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ISSUE 374

L'arte di Linda Schipani: far rivivere gli scarti

Anche la spazzatura ha un'anima. Lo dimostra il lavoro dell'artista di Messina che trasforma la spazzatura in gioielli. Ad oggi Linda ha coinvolto circa 200 creativi, che hanno trasformato scarti in opere di design, opere d'arte, oggetti di uso comune

repubblica.it

L'arte di Linda Schipani: far rivivere gli scarti

È quando ha visto la Venere degli Stracci di Michelangelo Pistoletto (una cui versione è da poco bruciata in Piazza del Municipio a Napoli) che ha avuto, diciamo così: l'illuminazione. Erano gli anni Novanta. Che poi, Linda Schipani, di Messina, ingegnere per l'ambiente e il territorio, la passione per il recupero ce l'ha sempre avuta. Ma quell'opera, quell'opera le fece capire ancora più chiaramente che anche la spazzatura poteva diventare arte.

 

L'azienda di famiglia si occupava della costruzione di trasformatori per l'Enel e della manutenzione dell'illuminazione pubblica per la città di Messina. È proprio lavorandoci che Linda capisce l'enorme quantità di scarti generati nell'ambito dell'attività di famiglia. Ed è a partire da quelli che decide di realizzare la prima mostra d'arte all'interno dello stabilimento: una collettiva che vede il coinvolgimento di una dozzina di artisti a cui vengono affidate ciascuno 3 bobine di legno utilizzate per arrotolare il cavo elettrico con cui sbizzarrirsi (e che Linda altrimenti avrebbe dovuto smaltire).

 

La challenge e la mostra sono un successo. L'anno successivo Linda decide di ripetersi, questa volta il tema è "Sfere d'artista": a ogni creativo vengono affidate due sfere di illuminazione pubblica in PVC, altrimenti destinate alla discarica. E così anche negli anni a venire: ogni volta agli artisti vengono affidati materiali diversi, con i quali mettere alla prova la loro fantasia: pedane, tubi, cilindri, armature, lampadine e tanto altro. Le mostre vengono poi ospitate all'interno dello stabilimento industriale di famiglia, che diventa pian piano una vera e propria galleria d'arte.

 

A Linda non basta e con un "manipolo" di artisti parte per Dakar, in Senegal, una delle città, più colpite al mondo dal problema dei rifiuti, trasformata oramai in una discarica a cielo aperto. La gestione rifiuti è un problema scottante per molte città africane cresciute troppo in fretta e ancora prive di sistemi di riciclaggio e differenziazione efficienti, allo stesso tempo però i rifiuti sono un mezzo di sostentamento insostituibile per moltissimi raccoglitori che sopravvivono differenziando o recuperando i materiali.

 

Nell'enorme discarica di Mbeubeuss alle porte di Dakar ogni giorno vengono consegnate più di 1000 tonnellate di rifiuti, stipate su quasi 100 ettari di terreno in cui una volta c'era un lago salato parzialmente prosciugato dove almeno 4000 le persone che sopravvivono grazie alla discarica.

 

"Siamo arrivati alla discarica e con i rifiuti raccolti abbiamo cercato di portare nelle scuole del luogo l'arte del riciclo, dimostrando come parte dei rifiuti potessero avere una seconda vita".

 

Di quella missione ricorda gli occhi di una bambina illuminarsi, quando le regalò una piccola spilla a forma di fiore, raccolta tra i rifiuti. A quel punto non ha più avuto dubbi: la sua missione sarebbe stata quella di trasformare la monnezza in gioielli. E così ha fatto. I gioielli realizzati con i rifiuti di Dakar diventano i protagonisti di una mostra di gioielleria a St Moritz, l'artista viene poi invitata alla Biennale di Dakar a presentare un tutorial per insegnare alle donne del luogo a realizzare i gioielli a partire dalla plastica. Linda si concentra nella realizzazione della sua collezione, realizzando i primi prototipi da bottiglie di plastica, collane di carta, anelli di bulloni. Viene invitata a Expo Milano 2015, al fianco di orafi siciliani a esporre i suoi coloratissimi e stravaganti bracciali realizzati con plastica riciclata.

 

"Se devo dire, il motore di quello che ho fatto è da sempre la volontà di salvare la memoria storica dello stabilimento di famiglia: la costruzione dei trasformatori si ferma nel 2000, nel 2011 interrompiamo anche la manutenzione degli impianti di illuminazione cittadini. Il lavoro della ditta si riduce molto ma all'interno dello stabilimento c'è la storia della luce di Messina. E tutto quel materiale vecchio può diventare un museo della storia della città ma anche materiale prezioso in mano agli artisti". 

 

Ad oggi Linda ha coinvolto circa 200 creativi, che hanno trasformato scarti in opere di design, opere d'arte, oggetti di uso comune. Il suo progetto "ArtEcoDesign in Factory" ha spaziato dalle Fiere di Ambiente come Ecomondo di Rimini fino alla Biennale di Venezia 2011 "Illuminazioni" con il Museo Italiano in Esilio nel Padiglione Spagna", "Perché", dice Linda, "quando l'arte parla di sostenibilità ogni luogo è quello giusto".

 

Anche le scuole vengono coinvolte, con la realizzazione di veri e propri workshop durante i quali i più piccoli comprendono il valore del riciclo e della trasformazione. Ma l'idea di Linda è quella di estendere il suo progetto a tutte le aziende.

 

"Il mio vuole essere un progetto con un valore etico, prima che estetico: l'obiettivo è portare questo approccio in tutte le aziende, per fare in modo che ogni potenziale scarto diventi un nuovo prodotto, agendo con una programmazione a priori e innescando nuove possibilità di economia circolare, attivate da energie creative".

 

Serena Gasparoni

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