La Newsletter di ESO
ISSUE 429

COP30, finale amaro: sfumate le speranze su combustibili fossili e deforestazione

La COP30 si è chiusa tra aspre divisioni tra Paesi e promesse mancate. Nessun passo concreto sulla mitigazione, cauti progressi sull'adattamento.

focus.it

COP30, finale amaro: sfumate le speranze su combustibili fossili e deforestazione

La COP delle foreste organizzata nel cuore dell'Amazzonia è finita senza misure concrete per fermare la deforestazione e senza un accordo su come abbandonare i combustibili fossili, principali responsabili delle emissioni dannose e del riscaldamento globale. Il principale strumento politico per arginare la crisi climatica ha portato a casa risultati modesti e un bagaglio di delusioni, che proviamo brevemente a riassumere qui sotto.

 

Combustibili fossili: nessuna roadmap

 

Nei primi giorni della COP30 erano filtrate caute speranze sulla possibilità che la conferenza si concludesse con una tabella di marcia concreta e ambiziosa, con tanto di date e scadenze, per un'uscita graduale e ordinata dai combustibili fossili entro un decennio. Era circolata la voce sulla possibilità che questa roadmap di abbandono delle fonti fossili potesse essere addirittura inclusa in una cover decision, una dichiarazione politica finale che riassume la posizione collettiva della COP e che orienta le azioni politiche per il clima successive. Così non è avvenuto.

 

Nel 2023, alla COP28 di Dubai, i leader mondiali si erano accordati sulla necessità di discostarsi gradualmente (transitioning away) dai combustibili fossili, allora per la prima volta menzionati come principale causa dei cambiamenti climatici. Ma un piano concreto su come e quando emanciparsi da queste fonti non è mai arrivato, e dalla COP30 ci si aspettava precisamente questo.

 

Le discussioni alla COP30 hanno visto fronteggiarsi, con toni molto duri, una coalizione di volenterosi con oltre 80 Paesi favorevoli a un impegno chiaro per la transizione dai combustibili fossili, tra cui Colombia, Regno Unito e Francia (l'Italia non ha aderito a questo appello: per approfondire) e un gruppo guidato dall'Arabia Saudita e altri petrostati, più la Russia. Questa lacerazione ha avuto come effetto che l'abbandono dei combustibili fossili sia stato relegato a un impegno volontario e non alla decisione giuridicamente vincolante a cui si puntava.

 

Oltretutto, il Global mutirao, il testo finale delle decisioni di COP30 che prende il nome dalla tradizione brasiliana di una mobilitazione comune per raggiungere un obiettivo, pur confermando di voler tener fede all'Accordo di Parigi, non contiene alcun riferimento ai combustibili fossili: non spiega insomma come si dovrebbe provare a contenere l'aumento delle temperature entro i +1,5 °C.

 

La COP delle foreste? Insomma...

 

Nessuna tabella di marcia nemmeno per fermare la deforestazione: è una delle più grosse delusioni per la COP30, tenutasi in una città vicino alla foce del Rio delle Amazzoni. Nella COP che ha ospitato il maggior numero di rappresentanti delle popolazioni indigene, i  Paesi partecipanti avrebbero dovuto chiarire cosa intendessero fare per adempiere all'obiettivo di arrestare la perdita di foreste entro il 2030 fatta due anni fa alla COP di Dubai.

 

Si è arrivati soltanto a un accordo su base volontaria, e a qualche debole progresso collaterale, come i 6 miliardi di dollari promessi collettivamente a supporto delle comunità che lavorano per proteggere le foreste pluviali (nel Tropical Forest Forever Facility, il fondo per la conservazione e il ripristino delle foreste tropicali voluto dal Brasile).

 

Più fondi per l'adattamento

 

C'è stato un accordo per triplicare i finanziamenti destinati all'adattamento (le misure per prevenire o ridurre al minimo i danni climatici) per i Paesi in via di sviluppo, ma sempre nell'ambito di quei 300 miliardi di finanza climatica dollari stanziati alla scorsa COP. Circa 120 miliardi all'anno di quei 300 saranno ora dedicati a misure di adattamento nei Paesi più vulnerabili, ma non prima del 2035, anche se la data inizialmente auspicata era il 2030. Inoltre, in molti speravano che quella cifra si aggiungesse ai 300 miliardi già stanziati, così non è stato.

