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ISSUE 345

Dall’IEA una fotografia dell’Italia nel clima che cambia

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Dall’IEA una fotografia dell’Italia nel clima che cambia

Una temperatura in costante aumento che negli ultimi due decenni è salita ad un ritmo leggermente maggiore della media mondiale; una diminuzione delle precipitazioni con un intensificarsi di quelle estreme; fattori questi che potranno contribuire a una diminuzione del 40% del flusso d’acqua entro il 2080.

 

Gli indicatori di resilienza della politica climatica in Italia sono contenuti in un resoconto dell’Agenzia Internazionale dell’Energia (IEA), che mette sotto osservazione anche la resilienza climatica del settore energetico.  L’IEA sta esaminando numerosi Paesi per creare una mappa completa degli indicatori.

 

Entrando nei particolari dell’Italia, l’IEA sottolinea che la temperatura media annuale è aumentata a un tasso di 1 grado centigrado negli ultimi 100 anni, con il tasso di riscaldamento che ha accelerato negli ultimi 50 anni. Negli ultimi due decenni la temperatura dell’Italia è salita leggermente di più della media mondiale. Il riscaldamento è stato più marcato in estate e primavera, e in alta quota. È probabile che la temperatura media annuale dell’Italia continui a salire, provocando un aumento del numero di giorni estivi e notti tropicali entro la fine del secolo.

 

Allo stesso tempo, dice l’IEA, la piovosità media annua è leggermente diminuita. Dal 1800 al 2011 Sebbene gli eventi di precipitazioni basse e medie siano diventati meno frequenti, il numero di episodi le precipitazioni nelle regioni settentrionali italiane sono diminuite del 19% in estate e del 25% in autunno, mentre nelle regioni meridionali i cali maggiori si sono registrati in primavera (-22%) e in inverno (-12%). estremi ogni anno è aumentato in tutto il Paese. L’aumento della temperatura media, l’evapotraspirazione e la scarsa piovosità contribuiranno a una diminuzione del 40% del flusso d’acqua entro il 2080. Le forti precipitazioni sempre più frequenti potrebbero, inoltre, rappresentare una minaccia per la rete elettrica e il funzionamento delle centrali elettriche.

 

L’allarme siccità colpisce ormai tutto il pianeta, anche l’ultimo rapporto “Drought in Numbers” dell’UNCCD, sottolinea, infatti, come la siccità stia aumentando, a livello globale, dal 2000, e colpisca circa 55 milioni di persone ogni anno. Entro il 2050, le zone aride potrebbero coprire tra il 50 e il 60% di tutta la terra, compresa l’Italia, con circa tre quarti della popolazione mondiale che vive in queste aree in condizioni di grave scarsità d’acqua.

 

Tornando a quanto scrive l’IEA, l’Italia, dice l’Agenzia Internazionale dell’Energia, ha sviluppato politiche nazionali per il clima e l’energia che si concentrano chiaramente sulla resilienza climatica del settore energetico. “La sua Strategia nazionale di adattamento del 2015 –scrive- riconosce gli impatti climatici sul sistema energetico e si basa su impatti, vulnerabilità e misure di adattamento valutati a livello nazionale, il Piano nazionale di adattamento (bozza 2018) fornisce indicazioni con azioni concrete”. La strategia energetica nazionale 2017 e il piano nazionale per l’energia e il clima sottolineano poi, dice l’IEA, l’importanza della resilienza climatica del settore energetico per garantire la sicurezza energetica, e la strategia a lungo termine 2021 sulla riduzione delle emissioni di gas a effetto serra include anche alcune azioni per migliorare la resilienza climatica del settore energetico. Inoltre, il Piano nazionale per la ripresa e la resilienza dell’Italia 2021 contiene una misura legata agli interventi sulla resilienza climatica del settore energetico, con 0,5 miliardi di euro destinati proprio a migliorare la resilienza di circa 4 000 km della rete elettrica nazionale.

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