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ISSUE
405
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Nuovi posti di lavoro: è quello che promette la transizione completa all’economia circolare. Ma bisogna crederci veramente su tutta la filiera, cittadini compresi. Ne parliamo con la direttrice di Assoambiente, Elisabetta Perotta, in questa nuova puntata di Pink&Green.
L’industria alla base dell’economia circolare è quella che trasforma i nostri scarti in altro materiale. Ovviamente riutilizzabile. Sono aziende che in pratica si occupano della gestione dei rifiuti ovvero di raccolta, riciclo, recupero, intermediazione e smaltimento e anche a livello di bonifiche.
Assoambiente raccoglie come soci molte di queste realtà e ha quindi un polso aggiornato sulla situazione dell’economia circolare nel nostro Paese.
La nostra chiacchierata con Elisabetta Perrotta, direttrice di Assoambiente, inizia proprio da qui: a che punto siamo e quali sono le tendenze in Italia dell’economia circolare?
La puntata è stata registrata al rientro della direttrice da Ecomondo, la fiera di Rimini dedicata alla transizione ecologica e da lì abbiamo iniziato. Da un luogo dove le aziende mettono in mostra le nuove tecnologie per un futuro più verde. E dunque come mai, dati alla mano l’economia circolare si è, per fortuna solo leggermente, chetata?
Quindi, non bisogna mollare. Perché l’economia circolare è motore di un buon ambiente (l’unico modo per ridurre l’accelerazione degli overshoot day), ma anche un fattore di crescita economica.
E gli italiani dimostrano comunque di dare fiducia anche ai prodotti nati in pura economia circolare: lo fa notare sempre Perrotta ricordando una ricerca firmata da Cen/Legacoop/Ipsos: “Negli ultimi 3 anni – elenca i dati la direttrice di Assoambiente – quasi un italiano su 2 (il 45% degli intervistati) ha acquistato un prodotto usato e uno su 3 (il 36% del campione) un prodotto ricondizionato o rigenerato. Oltre l’80% delle persone intervistate pensa che ridurre il packaging sia importante“.
E tutto questo è portatore di lavoro. Sono professioni che, come ribadisce la nostra ospite a Pink&Green, hanno basi di sapere trasversali: gestionali; legate alla conoscenza delle normative; più orientate alle scienze dell’ambiente… insomma, le possibilità sono ampie.
Così come i posti di lavoro. Elisabetta Perrotta lo ricorda: “si stima che in tutto il territorio europeo grazie all’economia circolare potrebbero esserci 700.000 nuovi posti di lavoro entro il 2030“.
Non sottovalutiamolo. Soprattutto, prepariamoci a sfruttare la buona piattaforma dell’economia circolare.
M.Cristina Ceresa
Rassegna del 22 Novembre, 2024 |
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