 

«Questa avrebbe dovuto essere la COP dell'adattamento», ha affermato il rappresentante della Colombia, il Paese che forse più di tutti ha sostenuto una linea ambiziosa alla COP30, ma il risultato «è ben lontano dal riflettere la portata delle sfide che le parti, soprattutto le più vulnerabili, stanno affrontando sul campo».

 

Giusta transizione

 

Un altro progresso è il riconoscimento del concetto di "giusta transizione" nel testo finale: significa aiutare i lavoratori che saranno colpiti nei processi di abbandono dei combustibili fossili e passaggio alle energie rinnovabili, che non dovranno essere lasciati indietro ma aiutati a trovare posti di lavoro in settori più puliti. Non si menzionano però finanziamenti specifici, né sono state adottate norme chiare in merito allo sfruttamento dei minerali rari indispensabili alla transizione energetica, a causa dell'opposizione di Cina e Russia.

 

Quanto agli impegni presi dai vari Paesi per ridurre le emissioni di gas serra (Contributi Determinati a Livello Nazionale, NDC), quelli partecipanti alla COP30 avrebbero dovuto presentare nuovi impegni prima della conferenza, ma pochissimi l'hanno fatto. La COP ha comunque concordato un programma per affrontare in modo accelerato il deficit in questi contributi, con aggiornamento alla COP31, che si terrà in Turchia, ma con i lavori gestite dall'Australia.

 

Elisabetta Intini

 

Photo: Mauro Pimentel/AFP via Getty Images

 

Torna alle notizie GOGREEN

Rassegna del 28 Novembre, 2025

17 di 22 della rassegna...

Nel 2025 la spesa sostenuta dalle famiglie per la Tari risulta pari a 340 euro, +3,3% rispetto al 2024

greenreport.it

Rifiuti: riduciamoli, per prima cosa. Solo così sarà una vera Serr

greenplanner.it

Cemento a ritmo accelerato: l’Italia perde suolo a 2,7 metri quadrati al secondo

fondazionesvilupposostenibile.org

Deposito cauzionale per dare un boost al riciclo: proposta di legge dell’opposizione e apertura dalla maggioranza

economiacircolare.com

16^ Rapporto GreenItaly: il sistema economico italiano alla prova della sostenibilità

sustainability-lab.net

La Cop30 di Belém sul clima si è chiusa senza alcun passo avanti

valori.it

COP30, finale amaro: sfumate le speranze su combustibili fossili e deforestazione

focus.it

Infrazioni, tirata d’orecchie per l’Italia su efficienza energetica e caldaie

rinnovabili.it

L’Europa accelera con nuovi progetti in 13 Paesi per l’energia pulita in Africa

rinnovabili.it

Tanta economia circolare nella storia delle donne italiane: lo dicono anche i brevetti

greenplanner.it

Il premio Nobel Omar Yaghi: “Ecco come catturiamo la CO2 dall’atmosfera”

repubblica.it

Una pellicola antimuffa per conservare il cibo

repubblica.it

La crisi dei rifiuti in plastica contagia anche la raccolta della carta

economiacircolare.com

Giornata nazionale alberi, valorizzare i 12 mln di ettari di bosco italiani. Urgente voto in Europarlamento su rinvio regolamento deforestazione

confagricoltura.it

Come fanno le piante ad arrivare sulle isole? Tutto merito degli uccelli

focus.it

ARPAT a Ecomondo 2025

arpat.toscana.it

ESO

Società Benefit arl

Via Giuseppe Ungaretti, 27 - I 20073 - OPERA - MI

Tel. (+39) 02.530.111 R.A. - Fax (+39) 02.530.11.209 - info@eso.it - www.eso.it


P.IVA IT 13288930152 - N. Iscr. Reg. delle Imprese di Milano 13288930152

REA 1636344 - Capitale sociale € 300.000,00


Iscritto all’Albo Nazionale Gestori Ambientali

Sezione Regione Lombardia - Iscrizione n° MI31797

Iscritto all’Albo Nazionale per il Trasporto Conto Terzi. - Iscrizione n° MI-0884798-E


© Copyright 2022 - All Rights Reserved

GOGREEN® è un marchio registrato di ESO - © 2022