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ISSUE 401

Pesticidi, erbicidi, fertilizzanti volano nell’aria delle città: il caso di Mestre

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Pesticidi, erbicidi, fertilizzanti volano nell’aria delle città: il caso di Mestre

Una ricerca firmata dall’Università Ca’ Foscari Venezia e dal Cnr ha rilevato che nell’aria delle città permangono gocce di prodotto di glifosato e fosetil-alluminio, molto probabilmente non derivanti dalle campagne che circondano Mestre, ma da giardini e balconi della stessa città…

 

Si torna a parlare di glifosato che non è solo un problema dei contadini (scrivemmo dei tassi di tumore tra questa categoria di lavoratori a causa della persistenza delle molecole di glifosato anche nei pressi delle aie), ma anche dei cittadini.

 

Pesticidi, erbicidi, fertilizzanti ce li troviamo nell’aria anche nei dintorni dei giardini di città e dei balconi.

Lo ha rilevato un gruppo di ricerca dell’Università Ca’ Foscari Venezia che ha analizzato l’aria di Mestre. L’obiettivo della ricerca è proprio la comprensione della “deriva dei pesticidi“, fenomeno per cui le gocce di prodotto che viene erogato vengono trasportate dal vento lontano dal luogo in cui è stato applicato.

 

La sorpresa è che i ricercatori si aspettavano di riscontrare l’utilizzo di pesticidi provenienti dalle zone rurali che circondano la città, invece hanno trovato evidenza di un utilizzo del glifosato e del fungicida fosetil-alluminio su giardini e parchi all’interno dell’area urbanizzata.

 

“Abbiamo trovato Glifosato e a Fosetil Alluminio nelle particelle più grosse (10-1.8 μm) e non come ci si aspettava più sottili ovvero provenienti dalle zone lontane dalla città di Mestre – è il commento di Giovanna Mazzi, dottoranda di Scienze Ambientali e coautrice dello studio – Questo ci suggerisce che i due composti sono usati all’interno della città, probabilmente nei giardini privati o pubblici“.

E dunque che fare? Il glifosato in effetti non è stato completamente bandito dall’ultima direttiva dell’Unione europea. L’unica strada è conoscerne i danni e gli effetti ed evitare di usarlo. La tossicità del glifosato è ancora ampiamente dibattuta, con l’Agenzia Internazionale per la Ricerca sul Cancro (Iarc) che lo ha definito probabilmente cancerogeno, mentre una buona parte della letteratura scientifica lo ritiene non pericoloso per i mammiferi.

 

I ricercatori raccomandano attenzione e invitano a non abusare dei prodotti per la protezione delle piante.

 

Presupposti della ricerca di Ca’ Foscari

 

Alla ricerca hanno lavorato oltre alla Mazzi, Matteo Feltracco ed Eleonora Favaro, in collaborazione con Elena Barbaro, ricercatrice dell’Istituto di scienze polari del Consiglio Nazionale delle Ricerche. Il tutto sotto la guida di Andrea Gambaro, professore di Chimica analitica a Ca’ Foscari.

 

Il loro primo passaggio è stato posizionare sull’edificio più alto del Campus scientifico di Mestre dell’Università Ca’ Foscari un campionatore di polveri fini che ha permesso di separare le particelle in aria in base alla dimensione.

 

Infatti, come spiegano gli scienziati  più piccole sono le particelle, più facilmente verranno trasportate per lunghe distanze dal vento (trasporto long-range), suggerendo una sorgente distante dal punto di campionamento.

 

Al contrario, una sorgente locale può essere identificata da particelle più grosse, in quanto possono essere trasportate per minori distanze (trasporto short-range).

Le concentrazioni rilevate dalla ricerca – pubblicata ora su rivista scientifica Environmental Pollution – sembrano essere molto basse, nell’ordine di frazioni di nanogrammi per metro cubo di aria campionata, ma i risultati non sono da sottovalutare e mettono in evidenzia una contaminazione diffusa.

 

E il continuo aumento di tumori lo dimostra.

 

M.Cristina Ceresa

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