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ISSUE 408

Recupero materiali edili, l’Italia è la migliore d’Europa

Italia prima in Europa nel recupero dei materiali edili con il 98%, ma il tasso effettivo di sostituzione successivo, è all'opposto: prossimo allo zero

rinnovabili.it

Recupero materiali edili, l’Italia è la migliore d’Europa

Nel recupero dei materiali edili siamo i primi della classe in Europa, con una percentuale molto alta. Il 98% dei rifiuti inerti viene riciclato, l’Italia è il vero leader europeo. Dopo di noi: i sempre bravi tedeschi con il 94%, e poi altri Paesi come Francia, Spagna e Polonia, che si attestano intorno al 74%. Il problema vero però, è che dopo il processo di riciclo, l’effettiva sostituzione dei materiali in edilizia è veramente molto scarsa. E questo, purtroppo, si verifica in tutta Europa.

 

Materiali edili, dopo il recupero, non c’è sostituzione

 

Ad evidenziarlo è un’analisi del gruppo Seipa, realtà aziendale impegnata nell’attività di fornitura di materiali e servizi per le attività di costruzione e demolizione, secondo cui l‘effettiva sostituzione dei materiali è pari allo 0,4%. Quindi la sostituzione in edilizia è pari quasi a zero. E stavolta non sono le tecnologie a cui dare la colpa, perché non mancano, ma Seipa evidenzia che “le logiche e gli interessi sono altri“, anche se il riciclo degli inerti – come dimostra la loro storia – è una pratica di economia circolare che può portare benefici ambientali e risparmi economici nel lungo termine.

 

Recupero materiali, anomalia europea

 

“Nell’Unione europea il consumo annuo è di 1.094 milioni di tonnellate di materiali, un dato che conferma la centralità del comparto dell’edilizia nel Vecchio Continente, con il settore residenziale che assorbe il triplo dei materiali rispetto a quello pubblico“, sottolinea Valter Ciaraffoni, direttore generale del Gruppo Seipa. Per quanto riguarda il basso tasso di sostituzione dell’industria, per Ciaraffoni si tratta di “un’anomalia se si considera che gli aggregati inerti riciclati sono dotati delle stesse prestazioni tecniche di quelli naturali e che sono oggi disponibili per un elevatissimo numero di applicazioni“.

 

Come va il settore italiano delle costruzioni?

 

Nel 2022 questo settore ha toccato i 309 miliardi di euro; era l’epoca post-pandemia, in cui il boom era legato al Super Bonus del 110%, ma nel 2024 l’attività nel settore residenziale ha subito una contrazione del 26,5%, compensato dall’incremento degli investimenti nelle opere pubbliche, +19,8% nel 2023 e un ulteriore 11,4% previsto nel 2024. Nel 2025, il settore attende l’applicazione del Dl Aiuti che prevede una serie di misure di sostegno al settore.

 

Paolo Travisi

 

 

Photo: Thomas 

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