La Newsletter di ESO
ISSUE 319

Raggiungere la neutralità climatica, grazie alle tecnologie applicate all’idrogeno

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Raggiungere la neutralità climatica, grazie alle tecnologie applicate all’idrogeno

Idrogeno – verde – un vettore energetico che può aiutarci a raggiungere entro i tempi fissati la neutralità climatica. Non è certo la soluzione a tutti i problemi energetici ma, grazie alle tecnologie che serviranno a utilizzarlo, è uno strumento in più per raggiungere il target

 

Obiettivo, neutralità climatica entro il 2050; roadmap, quella prevista dal Green Deal europeo; come riuscirici? Attraverso l’idrogeno e le tecnologie applicative che permetteranno di aiutare l’industria e i settori altamente energivori non soltanto a ridurre le loro emissioni inquinanti, ma anche a incrementare il lro utilizzo di fonti energetiche pulite.

 

In questo scenario, l’idrogeno svolge un ruolo chiave nella strada che porta alla decarbonizzazione, soprattutto in un’ottica di lungo periodo.

 

Ma qual è oggi la situazione industriale per la produzione di idrogeno? Lo abbiamo chiesto ad Angelo Era, sperto del settore energetico e partner di Deloitte.

 

“Le politiche di sviluppo dell’idrogeno devono rispondere a due quesiti fondamentali. Il primo è collegato alla modalità di produzione. L’idrogeno può essere generato in modalità 100% green tramite elettrolisi che utilizza energia elettrica prodotta da fonti rinnovabili, sole e vento in particolare.

 

Questa si contrappone all’opzione blu, che prevede l’applicazione di soluzioni di cattura e stoccaggio del carbonio ai tradizionali processi produttivi basati su combustibili fossili quali gas naturale, riducendo le emissioni fino al 90%.

 

Se consideriamo il costo dell’idrogeno blu in ottica net zero, prendendo in considerazione sia i costi per la cattura della CO2, comunque immessa in atmosfera, sia la compensazione dell’effetto serra comportato delle fughe di metano durante l’estrazione e il trasporto del gas, nostre recenti analisi portano a valutare un costo per l’idrogeno da gas naturale superiore a 3 euro al Kg per un Paese come l’Italia, che ha prezzi del gas relativamente alti.

 

Con queste assunzioni l’idrogeno verde sarebbe oggi competitivo con quello blu con un costo dell’energia fotovoltaica intorno ai 30 euro al megawattora“.

 

Il ruolo dell’idrogeno in un futuro energetico sostenibile

 

Di questo hanno discusso varie importanti aziende italiane nel corso dell’evento Let’s go green! Il ruolo dell’idrogeno in un futuro sostenibile, in cui attraverso le testimonianze di Bosch Termotecnica Italia, Bosch Termotecnica Gmbh, Bosch Rexroth, Delta EE, Enea, Snam, Anima/Assotermica e Feem è stato raccontato il quadro europeo in cui ci troviamo, confrontandolo poi con la realtà del contesto italiano.

 

Contesto nazionale che ha voluto analizzare meglio lo studio The potential role of hydrogen towards a low carbon residential heating in Italy – il ruolo potenziale dell’idrogeno verso il riscaldamento dell’edilizia residenziale a basso impatto – in cui Bosch Termotecnica e la Fondazione Eni Enrico Mattei hanno confrontato la penetrazione di diverse tecnologie di riscaldamento degli edifici residenziali.

 

L’analisi effettuata valuta il potenziale contributo di diverse tecnologie nel raggiungere un riscaldamento residenziale decarbonizzato entro il 2050, prendendo in considerazione le principali barriere e opportunità di ciascun scenario.

 

Ci si è confrontati, in particolare, sul ruolo che l’idrogeno gioca rispetto ad altre soluzioni, tra cui le pompe di calore e il gas naturale rinnovabile.

 

I risultati mostrano che sarà necessaria una combinazione di tecnologie nel settore del riscaldamento, ma anche che altri fattori esterni saranno di fondamentale importanza, tra cui la decarbonizzazione dell’elettricità e le misure di efficienza energetica sul patrimonio edilizio.

