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ISSUE 388

Aereonautica: prove tecniche per volare leggeri pesando meno sul clima

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Aereonautica: prove tecniche per volare leggeri pesando meno sul clima

Si stima che ogni giorno, in tutto il mondo, volino circa 100.000 aerei civili, un numero enorme e anche in aumento. E ognuno di questi aerei emette gas serra, spesso a quote dove il loro impatto rischia di essere ancora più pesante. Ma le aziende del settore che ben lo sanno si stanno dando da fare per trovare soluzioni.

 

A livello globale, il settore aeronautico contribuisce per circa il 2,5% alle emissioni di anidride carbonica legate all’energia. Una quota non trascurabile, a cui vanno però aggiunti gli impatti derivanti dalle scie di condensazione e dagli ossidi di azoto, sottoprodotti della combustione di combustibili fossili ad alta quota che, secondo alcune stime, potrebbero addirittura triplicare il peso dell’aviazione sul clima.

 

Peso che, in previsione, rischia di crescere moltissimo, se si considera che per i prossimi anni quasi tutti gli studi prevedono aumenti importanti nei volumi di merci e persone, guidati principalmente dai viaggiatori e dalle compagnie aeree dei nuovi paesi ricchi del Sud del mondo.


È quindi ovvio che le iniziative per ridurre l’impronta del comparto si susseguano a ritmo frenetico, segno di un’attenzione elevata e della consapevolezza che c’è ancora moltissimo da fare: secondo l’International Air Transport Association, che rappresenta 380 compagnie aeree, nel 2023 l’industria aeronautica ha acquistato 500.000 tonnellate di Saf (Sustainable Air Fuel): una quantità doppia rispetto al 2022, ma comunque pari allo 0,2% dei 286 milioni di tonnellate di combustibile fossile bruciati negli aerei l’anno scorso.

 

Aziende in volo

 

Proprio con la volontà di aumentare la quota di Saf, Ryanair ed Enilive, società controllata da Eni, hanno annunciato di aver firmato un accordo per una fornitura a lungo termine del carburante prodotto da Enilive a partire da materie prime di scarto come oli esausti da cucina, grassi animali e residui dell’industria agroalimentare.

 

L’accordo prevede che la compagnia aerea possa avere accesso a fino a 100.000 tonnellate di Saf tra il 2025 e il 2030 (equivalenti a 20.000 voli dall’aeroporto di Milano Malpensa a Dublino), e costituisce un tassello fondamentale della strategia di decarbonizzazione di Ryanair, che prevede di arrivare a zero emissioni nette al 2050.

 

Ancora per quanto riguarda le alternative ai combustibili fossili, un altro candidato interessante è l’idrogeno, vettore energetico a cui guarda NextChem Tech. La società controllata di Maire ha firmato un accordo con Saras per uno studio per la realizzazione di un impianto pilota per la produzione, all’interno della raffineria Saras a Sarroch, in Sardegna, di carburanti sintetici verdi a partire da idrogeno sostenibile e anidride carbonica.

 

Questo progetto costituisce una delle prime iniziative realizzate nell’Unione europea con l’obiettivo di dimostrare la fattibilità della produzione su scala industriale di carburanti sintetici per l’aviazione.

 

Un aiuto dall’Intelligenza artificiale

 

Come detto, uno degli impatti del settore aeronautico è legato alle scie di condensazione, le strisce bianche che a volte si formano al passaggio degli aeroplani, e che secondo l’Ipcc sono responsabili di circa il 35% dell’impronta di carbonio dell’aviazione.

 

Google ha annunciato una collaborazione con American Airlines e Breakthrough Energy per utilizzare l’intelligenza artificiale e processare enormi quantità di dati – tra cui immagini satellitari, dati meteorologici e sui percorsi di volo – per sviluppare delle mappe delle scie di condensazione, così che i piloti possano scegliere le rotte che evitino di crearle.

 

Un gruppo di piloti dell’American Airlines ha effettuato 70 voli di prova nell’arco di sei mesi utilizzando le previsioni sviluppate da Google ed evitare di volare alle altitudini alle quali si possono creare le scie: in questi voli le scie si sono ridotte del 54% rispetto a quelli in cui i piloti non hanno utilizzate le informazioni messe a disposizione da Google.

 

Ovviamente, anche le compagnie aeree giocano un ruolo di primo piano nella decarbonizzazione del settore.

 

Volotea, che nel 2022 è diventata la prima compagnia aerea a superare l’audit di Bureau Veritas – l’organizzazione leader mondiale nei servizi di test, ispezione e certificazione -, ha annunciato di voler limitare le proprie emissioni dirette di CO2 per passeggero-chilometro del 50% entro il 2030.

 

Tuttavia, visti i progressi compiuti negli ultimi anni, la compagnia prevede di poter raggiungere questo traguardo già entro il 2025 e per questo motivo ha fissato un nuovo obiettivo, ridurre le emissioni dirette di CO2 per passeggero-chilometro del 58% entro il 2030, rispetto al 2012.

 

Anche Wizz Air, compagnia aerea che ha vinto il Capa Global Environmental Sustainability Award, ha annunciato di aver ridotto dell’8% la propria intensità di carbonio rispetto al 2023, arrivando a 51,2 grammi per passeggero/km.

 

Inoltre, il vettore ha firmato un accordo con Cepsa, produttore spagnolo di Saf, per le forniture future e ha effettuato due investimenti, uno da 5 milioni di sterline in una società britannica di biocarburanti, Firefly, e uno da 50 milioni di dollari in CleanJoule, una startup di biocarburanti con sede negli Stati Uniti.

 

Nel frattempo sempre Wizz Air sta testando la catena di fornitura Saf in collaborazione con Neste, Mol e l’aeroporto di Budapest e, insieme ad Aviation Services, ha avviato il turnaround full electric all’aeroporto di Roma Fiumicino, consentendo di ridurre le emissioni di CO2 derivanti dal processo di assistenza a terra fino all’85% per aeromobile rispetto all’utilizzo di apparecchiature alimentate a diesel.

 

E in America latina…

 

Per chiudere questa panoramica dedicata alle compagnie aeree, va menzionato Latam Airlines che, secondo la valutazione Corporate Sustainability Assessment (Csa) compilata da Standard & Poor’s (S&p Global), è il gruppo con le migliori prestazioni in termini di sostenibilità di tutta l’America Latina, nonché il settimo a livello globale: un riconoscimento importante per un attore che ha puntato con decisione anche sulla circolarità del proprio modello economico.

 

Ma gli aeroporti sono siti sostenibili?

 

Infine, anche i servizi a terra si stanno ritagliando un ruolo da protagonisti nella corsa alla sostenibilità. Fra tutti, spicca l’aeroporto Marco Polo di Venezia, che ha adottato un sistema di controllo per gli impianti di climatizzazione basato sul sistema Sybil.

 

Si tratta di una tecnologia che utilizza algoritmi di machine learning e controllo predittivo per analizzare in continuo le condizioni climatiche esterne, la temperatura ambiente, i livelli di concentrazione di CO2 interni, ma anche, ed è questo il valore aggiunto innovativo, il grado di affollamento di ogni area dell’aerostazione, sia in tempo reale sia in proiezione futura.

 

L’obiettivo è quello di migliorare la qualità dell’aria nei 60.000 metri quadrati di superficie dello scalo veneziano, riducendo al minimo consumi di energia ed emissioni di gas serra.

 

Simone Gandelli

 

 

Photo: ThePixelman 

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