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ISSUE 431

La transizione energetica globale avanza, nonostante le tensioni geopolitiche e i conflitti

rinnovabili.it

La transizione energetica globale avanza, nonostante le tensioni geopolitiche e i conflitti

La transizione continuerà principalmente grazie alla crescente competitività di mercato delle fonti rinnovabili e al progresso tecnologico. Ne abbiamo discusso con Carolina Nizza, Head of Sustainability di Statkraft alla luce delle nuove previsioni del “Green Transition Scenarios 2025”

 

La transizione energetica globale non si ferma nonostante la crescente polarizzazione politica, i contenziosi commerciali e i conflitti armati. Lo sostiene il rapporto “Green Transition Scenarios 2025” di Statkraft, il più grande produttore di energia rinnovabile d’Europa, che presenta tre scenari per la transizione energetica globale e l’evoluzione del sistema energetico fino al 2050. Gli scenari riflettono diversi gradi di ambizione e cooperazione internazionale, mostrando come i contenziosi commerciali, le tensioni geopolitiche e le guerre possano rimodellare i mercati energetici globali, e influenzare direttamente il settore delle energie rinnovabili.

 

Il dato che fa riflettere? Anche nello scenario più ottimista, l’obiettivo climatico più ambizioso dell’Accordo di Parigi verrà mancato. Nonostante ciò, ci sono ragioni per essere ottimisti sul futuro della transizione energetica. L’Europa, nel contesto mondiale, può svolgere un ruolo chiave come modello di riferimento. Ne abbiamo discusso con Carolina Nizza, Head of Sustainability di Statkraft.

 

Parliamo di una delle grandi novità dell’edizione 2025: lo scenario “Unrest” non presente nel report 2024. Quali fattori hanno portato a individuare un tale scenario per quest’anno?

 

Il contesto globale in cui ci troviamo è diventato sempre più complesso, segnato da tensioni, conflitti e incertezze che influenzano profondamente le priorità politiche ed economiche. Lo scenario “Unrest” nasce proprio da questa realtà: rappresenta l’ipotesi più pessimista di un futuro in cui la transizione energetica rallenta, perché nuove priorità – difesa e sicurezza – rischiano di prevalere su sostenibilità e clima, che richiedono tecnologie pulite più costose e difficili da implementare, in un’Europa più isolata e caratterizzata da disinformazione e crescente opposizione sociale.

 

Eppure la transizione energetica non si ferma: il report mostra che le rinnovabili restano competitive e continuano a ridurre le emissioni su larga scala, a ritmo più lento rispetto a tre anni fa, ma molto superiore alle previsioni dell’ultima decade. Questa è una spinta reale, che dobbiamo continuare a sostenere con determinazione.

 

Se il report sostiene che la transizione energetica globale continuerà, nonostante l’aumento delle tensioni geopolitiche e dei conflitti, quali dinamiche di mercato e quali tecnologie mantengono la transizione sulla giusta rotta anche in un mondo più instabile?

 

La transizione continua principalmente grazie alla crescente competitività di mercato delle fonti rinnovabili e al progresso tecnologico, che le rende soluzioni sempre più accessibili e convenienti: tecnologie mature come il solare fotovoltaico, l’eolico onshore e i sistemi di accumulo a batterie sono tra le più competitive dal punto di vista dei costi. Questo non solo favorisce la riduzione delle emissioni, ma rafforza anche l’indipendenza energetica dell’Europa, una priorità sempre più sentita.

 

L’energia è sempre stata al centro degli equilibri geopolitici, ma oggi assume un ruolo ancora più critico per la sicurezza nazionale e per la competitività industriale. Sappiamo che il consumo di elettricità crescerà in modo significativo nei prossimi anni – secondo lo scenario Green del report potrebbe addirittura aumentare del 140% al 2050 – e per far fronte a questo quadro il trilemma energetico è centrale: sicurezza, competitività e sostenibilità devono procedere di pari passo. La combinazione di riduzione dei costi delle tecnologie pulite mature, elettrificazione, innovazione ed efficienza consente di mantenere la rotta verso un sistema energetico più sicuro, competitivo e sostenibile.

 

Gli obiettivi climatici globali sono ancora raggiungibili secondo il GTS 2025?

 

Raggiungere gli obiettivi climatici – e la neutralità climatica al 2050 – è sempre più complesso, ma il tempo per correggere la traiettoria non è ancora scaduto. Il report prevede un picco delle emissioni entro questo decennio: nello scenario più favorevole, il riscaldamento globale si limita agli 1,9°C, un valore non sufficiente per rientrare nel target di 1,5°C ma comunque in linea con l’ambizione dell’Accordo di Parigi. Ma un rallentamento della transizione energetica porterebbe ad un aumento di circa 2,4°C delle temperature, con conseguenze gravi per il Pianeta e i nostri ecosistemi.

