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ISSUE 345

Siccità, investire fondi Pnrr per iniziare a rifare la rete idrica nazionale tagliando lo spreco d’acqua

Le disponibilità idrologiche stoccate esistenti al momento sono già limitate del 30-35% rispetto alle medie del periodo

greenreport.it

Siccità, investire fondi Pnrr per iniziare a rifare la rete idrica nazionale tagliando lo spreco d’acqua

C’è poca acqua e non la possiamo e dobbiamo più sprecare: dopo un inverno siccitoso e scarsamente nevoso, in particolare sulle Alpi centro-occidentali, la situazione sta esponenzialmente peggiorando. Se è confermato che in certe aree della Padania occidentale non piove da 80 giorni e che la poca neve caduta sui nostri monti è totalmente fusa  –  talvolta sino ai 3400 metri di quota – e che la quota dello zero termico in questi giorni sta sfiorando i 4500m (con valori di temperatura che ieri hanno toccato i 5°C sulla vetta del Monte Rosa) c’è davvero da preoccuparsi.

 

Le “disponibilità” idrologiche “stoccate” esistenti al momento sono già limitate del 30-35% rispetto alle medie del periodo. Le temperature dell’aria raggiungeranno il valore massimo tra l’ultima decade di luglio nelle aree più distanti dal mare e la prima decade di agosto per quelle lungo le coste.  I nostri vicini della Francia stanno peggio. In Italia bisogna evitare una cattiva gestione delle reti idriche. Le soluzioni ci sono: ridurre la dispersone idrica della rete nazionale, una politica di sensibilizzazione a non sprecare acqua nelle case e non solo.

 

Le temperature occorse mediamente nel territorio italiano dall’inizio dell’anno sono state davvero elevate, con un generale surplus di circa un grado, ma il mese di maggio ha sfiorato l’anomalia positiva verificatasi nel maggio 2003 e quantificata rispetto all’ultimo trentennio 1991-2020 in circa 1.9°C. Ci siamo fermati a poco più di 1,8°C ed anche la prima metà del mese di giugno è stata contraddistinta da valori positivi dei valori medi che al momento rasentano l’eccezionalità climatologica. Ad esempio, nella giornata odierna in almeno 250 stazioni di rilevamento termometrico esistenti in Italia, si sono superati i 34°C, con picchi massimi di 38°C a Carbonia. Ma i conti si faranno a fine mese; anche in previsione di un imminente forte ondata di caldo prevista da oggi sino al prossimo week-end, dunque sembrerebbe auspicabile che le medie complessive del mese in corso saranno ancora una volta molto elevate. Consideriamo infine che sino ad ora che siamo stati “fortunati”, visto che nella vicina Francia sud orientali nella giornata di ieri sono stati battuti molti record termici assoluti e non mensili, con valori massimi sino ad oltre 43°C.

 

Quello che però preoccupa di più è la persistente mancanza delle precipitazioni organizzate. Un’ evidenza che persiste mediamente in molte aree del territorio nazionale da oltre un anno ma che in quest’anno meteorologico (che, ricordo, inizia il primo dicembre) evidenzia un deficit meteorico medio del 55% circa, con valori più elevati al nord (sino al 70% sulla porzione nord-occidentale del paese) e persino con qualche lieve controtendenza positiva all’estremo sud. E si pensi che la poca acqua caduta si è concentrata quasi ovunque in soli 15- 25 giorni.

 

Difficile comprendere senza un’accurata analisi scientifica basata su moltissimi parametri (o variabili) il perché di questo comportamento meteorico; fatto sta che dopo un inverno siccitoso e scarsamente nevoso, in particolare sulle Alpi centro-occidentali, la situazione sta esponenzialmente peggiorando anche e soprattutto in relazione alle elevate temperature che si stanno verificando. E non c’è proprio da ben sperare, viste le elaborazioni dei modelli numerici di previsione meteorologica a breve e medio termine.

 

Ora dobbiamo assolutamente concentrarci tutti su un concetto: c’è poca acqua e non la possiamo e dobbiamo più sprecare. Anche perché il futuro non sembrerebbe per nulla roseo e allora tutti noi dobbiamo tentare con piccole azioni quotidiane di mitigare la problematica e di adattarci alle nuove condizioni derivanti da un probabile nuovo clima. E soprattutto occorrono urgentemente progetti di un certo spessore – di cui noi tecnici parliamo peraltro da tempo –  che permettano di “disporre” in tempi più brevi possibili, di adeguate quantità di acqua per i più diversi settori di utilizzo. Per il bene nostro e soprattutto delle future generazioni.

 

Massimiliano Fazzini

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