 

Un accordo di collaborazione su idrogeno, batterie ed energie rinnovabili

 

Enea e Fondazione Bruno Kessler hanno firmato un accordo triennale per lo sviluppo di soluzioni innovative in grado di supportare la transizione ecologica italiana: in particolare, i principali ambiti di studio e di sviluppo saranno quelli di idrogeno, energie rinnovabili, batterie e integrazione con le reti energetiche.

 

I due protagonisti scientifici, oltre a mettere a fattor comune competenze tecnico-scientifiche e infrastrutture di ricerca, lavoreranno in modo sinergico con altre istituzioni scientifiche e stakeholder italiani e internazionali per rafforzare partenariati legati al Green Deal europeo.

 

L’ambito di collaborazione è molto vasto e spazia dai temi del processo di decarbonizzazione, della transizione del sistema energetico nazionale, alle tecnologie e degli usi finali dell’idrogeno, alle batterie, alla smart sector integration, allo sviluppo di nuovi materiali, fino ai componenti e ai sistemi per l’energia e le tecnologie It.

 

La spinta al cambiamento energetico, dopo un anno difficile

 

Spesso, nei periodi di maggiore difficoltà, si pongono le basi durature per un cambiamento che in altri momenti non si sarebbe riusciti a fare. Indubbiamente il 2020 è stato un anno particolare e allo stesso tempo molto sfidante per tutti.

 

La situazione sanitatria ci ha messo di fronte a cambiamenti epocali legati alla sfera privata e a quella professionale. Il Covid-19 ha plasmato la vita di tutti mantenendo però inalterata un’unica certezza: l’inarrestabile transizione energetica.

 

Sono le parole di Maurizio Del Fanti, vice presidente di Le2C – Lombardy Energy Cleantech Cluster – che ha da poco presentato il suo Piano Strategico 2021-27 che inserisce lo sviluppo dell’idrogeno tra i suoi pilastri fondanti.

 

“Come Cluster crediamo infatti fortemente che l’idrogeno, l’elemento più abbondante dell’universo, può essere la soluzione per decarboonizzare interi settori come l’industria, il riscaldamento e i trasporti” conclude Del Fanti.

 

Tecnologie innovative e futuristiche

 

In fatto di creatività e di spirito di intraprendenza l’Italia non è seconda a nessuno. Come dimostra Dino Brancale, amministratore delegato di Avl Italia, un’azienda specializzata nello sviluppo, simulazione e collaudo di sistemi powertrain, che sta sperimentando il primo motore a combustione interna, alimentato a idrogeno.

 

La tecnologia per realizzare questo tipo di motore era disponibile solo all’estero ma ora, Avl, oltre a sviluppare la parte tecnica, ha già costruito anche il prototipo; il primo veicolo sarà pronto alla fine del 2022, conclusa la fase di sperimentazione.

 

Brancale ha dato anche vita a un consorzio – H2 Ice – per dotare tutti i mezzi pubblici dell’Emilia Romagna di motore a idrogeno.

 

Idrogeno verde, ultrapuro, prodotto in Italia

 

Tra i principali problemi attuali nell’utilizzo dell’idrogeno è che, per produrlo, è necessario utilizzare le fonti fossili, producendo un gran numero di emissioni inquinanti. Che non ha alcun senso nel percordo di decarbonizzazione da qui al 2050.

 

Interessante allora tenere sotto controllo le realtà – che stanno arrivando sempre più numerose – che mettono a punto tecnologie e realizzano impianti per la produzione di idrogeno verde, ovvero ottenuto attraverso processi industriali non impattanti.

 

Come nel caso della nuova realtà italiana specializzata nello sviluppo e nella costruzione di impianti per la produzione di idrogeno verde ultrapuro, Hydrogenia che ha sede a Genova ed è controllata da Greeninvest.

 

Hydrogenia è pronta ad attivare la filiera dell’idrogeno e offrire soluzioni e tecnologie sempre più concrete ed efficienti, con la mission di realizzazione di progetti per la produzione e utilizzo di idrogeno verde, interamente ricavato da elettrolisi dell’acqua alimentata esclusivamente da energia rinnovabile.

 

Paolo Galli

 

 

Photo: Erich Westendarp

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