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ISSUE 394

Tornano le settimane verdi, i campi estivi itineranti in mezzo alla natura

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Tornano le settimane verdi, i campi estivi itineranti in mezzo alla natura

L'appennino è lo scenario in cui si svolgeranno le settimane verdi proposte dalla cooperativa Madreselva e da Destinazione Umana. Si tratta di esperienza immersive di più giorni dedicate a bambini e ragazzi. I due cardini di queste proposte? La dimensione comunitaria e il contatto con il selvatico.

 

Bologna, Emilia-Romagna - “Momenti indimenticabili vissuti con un gruppo di persone legate dalla convivenza e dal camminare assieme”. Così descrive l’esperienza immersiva nella natura dell’appennino Miriam, giovane partecipante alle settimane verdi proposte da Madreselva e Destinazione Umana. Modalità dolci e coinvolgenti di avvicinamento a quel mondo naturale di cui siamo parte integrante ma da cui tendiamo sempre di più a estraniarci.

 

Eppure, come ci racconta anche Eugenia Marzi – Guida Ambientale Escursionistica e coordinatrice delle settimane verdi per Madreselva –, il riscontro da parte di ragazzi e ragazze, bambini e bambine che partecipano ai trekking è travolgente e la naturalezza con  cui vivono esperienze che oggi, in un mondo sempre più antropizzato e urbanizzato, vengono considerate “selvagge”, conferma che la direzione è quella giusta. 

 

Quando avete iniziato a organizzare le settimane verdi e cosa vi ha spinto a proporre questa esperienza?

 

Da quando è nata nel 2007 Cooperativa Madreselva organizza settimane avventura per bambini/e e ragazzi/. Ci spinge la voglia di trasmettere la bellezza dello stare in natura e la passione per il territorio. Ci spinge la convinzione che fare esperienza immersiva in natura, all’aria aperta, a stretto contatto con il selvatico e in contesti di comunità e condivisione favorisca il benessere psicofisico dei ragazzi, così come la loro autonomia e le loro skills di vita.

 

Com’è nata la collaborazione con Destinazione Umana?

 

La collaborazione con Destinazione Umana nasce da un’idea comune e condivisa di turismo lento, esperienziale, educativo. Ma anche di un’esperienza in relazione stretta con i luoghi e in particolare con l’appennino tosco emiliano che crediamo vada “camminato” per conoscerlo.

 

Questa esperienza si fonda su due aspetti: la vita in natura e la dimensione comunitaria. Come vengono sviluppati? Ce ne puoi parlare? 

 

Durante le settimane avventura viviamo ogni giorno il fuori come luogo principale: camminiamo, giochiamo, mangiamo, parliamo e condividiamo, raccontiamo storie, fuori. L’esperienza prolungata a contatto con la natura sensibilizza e porta un sentimento di cura e consapevolezza oltre che donare benessere. Le settimane sono strutturate su giochi e attività che hanno l’ambiente come primo stimolo: cerchiamo di rendere i luoghi, la loro storia, le loro caratteristiche naturali e biodiverse protagonisti delle giornate e il punto di partenza per attività e riflessioni.

 

La dimensione comunitaria in questo gioca un ruolo fondamentale perché la conoscenza e le competenze le costruiamo insieme: impariamo ad accendere il fuoco, a realizzare rifugi, a sostenerci durante gli sforzi e a condividere la fatica, a leggere la natura, a condividere le camere e le storie della buonanotte, il cielo stellato e i sentieri, anche le esperienze più avventurose e adrenaliniche. La natura e la montagna insegnano la condivisione e l’accoglienza.

 

Raccontaci quali sono le attività previste durante le settimane verdi. 

 

Durante le settimane i ragazzi fanno esperienze avventurose con guide specializzate come rafting, canyoning, arrampicata. Con le guide e gli educatori di cooperativa madreselva camminano ogni giorno con lo zaino sulle spalle per spostarsi di rifugio in rifugio. La settimana ha sempre uno sfondo integratore che accompagna le giornate, un racconto spesso avventuroso e di viaggio che ogni giorno viene narrato a voce dalle guide, un momento di piccolo rito per trasportare il gruppo nell’altrove delle storie.

 

Durante le giornate impariamo a leggere le carte geografiche, a riconoscere le tracce degli animali, osserviamo il cielo stellato, facciamo il bagno nei torrenti di montagna, ci arrampichiamo sui faggi nodosi, ascoltiamo i rapaci notturni, incontriamo persone dei luoghi e svolgiamo piccole ricerche per scoprire la loro storia, ci dedichiamo anche momenti di solitudine e silenzio in natura. E soprattutto giochiamo ed esploriamo senza fretta. Incontriamo esperti e realtà del territorio: entomologi, lupologi, astrofili, tessitori e intrecciatori di fili, pastori.

 

Come vi sentite voi operatori in questo ruolo di guide di giovani che magari sono alla prima esperienza in Natura? Cosa cercate di trasmettere loro? 

 

Noi guide, educatrici ed educatori siamo entusiasti e appassionati del nostro lavoro. Fiduciosi che queste brevi ma anche dense e ricche settimane siano delle esperienze significative nella vita di ragazzi e ragazze. Vediamo il gruppo trasformarsi e soprattutto vediamo i bambini e le bambine abbandonarsi sempre di più alla vita a contatto con la natura, prendere spazio e libertà ma allo stesso tempo calma e tranquillità nei confronti del bosco, delle praterie e del mistero che troviamo nel selvatico.

 

Cerchiamo di trasmettere la curiosità, la voglia di scoprire, lo spirito d’avventura e di esplorazione. La conoscenza della natura che porta al rispetto e alla cura, la sensibilità per tutte le piccole cose nelle sfumature, la bellezza di sperimentare qualche giorno di essenzialità lontani da quello che nella nostra vita sembra comodo e confortevole. Cerchiamo di renderli consapevoli del valore di fare esperienza delle cose nel reale, nel qui e ora, nel tempo, nel luogo e nelle relazioni presenti.

 

 

 

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