La Newsletter di ESO
ISSUE 408

Dal clima alle pandemie, cosa ci aspetta nel 2025 secondo “Science”

repubblica.it

Dal clima alle pandemie, cosa ci aspetta nel 2025 secondo “Science”

Dalle criticità ambientali sino alle possibili nuove scoperte. Le "previsioni" della prestigiosa rivista scientifica per il nuovo anno -

Per l'ambiente e per la scienza, che anno sarà? Il 2025 si apre con sfide importantissime per il futuro della salute della Terra. Quest'anno, entro fine febbraio, decine di Paesi del mondo sono chiamati ad aggiornare i loro Ndc, i piani climatici nazionali: finalmente scopriremo quale contributo vorranno realmente dare al taglio delle emissioni in una partita cruciale, per la lotta al riscaldamento globale, che a novembre durante la Cop30 in Brasile dovrà per forza fissare nuovi e ambiziosi obiettivi. Sempre a fine febbraio, a Roma, si tenterà di concludere la Cop16 sulla biodiversità andata fallita in Colombia, poi sarà la volta di nuove discussioni sul Trattato globale contro l'inquinamento da plastica e sarà anche un anno importante, visto il ritorno del fenomeno naturale de La Nina che tende ad abbassare le temperature, per comprendere davvero quanto terribile sia l'andamento della crisi climatica in corso. In questo contesto la prestigiosa rivista Science ha tentato - osservando le sfide che abbiamo davanti nel nuovo anno - di prevedere quali saranno i temi chiave per la scienza e per l'ambiente nel 2025.

 

Il primo è già alle porte: il presidente Usa Joe Biden sta infatti tentando di correre per assicurarsi piani di riduzione delle emissioni degli Stati Uniti, per non perdere quanto construito con il piano ambientale ed energetico dell'Inflation reduction act e per salvaguardare parchi e territori che, con l'imminente insediamento del neo eletto presidente Donald Trump, potrebbero diventare luoghi di estrazione mineraria o petrolifera. La stessa rivista Science sottolinea come dal 20 gennaio - giorno dell'insediamento - il mondo potrebbe cambiare con il secondo atto di Trump. Parla per esempio delle paure di molti scienziati per l'intenzione di Trump di tagliare fondi a istituti e agenzie scientifiche, così come "c'è angoscia per la possibile interferenza politica nell'erogazione di sovvenzioni e l'erosione delle politiche di integrità scientifica" e anche per il fatto che "la ricerca sui cambiamenti climatici, la conservazione e le fonti di energia rinnovabili, che sono cadute in disgrazia durante la prima amministrazione di Trump, probabilmente verranno nuovamente messa alle strette, insieme a nuovi obiettivi come i programmi volti a creare una forza lavoro scientifica più inclusiva".

 

Sempre dagli Stati Uniti arriva poi un allarme con valenza planetaria: l'evoluzione dell'influenza aviaria. Secondo Science lo sviluppo del virus H5N1 è una delle grandi domande e dei grandi rischi che incombono nel 2025 e ci si chiede se si riuscirà a fermare l'avanzata di un problema che, dopo le stragi di pollame, sta ora interessando anche i bovini e il comparto del latte. "Quest'anno i test sul latte potrebbero aiutare a identificare prima le mandrie infette e a frenare la diffusione del virus. Sono attesi anche i risultati delle sperimentazioni sui vaccini nelle mucche e gli scienziati sperano di capire meglio perché la maggior parte delle persone ammalate dalla variante H5N1 che colpisce i bovini ha sofferto solo di una lieve infezione agli occhi, mentre quelle infette dopo il contatto con gli uccelli hanno in genere una malattia più grave". Oltre a ciò, si chiedono i ricercatori, c'è il rischio che H5N1 si evolva e inneschi una nuova pandemia globale?

 

Altro grande tema, come sempre, è quello relativo poi alla crisi del clima. La Cop (Conferenza delle parti) a Belem, in Amazzonia, è da tempo indicata come quella decisiva per una possibile svolta nell'impegno per la riduzione delle emissioni e anche per un concreto approccio legato alla decarbonizzazione. Una Cop che oltretutto avviene nell'anno in cui le emissioni globali di gas serra potrebbero raggiungere "il picco", ricordano da Science. Nonostante gli sforzi globali per ridurle, le emissioni planetarie continuano infatti a salire di circa l'1% ogni anno e "la rapida ascesa dei veicoli elettrici, delle energie rinnovabili e della riforestazione si è scontrata con le forze di contrasto dei data center che divorano energia e alimentano l'intelligenza artificiale e la domanda di carburante in ripresa dopo una pausa pandemica". La buona notizia però è che la Cina sta trainando un cambiamento, basato sempre di più verso le energie rinnovabili, in un percorso più "aggressivo" verso lo zero netto delle emissioni del futuro. Proprio la Cina, in caso di Stati Uniti che con Trump potrebbero retrocedere sulle questioni climatiche e ambientali, è anche il Paese che potrebbe quest'anno intestarsi la vera leadership per le battaglie climatiche necessarie.

 

Se quelle elencate sopra sono le sfide forse più urgenti per la salute del Pianeta, altre, in chiave positiva, potrebbero vedere interessanti sviluppi secondo Science nel 2025. In archeologia per esempio lo studio avanzato delle antiche ossa umane, grazie alle firme chimiche e alle indagini sui metaboliti, sta facendo passi da gigante: scoprire più segni distintivi chimici sugli abitanti del passato potrebbe essere fondamentale per comprendere le malattie odierne così come l'impatto delle malattie e gli usi di un tempo sulla salute. Un'altra buona notizia potrebbe arrivare poi dalla lotta alla malaria: dove sono stati distribuiti vaccini, in almeno 17 Paesi, ci sono stati cali notevoli di casi. "Sebbene i dati completi sui casi di malaria, i ricoveri ospedalieri e i decessi siano notoriamente difficili da raccogliere, i ricercatori affermano che dovrebbe essere possibile vedere i tassi di malattia scendere nelle regioni in cui i bambini sono stati vaccinati" ricordano i ricercatori.

 

Speranza c'è anche per un cambiamento generale delle diete: un minor consumo di carne rossa fa parte sia di una dieta che può aiutare la salute delle persone, sia quella dell'ambiente che ci circonda. Negli States, proprio su questo tema, sono state avviate nuove linee guida per limitare il consumo ma, ricorda Science, "la nuova amministrazione del presidente eletto Donald Trump potrebbe respingere le linee guida". Infine, in questo 2025 appena iniziato, per la scienza vale la pena tenere gli occhi puntati sul cielo. L'astronomia potrebbe regalarci infatti nuove e importanti informazioni anche grazie al debutto del Vera C. Rubin Observatory, "un telescopio da ricognizione finanziato dagli Stati Uniti pronto a trasformare molti settori dell'astronomia che può individuare oggetti celesti che si sono spostati, hanno cambiato luminosità o sono apparsi o scomparsi all'improvviso, come comete e asteroidi precedentemente sconosciuti, stelle esplose in galassie lontane o, forse, il Pianeta Nove, un ipotetico pianeta gigante oltre Nettuno".

 

Giacomo Talignani

 

 

Photo: Dieter

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