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I cambiamenti climatici stanno modificando il suolo facilitando l'assorbimento di arsenico da parte del risone, il riso allo stato grezzo, ancora rivestito delle sue parti esterne. È noto che il riso può contenere arsenico inorganico, e il fatto che la quantità di questa sostanza nei suoi chicchi sia destinata ad aumentare potrebbe rappresentare un problema di salute per le popolazioni che fanno del cereale il loro alimento base.
Un'analisi pubblicata sul The Lancet Planetary Health ha studiato nel dettaglio gli effetti combinati dell'aumento di temperature e della CO2 atmosferica sui livelli di arsenico nel riso, e le conseguenze di tutto questo sulla salute dei consumatori.
Un contaminante noto
L'arsenico è un semimetallo componente naturale della crosta terrestre, che in forma inorganica (arsenico minerale) è tossico per l'organismo. Il riso lo assorbe più facilmente di altre piante se è disponibile nel suolo o nell'acqua usata per inondare le risaie. Poiché l'arsenico si accumula soprattutto nella parte esterna del chicco, anche il metodo di lavorazione del riso influenza la concentrazione finale di arsenico al momento del consumo.
Rottura degli equilibri
In base allo studio, guidato dalla Mailman School of Public Health della Columbia University, temperature superiori a + 2 °C di riscaldamento rispetto ai livelli pre-industriali e maggiori concentrazioni di CO2 atmosferica possono indurre cambiamenti nella chimica del suolo che favoriscono la presenza di arsenico. Questo a sua volta è più facilmente assorbito dalle piante di riso, un fatto che potrebbe aumentare i rischi di malattie croniche per le popolazioni dell'Asia entro il 2050.
Malattie croniche
«Poiché il riso è un alimento base in molte parti del mondo, questi cambiamenti potrebbero portare a un aumento sostanziale dell'incidenza globale di cancro, malattie cardiovascolari e altri problemi di salute correlati all'arsenico», spiega Lewis Ziska, tra gli autori dello studio.
«Dal punto di vista sanitario, gli effetti tossicologici dell'esposizione cronica all'arsenico insilato sono ben noti e includono tumori ai polmoni, alla vescica e alla pelle, nonché cardiopatia ischemica», aggiunge Ziska. «Nuove evidenze suggeriscono inoltre che l'esposizione all'arsenico possa essere collegata a diabete, esiti avversi della gravidanza, problemi di sviluppo neurologico ed effetti sul sistema immunitario. Infatti, l'assunzione di riso in regioni come la Cina meridionale e l'Asia sudorientale e meridionale è già una fonte significativa di arsenico alimentare e rischio di cancro».
Piatto al veleno
Gli scienziati hanno misurato gli effetti di aumento di temperature e CO2 su 28 varietà di riso nell'arco di 10 anni e stimato il dosaggio di arsenico inorganico e di rischi per la salute per sette Paesi asiatici: Bangladesh, Cina, India, Indonesia, Myanmar, Filippine e Vietnam.
Hanno quindi immaginato il consumo di riso per Paese basandosi sulle stime per il 2021 della FAO (Food and Agriculture Organization) e calcolato gli effetti sulla salute degli incrementi di arsenico in precedenza rilevati.
Le proiezioni per il 2050 suggeriscono un aumento dei casi di cancro nei sette Paesi studiati, in particolare ai polmoni e alla vescica (forme che la letteratura scientifica ha già associato agli effetti tossici dell'arsenico inorganico). La Cina dovrebbe andare incontro al numero di casi più elevato: le stime parlano in totale di 13,4 milioni di casi di cancro legati all'esposizione ad arsenico nel riso.
Buone pratiche
Occorrono allora interventi urgenti per ridurre i livelli di arsenico che le piante di riso potranno assorbire. Molto si può fare: come migliorare gli sforzi di selezione di piante che assorbano meno arsenico, lavorare per una migliore gestione del suolo e a tecniche di lavorazione del riso che si sbarazzino più facilmente di questa sostanza. Così da mitigare gli impatti dell'arsenico inorganico sulla salute di chi consuma riso in quantità elevate.
Photo: wirestock on freepick
Rassegna del 09 Maggio, 2025 |
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