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ISSUE 312

I nuovi modelli di business circolari: quanto conta l’eco-innovazione?

L’obiettivo principale dell’economia circolare è ridisegnare il ciclo di vita del prodotto al fine di avere una minimizzazione degli input produttivi e degli sprechi durante l’intero processo produttivo

greenreport.it

I nuovi modelli di business circolari: quanto conta l’eco-innovazione?

Lo studio “Which innovations for circular business models? A Product life-cycle approach” analizza il ruolo dell’eco-innovazione nell’implementazione dei modelli di business circolari.

 

Gli ultimi decenni hanno dato prova della necessità di separare la crescita economica dallo sfruttamento delle risorse e dall’accumulo di rifiuti. L’aumento della popolazione, dell’urbanizzazione e degli standard di ricchezza hanno compromesso la quantità, la qualità e l’accessibilità delle materie prime.

 

Se da un lato la crescita economica ha fornito prosperità e alleviato la povertà in molti paesi, dall’altro ha dato vita a un “debito ecologico” che minaccia la capacità del sistema naturale di continuare a garantire il futuro benessere umano.

 

I nuovi processi di produzione rappresentano un aspetto fondamentale nella determinazione della sostenibilità delle risorse future, e stanno attraversando una profonda trasformazione aiutati dal nuovo paradigma economico e culturale che si sta facendo strada: in un contesto così delineato l’economia circolare propone un approccio cruciale e puntuale nella transizione verso un’economia sostenibile, proponendo un sistema compatibile con aziende e Paesi per ridurre i costi di input, e contraddistinto da un carattere multidisciplinare che comprende: sistemi sostenibili di produzione-consumo, catene di approvvigionamento a circuito chiuso e sistemi product-service.

 

Dato che i rifiuti di un processo di produzione e consumo circolano come nuovo ingresso nello stesso o in un differente processo, ne deriva un approccio conservativo in cui tutta l’energia presente nei rifiuti viene sfruttata e diventa nuova risorsa utilizzabile, sostituendo il concetto di “fine vita” con quello di riuso della materia.

 

L’obiettivo principale dell’economia circolare è di ridisegnare il ciclo di vita del prodotto al fine di avere una minimizzazione degli input produttivi e degli sprechi durante l’intero processo produttivo. Si richiede, quindi, che le imprese adottino nuove strategie fondate sulla progettazione e produzione di beni che prevedono l’utilizzo di risorse rinnovabili, riciclate e riciclabili, l’estensione della vita, il recupero e l’eliminazione di sostanze dannose per l’ambiente.

 

I nuovi modelli di business circolari, perciò, non saranno esclusivamente finalizzati alla creazione di valore attraverso un prodotto, ma al mantenimento del valore stesso all’interno del sistema economico il più a lungo possibile. Diventa così protagonista il ruolo dell’eco-innovazione: la sua capacità di promuovere i cambiamenti nei modelli di business, infatti, risulta strumentale nel processo di conversione circolare.

 

Gli sforzi innovativi delle aziende devono essere incanalati verso una dimensione circolare; questo significa che le aziende non hanno semplicemente bisogno di innovazioni verdi per modificare prodotti, processi e struttura organizzativa, ma hanno bisogno di innovazioni che siano in grado di portarle in linea con una strategia orientata alla circolarità. Alla luce di questo legame si rende necessaria, quindi, l’identificazione di quali siano le strategie innovative legate alle innovazioni circolari che le aziende dovrebbero implementare per ridefinire le loro scelte manageriali e di business, e a quale fase del ciclo di vita del prodotto esse si riferiscano maggiormente.

 

Le buone pratiche e le innovazioni legate all’uso di fonti energetiche rinnovabili e al design del prodotto si riferiscono, ad esempio, al primo livello del ciclo di vita del prodotto mentre, processi di upcycling e recycling si riferiscono alla fine della vita utile del prodotto.

 

Una considerazione separata meritano le pratiche circolare che afferiscono alla fase dell’uso. Questi modelli integrano beni fisici con servizi intangibili in grado di soddisfare i bisogni dei clienti, le aziende offrono l’uso (use-oriented) o i risultati (result-oriented) del prodotto e i consumatori pagano per accedere o sfruttare le sue funzionalità. In sostanza, invece di pagare per la proprietà, gli utenti pagano per l’uso o pagano tariffe per l’accesso al bene stesso.

 

In questi casi, poiché i produttori mantengono la proprietà sul prodotto, il flusso di ritorno dei beni usati è facilitato, quindi queste imprese, sostenendo le pratiche di riparazione, rigenerazione, aggiornamento e riciclaggio, si mostrano in linea con i principi circolare. In particolare, questa tipologia di pratica innovativa pone l’attenzione sul ruolo centrale che ricopre il consumatore, il quale è invitato a partecipare attivamente all’implementazione del modello contribuendo così ad un cambiamento radicale dei modelli di acquisto e consumo.

 

La scelta delle imprese in merito a quale strategia innovativa attuare per realizzare i nuovi modelli di business dipende da diversi fattori (come la dimensione e la struttura giuridica, il settore, le caratteristiche del mercato, etc), ma ciò che si richiede è senza dubbio uno sforzo per un radicale ripensamento del vecchio  modo di produrre e consumare. In un contesto così delineato, quindi, l’eco-innovazione rappresenta la chiave di volta per oltrepassare la distanza che ci separa dalla chiusura del ciclo.

 

Emy Zecca

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