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Il prossimo 9 giugno gli elettori italiani ed europei saranno chiamati a rinnovare il Parlamento europeo: pochi sanno che circa l’80% delle leggi nazionali nasce da una base approvata a livello europeo. Ecco perché è importante, soprattutto per i temi legati all’ambiente e alla sostenibilità, comprendere a fondo le diverse posizioni
Da un’analisi dell’associazione Bloom sui principali dossier europei è stato possibile stilare una classifica delle diverse posizioni politiche rispetto ai temi legati all’ambiente, alla sostenibilità e alla transizione energetica.
Questo perché è importante comprendere bene le diverse posizioni per esprimere il proprio voto che porterà a rinnovare il Parlamento europeo dal quale scaturiscono più dell’80% delle leggi che poi vengono declinate a livello nazionale.
Non è vero – e questo dà già una prima valutazione sulla trasparenza di certe posizioni politiche – che l’Europa impone le sue norme: ogni norma viene discussa e votata in tre gradi distinti in cui i Paesi e i Governi hanno modo di far valere le proprie ragioni, se necessario.
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Bloom, associazione no-profit di diritto francese fondata nel 2005 da Claire Nouvian che lavora per il bene comune, per preservare la biodiversità, gli habitat marini e il clima, ha analizzato quindi le posizioni su alcuni dei dossier più scottanti degli ultimi cinque anni, mettendo in luce le diverse posizioni di candidati e partiti politici.
Nella ricerca sono stati considerate quattro tematiche:
I risultati di tutti gli 853 eurodeputati sono disponibili online sul sito iPolitics, insieme ai 150 voti analizzati in dettaglio per questo articolo – qui trovate tutte le analisi e i dettagli dei voti dei deputati italiani. Ecco quanto Bloom ha rilevato, partito per partito.
Fratelli d’Italia, Forza Italia e Lega
Secondo Bloom, i tre partiti della coalizione di governo in Italia si sono dimostrati pochissimo attenti dal punto di vista ecologico. Degli 88 deputati italiani che hanno seduto al parlamento europeo nella scorsa legislatura e che sono stati considerati nell’analisi, 51 appartengono a questi tre partiti.
Tra loro nessuno ha ottenuto la sufficienza nell’analisi; inoltre, la quasi totalità dei deputati di destra ha ottenuto dei voti inferiori a 3,3/20.
I deputati della destra italiana sono stati tra i peggiori della classifica europea occupando gli ultimi posti assieme ai deputati dell’estrema destra polacca, spagnola e ungherese.
Inoltre, gli europarlamentari dei partiti di destra si sono opposti a più riprese alla richiesta di includere nella Carta dei diritti fondamentali dell’Unione europea il diritto per tutti i cittadini dell’Ue ad avere accesso a “un ambiente sicuro, pulito, sano e sostenibile e a un clima stabile“.
Il Movimento 5 Stelle e i Verdi
Il partito pentastellato ha dimostrato di essere esemplare sulle questioni ecologiche al parlamento europeo. Tutti i loro eurodeputati hanno ottenuto uno score quasi perfetto superiore a 19/20.
Nel corso degli scorsi cinque anni i 5 Stelle si sono schierati a favore di tutte le misure europee più ambiziose in materia ambientale: lotta ai pesticidi più pericolosi, tutela degli ecosistemi terresti e marittimi, transizione energetica e difesa dei diritti ambientali dei cittadini.
Anche Europa Verde emerge come un partito impeccabile sul fronte delle questioni ecologiche in Europa.
Il Partito Democratico
Il Pd è stato il secondo partito con più eurodeputati in Italia (dopo la Lega), nonché il secondo partito più importante del gruppo dei Socialisti e Democratici europei (S&D), dopo gli spagnoli del Psoe.
Per quanto il bilancio del Partito Democratico sia positivo, i suoi deputati non hanno la media ottima dei pentastellati o dei verdi. In particolare, per quanto riguarda le questioni legate alla difesa degli habitat marini, troppo spesso i suoi deputati si sono schierati a favore delle tecniche di pesca ad alto impatto ambientale come la pesca a strascico.
I centristi di Azione e Italia-Viva
I partiti liberisti italiani Azione e Italia-Viva, se da una parte si dichiarano dei difensori dell’ambiente, dall’altro i loro voti non sono sempre all’altezza delle loro promesse.
Lo studio di Bloom evidenzia come i membri di questi due partiti abbiano spesso votato per sabotare alcuni degli articoli più importanti e ambiziosi dei regolamenti europei.
Un tema importantissimo per l’Italia: la riqualificazione energetica del patrimonio costruito
Strettamente legato ad ambiente e sostenibilità c’è anche il tema delle Case green, con l’Unione europea che ritiene la riqualificazione del patrimonio edilizio una priorità politica, economica, sociale, ambientale.
Renovate Italy, organizzazione che raccoglie diverse realtà impegnate nella riqualificazione energetica del patrimonio costruito, ha sottoposto un questionario di 15 domande ai principali candidati italiani per conoscerne la posizione rispetto a questi temi.
Sono stati contattati più di 20 candidati di ogni forza politica, distribuiti nelle 5 circoscrizioni, via mail o via social network. In totale, sono stati contattati 193 candidati, 53 dei quali hanno risposto.
Le risposte ottenute sono state le seguenti: 10 di Alleanza Verdi e Sinistra, 9 del Movimento 5 Stelle, 9 del Partito Democratico, 10 di Azione, 5 di Stati Uniti d’Europa, 3 di Forza Italia, 4 di Fratelli d’Italia, 3 di Lega Salvini premier.
Il tasso di risposta è stato quindi piuttosto elevato nei partiti dell’opposizione (vicino al 50%), mentre molto basso nei candidati dei partiti di maggioranza (circa il 15%).
Dalle risposte emerge una sensibilità trasversale diffusa sul tema della riqualificazione energetica, soprattutto sulla consapevolezza dei benefici conseguenti per quanto, tra forze di opposizione e forze al Governo, vi siano convinzioni diverse su quali siano questi vantaggi nel concreto.
Lo studio ha mostrato anche alcune significative differenze: per ogni domanda, vi sono infatti almeno due partiti che non si dichiarano “completamente d’accordo” nelle affermazioni su cui fornire un parere.
Si nota che gli schieramenti politici non sono granitici e che a volte forze politiche appartenenti a schieramenti opposti condividono il medesimo punto di vista.
Tutti i benefici elencati sono associati al processo di riqualificazione del patrimonio edilizio, in quest’ordine:
Le correlazioni di benefici meno percepite sono invece quelle relative a:
Redazione Green Planner
Rassegna del 07 Giugno, 2024 |
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