione energetica verso sistemi a minor impatto climatico, economico, ambientale e sociale sia già possibile. Il caro bollette può essere trasformato in un’opportunità per accelerare la transizione dalle fossili alle rinnovabili guadagnando in riduzione dei costi e stabilità.
Paolo Mori
componente del comitato scientifico di Legambiente
Photo: Günther Schneider
Rassegna del 18 Febbraio, 2022 |
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