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ISSUE 336

La riforma a metà del deposito su cauzione. Ecco a che punto siamo

economiacircolare.com

La riforma a metà del deposito su cauzione. Ecco a che punto siamo

Fatta la legge, manca il decreto attuativo: è il caso del deposito su cauzione, previsto nel decreto Semplificazioni e mai entrato davvero in funzione. Entro novembre 2021 il Ministero della Transizione Ecologica avrebbe dovuto emanare un regolamento per spiegarne funzionamento e tempistiche

 

Sempre più spesso in Italia il Parlamento emana norme che poi si fatica a portare ad applicazione concreta, perché il richiamo a successivi decreti ministeriali ‘di dettaglio’ è una facile scorciatoia che scarica l’ultimo miglio sui dicasteri. Così i regolamenti in attesa si accumulano e i tempi fissati dalla norma per l’emanazione quasi mai si rispettano. Tra i 333 decreti attuativi in attesa c’è anche quello del Mite che dovrebbe disciplinare il funzionamento del deposito su cauzione per migliorare il riciclo di imballaggi per bevande. A luglio 2021 un emendamento al decreto Semplificazioni del luglio 2021, poi convertito in legge, aveva aperto all’introduzione di un sistema di deposito cauzionale per imballaggi di bevande anche in Italia. Il problema è che da allora si attende ancora il decreto attuativo da parte del Ministero della Transizione ecologica.

 

È un’occasione da non perdere affinché nel nostro Paese, come già avviene in tanti altri Stati europei, si prenda reale familiarità con la sigla DRS (Deposit Return System o Scheme), con cui il deposito su cauzione è conosciuto in tutto il mondo, che sintetizza il sistema di raccolta selettiva nel quale chi compra una bevanda in bottiglia o in lattina paga un piccolo extra che gli sarà restituito quando avrà riportato indietro il contenitore. Si tratta di uno dei più efficaci esempi di economia circolare, perché recuperare i contenitori monouso per bevande significa sia garantire una migliore qualità del riciclo sia ridurre i rifiuti da imballaggio dispersi nell’ambiente. E, come ben sanno i lettori e le lettrici di EconomiaCircolare.com, il miglior rifiuto è quello che non si produce.

 

Lo scorso novembre l’associazione Comuni Virtuosi, insieme ad altre 15 ong, aveva chiesto al governo di far partire prima possibile un sistema efficace di deposito su cauzione. L’appello, rilanciato dalla nostra testata, è approdato poi in Parlamento grazie a un’interrogazione presso la Commissione Ambiente a prima firma del deputato M5s Generoso Maraia insieme ad Aldo Penna, autore dell’emendamento, poi riformulato dal governo, che ha introdotto la norma nel nostro ordinamento. Ieri è arrivata la risposta del governo, che però è apparsa interlocutoria. Vediamo perché.

 

“Senza il decreto attuativo la legge sul Drs è lettera morta”

 

“È chiaro ormai come la prevenzione nella riduzione del rifiuto sia il modo più efficace per incrementare l’efficienza delle risorse e ridurre l’impatto dei rifiuti sull’ambiente”. Comincia così l’interrogazione parlamentare che chiede i motivi del ritardo del decreto attuativo, tanto atteso, sul Drs. Viene poi citata la contestata direttiva Sup, che l’Italia vorrebbe applicare a modo proprio, la quale fissa “alcuni obiettivi minimo di riciclo che ogni Stato membro ha l’obbligo di raggiungere”.

 

In realtà il nostro Paese ha sì introdotto “l’istituzione obbligatoria di sistemi di deposito cauzionale” ma lo ha fatto soltanto per alcuni imballaggi – plastica, vetro e alluminio. Inoltre, come ricorda ancora l’interrogazione parlamentare, “entro novembre 2021 il Ministero della Transizione ecologica avrebbe dovuto adottare il regolamento attuativo al fine di stabilire modalità di funzionamento e tempistiche fissando, tra gli altri, gli obiettivi da raggiungere annualmente”.

 

Il timore è che, in mancanza del regolamento attuativo, “la modifica legislativa approvata rimarrà lettera morta”. Anche perché nel frattempo, come già citato in precedenza, il deposito su cauzione è attivo in mezza Europa e ha già fornito risultati lusinghieri. “La Germania, i Paesi Bassi e la Danimarca – ricorda il deputato Maraia – raggiungono il 90% della raccolta sia di Pet che di alluminio”.

 

“Estendere l’obbligo del deposito su cauzione a tutti gli imballaggi”

 

Dopo un ritardo di tre mesi rispetto al termine fissato par avere il decreto attuativo, ci si sarebbe aspettati dal MiTe una roadmap più dettagliata, la la sottosegretaria Ilaria Fontana, intervenuta a nome del dicastero, ha spiegato che il decreto attuativo, da realizzare “di concerto col Mise, presenta particolari complessità tecniche e organizzative perché in primis sembrerebbe riferirsi allo strumento del deposito cauzionale ai fini della raccolta per l’avvio al riciclo e non per le finalità previste dalla normativa europea che vedono il riutilizzo, secondo la gerarchia dei rifiuti, quale opzione ambientale nell’ordine delle priorità”.

 

Il Ministero, dunque, sembra evocare prima una “modifica normativa” del Decreto Semplificazioni che dovrà essere emanata “entro giugno 2022” e che dovrà estendere l’obbligo del deposito cauzionale “a tutte le tipologie e materiali di imballaggio riferibili tanto agli imballaggi primari che secondari e terziari”.

 

Inoltre il Ministero intende fare affidamento su uno studio condotto dall’Università Tor Vergata sui sistemi Drs europei già adottati e pubblicati e, allo stesso tempo, intende avviare un nuovo tavolo di consultazione con tutti gli operatori del settore: “il Conai, i sistemi autonomi degli imballaggi, Anci, le associazioni di categoria della distribuzione, del settore dell’industria alberghiera, nonché gli istituti tecnici di riferimento (Ispra e Iss) e il ministero concertante”.

 

“È molto importante che alla velocità dei tempi si affianchi l’efficacia della regolamentazione, prendendo spunto dalle migliori pratiche europee e internazionali e coinvolgendo nella sua messa a punto anche produttori e grande distribuzione, altrimenti non si otterranno i risultati raggiunti negli altri Paesi” hanno evidenziato Penna e Maraia commentando la risposta del Mite. “A questo proposito – hanno aggiunto -, abbiamo condiviso con la sottosegretaria l’esigenza di non estendere l’ambito di applicazione del deposito su cauzione agli imballaggi secondari e terziari, perché questo distoglierebbe l’attenzione dall’obiettivo di giungere a un riciclo di qualità, in chiave di economia circolare, di bottiglie e lattine in plastica, vetro e alluminio, proprio come avviene all’estero”.

 

Insomma, il lavoro da fare è ancora lungo e a preoccupare non sono soltanto i tempi ma anche l’effettiva efficacia del provvedimento che prima o poi, si spera, il ministero emanerà.

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