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ISSUE 339

Nuovo Piano europeo per realizzare l’economia circolare favorendo la produzione industriale di beni sostenibili.

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Nuovo Piano europeo per realizzare l’economia circolare favorendo la produzione industriale di beni sostenibili.

Il 30.03.2022 la Commissione europea ha pubblicato la proposta di aggiornamento in materia di tutela dei consumatori per consentire ai consumatori di accedere alla transizione verde. L’aggiornamento comporterà l’avvicinamento dei consumatori alle filiere di economia circolare, consentendo loro di adottare scelte informate e rispettose dell'ambiente al momento dell'acquisto dei loro prodotti.

 

I consumatori avranno il diritto di sapere la durabilità del prodotto e, ove possibile, se condizioni di riparabilità dello stesso.

 

Un ulteriore tassello essenziale alla crescita della filiera sostenibile, sarà offerto dalla riforma attraverso il rafforzeranno del sistema di comunicazione delle dichiarazioni ambientali, vietando le forme del c.d. "greenwashing" e le pratiche ingannevoli per i consumatori sulla durata di un prodotto.

 

Per attuare tali principi, la Commissione europea ha inteso prevedere l’obbligo per le imprese e i professionisti di fornire ai consumatori informazioni sulla durabilità e la riparabilità dei prodotti:

 

  • Durabilità: se il produttore di un bene di consumo offre una garanzia commerciale di durata superiore a due anni, il venditore deve fornire tali informazioni al consumatore. Per i beni che consumano energia, il venditore deve inoltre informare i consumatori quando il produttore non ha fornito alcuna informazione su una garanzia commerciale di durata.

  • Riparazioni e aggiornamenti: Il venditore deve inoltre fornire informazioni pertinenti sulle riparazioni, come il punteggio di riparabilità (se del caso), o altre informazioni pertinenti sulla riparazione messe a disposizione dal produttore, come la disponibilità di pezzi di ricambio o un manuale di riparazione. Per i dispositivi intelligenti e i contenuti e servizi digitali, il consumatore deve anche essere informato sugli aggiornamenti software forniti dal produttore.

 

Produttori e venditori decideranno il modo più appropriato per fornire queste informazioni al consumatore, sia sulla confezione che nella descrizione del prodotto sul sito web. In ogni caso, deve essere fornito prima dell'acquisto e in modo chiaro e comprensibile.

 

  • Divieto di greenwashing e obsolescenza programmata: la Commissione propone modifiche alla direttiva sulle pratiche commerciali sleali (Direttiva 2005/29/CE e s.m.i.). In primo luogo, verrà ampliato l'elenco delle caratteristiche del prodotto sulle quali un professionista non può indurre in errore i consumatori per includere l'impatto ambientale o sociale, nonché la durabilità e la riparabilità. Infine, la Commissione intende modificare la direttiva sulle pratiche commerciali sleali aggiungendo nuove pratiche all'elenco esistente delle pratiche commerciali sleali vietate, la cosiddetta «lista nera». Le nuove pratiche includeranno, tra gli altri:

  • Non informare sulle caratteristiche introdotte per limitare la durata, ad esempio un software che interrompe o declassa la funzionalità del bene dopo un determinato periodo di tempo;

  • Fare affermazioni ambientali generiche e vaghe in cui le eccellenti prestazioni ambientali del prodotto o del commerciante non possono essere dimostrate. Esempi di tali indicazioni ambientali generiche sono "rispettoso dell'ambiente", "eco" o "verde", che erroneamente suggeriscono o creano l'impressione di eccellenti prestazioni ambientali;

  • Fare un'affermazione ambientale sull'intero prodotto, quando in realtà riguarda solo un certo aspetto del prodotto;

  • Esporre un'etichetta di sostenibilità volontaria che non era basata su un sistema di verifica di terze parti o stabilita dalle autorità pubbliche;

  • Non informare che un bene ha funzionalità limitate quando si utilizzano materiali di consumo, pezzi di ricambio o accessori non forniti dal produttore originale.

 

Tali modifiche mirano a garantire la certezza del diritto per i professionisti, ma anche a facilitare l'applicazione dei casi relativi al greenwashing e all'obsolescenza precoce dei prodotti. Inoltre, garantendo che le dichiarazioni ambientali siano eque, i consumatori saranno in grado di scegliere prodotti che sono veramente migliori per l'ambiente rispetto ai loro concorrenti. Ciò incoraggerà la concorrenza verso prodotti più sostenibili dal punto di vista ambientale, riducendo così l'impatto negativo sull'ambiente.

 

Le proposte della Commissione verranno discusse dal Consiglio e dal Parlamento europeo. Una volta adottati e recepiti nella legislazione nazionale degli Stati membri, i consumatori avranno diritto a rimedi in caso di violazioni, anche attraverso la procedura di ricorso collettivo ai sensi della direttiva sulle azioni rappresentative (Direttiva (UE) 2020/1828).

 

Nell'elaborare la proposta, la Commissione ha consultato oltre 12 000 consumatori, nonché imprese, esperti in materia di consumatori e autorità nazionali, da cui è emerso che i consumatori si sono già trovati di fronte a pratiche commerciali sleali, che impediscono loro attivamente di fare scelte sostenibili. L'obsolescenza precoce delle merci, le dichiarazioni ambientali fuorvianti ("greenwashing"), le etichette di sostenibilità non trasparenti e non credibili o gli strumenti di informazione sulla sostenibilità si sono rivelate pratiche comuni.

 

Il 23 febbraio 2022 la Commissione europea ha inoltre adottato la sua proposta sulla due diligence sulla sostenibilità aziendale, che stabilisce regole chiare ed equilibrate affinché le imprese rispettino i diritti umani e l'ambiente e si comportino in modo sostenibile e responsabile. Parallelamente, la Commissione sta anche lavorando per sostenere le imprese attraverso la transizione verde, anche con iniziative volontarie come l'impegno per il consumo sostenibile.

 

 

 

Francesca Allocco

avvocato esperta nell'ambiente

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