 

L’UE ha già ridotto le proprie emissioni di oltre un terzo dal 1990 e ha dimostrato che coniugare crescita economica e riduzione delle emissioni è possibile. Occorre però visione sistemica, collaborazione e azione coordinata.

 

Come si prevede che evolveranno, da qui al 2050, i costi delle tecnologie pulite mature — fotovoltaico solare, eolico onshore e sistemi di accumulo a batterie? E come impatta il sistema?

 

Dal 2010, il prezzo del solare e delle batterie si è ridotto di circa il 90%, mentre quello dell’eolico onshore è calato del 70% – già oggi sono più convenienti del gas fossile nella maggior parte dei mercati europei.

 

Secondo il report, eolico e solare sono destinati a diventare le principali fonti di energia a livello mondiale entro il 2035, accompagnate da una progressiva diminuzione dell’utilizzo di carbone e petrolio, anche nello scenario più sfavorevole, ovvero “Unrest”. Da qui al 2050 il report prevede ulteriori riduzioni nei costi, seppur più lente a seconda degli scenari per via della maturità delle filiere e di nuovi costi di sistema. Non si tratta tuttavia solo di installare più capacità rinnovabile, ma soprattutto di farlo in modo giusto, tenendo conto dei costi sociali per le comunità locali e garantendo che nessuno venga lasciato indietro – una transizione giusta.

 

La sostenibilità, in questo contesto, può diventare un forte vantaggio competitivo, etico. Sviluppare soluzioni energetiche che rispettino l’ambiente, rafforzino la resilienza economica e siano inclusive può far avanzare insieme ambiente e sviluppo.

 

Qual è il ruolo dell’Europa in questo panorama e quali strategie dovremmo aspettarci affinché la transizione continui?

 

L’Europa ha oggi un’opportunità e una responsabilità cruciale nel guidare la transizione energetica globale, non solo per l’impatto delle sue politiche, ma per la capacità di fare da modello di riferimento internazionale e industriale.

 

È però importante che agisca con visione. Per mantenere una leadership, sarà fondamentale puntare su tre elementi chiave: innovazione, strategie condivise e pensiero sistemico. In un contesto globale instabile, serve un ottimismo “realista”: non possiamo permetterci immobilismo né ingenuità.

 

Servono soluzioni concrete basate su collaborazione, resilienza e fiducia nel progresso tecnologico. Le tecnologie ci sono — come dimostra anche il report — ma vanno accompagnate da governance efficaci e scelte coraggiose. In questo la sostenibilità può essere un filo conduttore fondamentale, ma è tempo di ripensarla non come solo vincolo di rendicontazione, ma come vantaggio competitivo da integrare nei modelli di business, e nelle scelte strategiche e operative. Le aziende che sapranno coniugare efficienza, neutralità climatica e impatto sociale positivo saranno le protagoniste dell’economia del futuro.

 

Oggi Statkraft è il primo produttore di energia rinnovabile d’Europa. In che modo i risultati del rapporto influenzano o influenzeranno la strategia dell’azienda?

 

Il rapporto Green Transition Scenarios è uno strumento strategico che ci consente di analizzare come tecnologie, mercati e policy evolvono e le analisi confermano che la transizione energetica prosegue anche in scenari geopolitici più complessi, seppur con ritmi più lenti e condizioni di mercato diverse. Per affrontare questa sfida servono competenze solide e capacità di operare in sistemi energetici complessi: le rinnovabili restano la chiave per sostituire le fonti fossili e accelerare l’elettrificazione, e sono al centro della nostra strategia.

 

Statkraft, primo produttore di energia rinnovabile in Europa e leader nelle soluzioni di mercato, vanta 130 anni di esperienza e una presenza in 20 Paesi, dove sviluppa e gestisce asset rinnovabili e offre soluzioni energetiche innovative. Per accelerare la transizione servono un insieme di competenze ed esperienza, politiche coraggiose e innovazione rapida: dobbiamo diffondere l’energia pulita, ampliare le soluzioni climatiche e costruire resilienza attraverso la cooperazione internazionale.

 

La nostra strategia mette la sostenibilità al centro, promuovendo soluzioni che favoriscono la decarbonizzazione e il benessere delle comunità. La storia ci insegna che l’umanità ha superato sfide immense grazie a innovazione, collaborazione e resilienza. Con un ottimismo ostinato ma realista, possiamo trasformare la narrazione sul cambiamento climatico: da una storia di scarsità e paura a una di possibilità e creazione, con fiducia nella nostra capacità collettiva di cambiare rotta e costruire un sistema migliore.

 

Il rapporto completo “Green Transition Scenarios 2025”di Statkraft : statkraft.com/green-transition-scenarios/

 

 

Photo: Statkraft

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