Sport sostenibile, anche nei materiali tecnici

Lo sport come fattore di crescita e di aggregazione, di salute e di benessere, di riscatto sociale e non solo: soprattutto nella scelta dei materiali e dell’attenzione verso gli obiettivi di sostenibilità.

 

Oggi le aziende che producono materiali tecnici (scarpe, abbigliamento e attrezzatura varia) per le attività sportive outdoor stanno dimostrando una maggiore attenzione all’Ambiente e allo sviluppo di un modello di business più sostenibile, con qualche incursione nell’economia circolare.

 

È il caso di Asics Corporation, azienda giapponese che nel suo ultimo Report di Sostenibilità ha affermato come Persone e Pianeta siano i due pilastri fondamentali della propria strategia da qui al 2030.

 

Le persone, intese come i consumatori, i dipendenti ma anche, più in generale, i lavoratori impiegati all’interno della supply chain; il pianeta, nell’utilizzo di materiale riciclato e nella valorizzazione degli scarti e di una filosofia produttiva aperta all’introduzione di un approccio di tipo circolare.

 

In linea con l’Obiettivo 5, Parità di genere, Asics Corporation ha aumentato la percentuale di donne manager dell’1,17% a livello globale; oggi le donne in ruoli apicali rappresentano il 33,7% e l’ambizione dell’azienda è di raggiungere almeno il 35% nel 2023.

 

Più delicate le questioni legate alla supply chain, considerato quanto il settore sia esposto alle problematiche legate al lavoro forzato e allo sfruttamento dei migranti nei paesi in cui è delocalizzata la produzione.

 

In questo caso le prassi operative introdotte riguardano principalmente le politiche di acquisti green e responsabili e le attività di automonitoraggio del rispetto delle normative all’interno degli stabilimenti partner.

 

Per quanto riguarda lo sviluppo del prodotto, il 90% delle nuove scarpe da corsa è realizzato con materiali riciclati; in particolare, il 2021, anno di riferimento del Report, ha registrato un incremento dell’utilizzo del poliestere riciclato pari al 30%.

 

Inoltre, grazie al progetto Asics Reborn Wear l’abbigliamento sportivo ufficiale pensato per la squadra olimpica giapponese è stato realizzato con abiti riciclati donati da persone di tutto il Paese; alcune delle calzature sono state create partendo dagli scarti tessili di altri prodotti Asics.

 

Altri casi, in Italia, di aziende sportive attente alla sostenibilità

 

Anche a casa nostra la Sostenibilità sta prendendo piede con progetti interessanti: La Sportiva, azienda trentina leader nella produzione di scarpette da arrampicata e di scarponi da alta montagna, ha sviluppato il concetto di Ecolution, in cui l’innovazione e l’evoluzione sono compatibili con l’ambiente, in una logica end to end – dalla fase di progettazione dei nuovi prodotti fino alla commercializzazione degli stessi, passando per la scelta delle materie prime e il processo produttivo.

 

La Sportiva già nel 2017 aveva ideato e introdotto nel mercato la versione Eco della scarpa da arrampicata Mythos, prodotta utilizzando il 95% di materiali a impatto ridotto o riciclati, proseguendo poi con altre varianti environmentally friendly del modello.

 

Gli scarti di lavorazione vengono riutilizzati internamente o trovano una seconda vita nel processo di trasformazione e di produzione di concimi organici utilizzati anche per l’agricoltura biologica.

 

Nel 2020 è stato recuperato un quantitativo di scarti superiore alle 16 tonnellate. La Sportiva è anche attenta ai consumi idrici: l’utilizzo di acque di processo si è ridotto in modo considerevole grazie all’introduzione di un sistema industriale di lavaggio a ciclo chiuso che ha effettivamente permesso un risparmio in termini di consumi; l’impiego di acque a uso civile resta però ancora alto.

 

I Fratelli Campagnolo, gruppo di origine vicentina conosciuto tra gli sportivi e gli amanti delle attività outdoor soprattutto per il marchio Cmp, sono tra i soci fondatori di Cobat Tessile, il consorzio volontario italiano per la raccolta, il trattamento e il recupero dei materiali arrivati al termine della loro vita utile, in una logica di economia circolare.

 

L’obiettivo è quello di trasformare questi materiali in nuove materie prime o in energia, generando un impatto positivo sull’ambiente e, di conseguenza, anche sul sistema economico.

 

Il consorzio è inoltre partecipato da altre aziende (Leva Spa, Remmert Spa) e da associazioni di piccole, medie e grandi industrie (Cna, Confartigianato, Casartigiani e Confindustria Toscana Nord) e ha depositato al Ministero della Transizione Ecologica, alla fine del 2021, istanza per attivare, all’interno del territorio italiano, la normativa europea relativa alla Responsabilità Estesa del Produttore (Epr).

 

Da ultimo Scarpa, azienda specializzata nella produzione di calzature da montagna e per le attività outdoor, ha stanziato, a inizio 2022, un piano di investimenti da 12 milioni di euro destinati allo sviluppo del business, con una particolare attenzione alla Sostenibilità, all’internazionalizzazione e all’innovazione.

 

Gli impianti fotovoltaici installati presso la sede di Asolo sono stati ampliati e rinnovati per aumentare il risparmio sulle emissioni di CO2 annuali, che prima di questo investimento erano pari a 320 tonnellate.

 

A questo si sono aggiunti nuovi investimenti in macchinari dotati di una migliore efficienza energetica e l’acquisto di Garanzie d’Origine da fonti rinnovabili certificate per una quota pari al 100% dell’energia elettrica utilizzata in Italia.

 

Inoltre, Scarpa investe ogni anno il 5% del suo fatturato in progetti innovativi, specialmente dedicati allo sviluppo e alla sperimentazione di materiali totalmente riciclabili ed ecologici che però siano in grado di garantire performance e durabilità del prodotto. L’azienda arriva anche a depositare quattro domande di brevetto europeo l’anno. Come ultima istanza, l’azienda ha in programma un progetto di potenziamento del livello di digitalizzazione dei processi produttivi, grazie anche a un ammodernamento delle infrastrutture tecnologiche.

 

Chiara Guizzetti

 

 

Photo: u_91zgw5yq