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ISSUE 378

Riscaldamento globale, ecco quali regioni del pianeta diventeranno inospitali

Non solo Medioriente e Asia. Un nuovo studio sul cambiamento climatico ha previsto quali regioni del pianeta potrebbero superare la soglia di tollerabilità umana di caldo e umidità, diventando in pratica inabitabili.

repubblica.it

Riscaldamento globale, ecco quali regioni del pianeta diventeranno inospitali

Se la temperatura del pianeta salirà ancora di 1°C rispetto ai livelli attuali, miliardi di persone nel mondo si troveranno a vivere in aree che, almeno per una parte dell'anno, sperimenteranno condizioni di calore e umidità al limite della sopravvivenza umana. A sostenerlo, dalle pagine della rivista Pnas, sono i ricercatori del Penn State College of Health and Human Development, del Purdue University College of Sciences e del Purdue Institute for a Sustainable Future, che, unendo le loro diverse competenze, forniscono diversi possibili scenari sul futuro non solo delle aree climatiche ma anche delle popolazioni che le abitano.

 

Quando il caldo è troppo caldo?

 

Dalla rivoluzione industriale a oggi, l'impiego di combustibili fossili ha fatto aumentare le temperature globali di circa 1°C. Le conseguenze sul clima sono già oggi visibili: ondate di calore anche in zone temperate del pianeta, siccità e precipitazioni estreme che mettono a rischio le popolazioni. Nonostante l'ampia adesione all'accordo di Parigi del 2015 per contenere il riscaldamento globale e mitigare le sue conseguenze, il rischio di superare la soglia di 1,5°C entro il 2030 è altissimo. Quale mondo ci attende allora?

 

Per rispondere a questa domanda i ricercatori del Penn State College e del Purdue University College hanno sviluppato modelli climatici per prevedere possibili scenari futuri, considerando un aumento delle temperature da +1,5°C a +4°C. In questo modo hanno identificato le aree del pianeta in cui il riscaldamento climatico porterebbe i livelli di calore e umidità oltre i limiti della sopravvivenza per l'essere umano. Questo limite - secondo gli autori, che si basano su uno studio della Penn State University dello scorso anno - corrisponde a una temperatura "umida" di oltre 31°C (87,7°F con umidità al 100%), alla quale il corpo umano non è più in grado di rinfrescarsi naturalmente e può andare incontro a colpi di calore e stress sul sistema cardiovascolare fino all'attacco di cuore. Poi possono intervenire altri fattori sia individuali (età, condizioni di salute pregresse, etc) che ambientali (come la velocità del vento e la radiazione solare) a determinare la soglia di ciascun individuo.

 

Quali aree oltre la soglia di tollerabilità umana?

 

Finora solo poche regioni del mondo (e solo per poco tempo) hanno superato questo limite, ma, se la temperatura globale salirà fino a 2°C rispetto ai livelli preindustriali, i nuovi modelli previsionali indicano che tali condizioni diventeranno comuni per diverse ore al giorno in Pakistan, valle dell'Indo, Cina orientale e Africa sub-sahariana. Ciò significa che circa 4 miliardi di persone si troveranno a vivere in aree con condizioni di calore e umidità estreme, che superano la soglia di tolleranza umana, e che avranno bisogno di sistemi di raffrescamento attivo. Una situazione ancora più preoccupante, se si considera che si tratta di regioni a reddito medio-basso.

 

Nello scenario in cui la temperatura globale aumenta di 3°C rispetto ai livelli preindustriali (il più probabile entro il 2100, se non si interviene drasticamente), alle aree colpite da ondate di calore e umidità estreme si aggiungono anche la costa orientale e le regioni centrali degli Stati Uniti, l'Australia e il Sud America.

 

Ancora, se la temperatura globale aumentasse di 4°C rispetto all'era preindustriale, città come Al Hudaydah nello Yemen (700mila abitanti) dovranno aspettarsi qualcosa come 300 giorni all'anno di temperature oltre la soglia di tollerabilità umana.

 

"Modelli come questi sono efficaci nel prevedere le tendenze, ma non prevedono eventi specifici come l'ondata di caldo del 2021 in Oregon che ha ucciso più di 700 persone o che Londra ha raggiunto i 40°C la scorsa estate", ha affermato Daniel Vecellio, bioclimatologo e autore della ricerca. "E va sottolineato che i livelli di calore in questi episodi erano tutti al di sotto dei limiti di tolleranza umana che abbiamo identificato. [...] Se le temperature continueranno a salire, vivremo in un mondo in cui i raccolti falliranno sempre più spesso e milioni o miliardi di persone cercheranno di migrare perché le loro regioni natali sono diventate inabitabili".

 

Mara Magistroni

 

 

Photo: Wilfried Pohnke

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