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ISSUE
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economiacircolare.com

Presentata ieri da due deputate del PD, prevede che anche in Italia, dopo altri 18 Paesi UE, entri in vigore un sistema di deposito su cauzione per bottiglie e lattine per bevande. Ampio sostegno di associazioni e disponibilità al confronto da parte della maggioranza (FdI).
Prima un incontro pubblico voluto dall’Alleanza Italiana per lo Sviluppo Sostenibile (ASviS) e poi la presentazione di una proposta di legge alla Camera (firmata da Silvia Roggiani e Eleonora Evi, PD) potrebbero aprire la strada ad un cambiamento enorme nel nostro rapporto con bottiglie in plastica e vetro e lattine per bevande, e nella gestione dei loro rifiuti: attraverso l’introduzione, anche nel nostro paese, di un sistema di deposito su cauzione per aumentare quantità e qualità dei riciclo degli imballaggi.
Sia chiaro, non è la prima volta che il deposito su cauzione (in inglese DRS, Deposit Return Scheme o System) entra in Parlamento. Iniziative legislative in merito ci sono già state, anche se non sempre mirate al riciclo: possiamo ricordare ad esempio lo strano caso del decreto semplificazioni bis del 2021 (governo Draghi, Cingolani ministro della transizione ecologica) nel quale un emendamento ha introdotto un passaggio, non chiarissimo a detta degli esperti, proprio per l’introduzione di un sistema cauzionale (la cosa, è evidente, non ha avuto seguito).
La novità sancita dai due eventi romani è che su questo terreno potrebbero incontrarsi opposizione e maggioranza. “I tempi sono maturi per il DRS anche in Italia” ha detto Massimo Milani, deputato di Fratelli d’Italia e segretario della Commissione ambiente a margine del citato evento ASviS di questo lunedì (“Biodiversità al lavoro: attuare la legge Ue sul ripristino della natura e il deposito cauzionale”).
Questo che potrebbe ottimisticamente essere l’inizio di un percorso virtuoso, oggi ancora solo potenziale, è in realtà una tappa importante di un lungo cammino messo in moto dalla società civile, in particolare dalla coalizione A buon rendere (campagna nazionale lanciata dall’Associazione Comuni Virtuosi e sostenuta da associazioni come A Sud, Altroconsumo, Greenpeace, Italia Nostra, Legambiente, WWF, Zero Waste Italy, che “punta a sensibilizzare i cittadini, la politica, l’industria delle bevande e della distribuzione sui benefici di un Sistema di Deposito Cauzionale per i contenitori di bevande”) e dall’Alleanza per lo sviluppo sostenibile.
La proposta
Così Roggiani ha spiegato ieri la proposta di legge (“Disposizioni per l’istituzione di un sistema di deposito cauzionale per i contenitori monouso per bevande”) – di cui è prima firmataria: “È un disegno di legge che contiene una serie di principi e di criteri e che delega il Governo ad adottare il deposito cauzionale. È un testo che può essere migliorato e spero ci sia la collaborazione del governo e della maggioranza”. In Italia, ha aggiunto, “ogni anno 8 miliardi di imballaggi per bevande sfuggono al riciclo tra plastica, vetro, lattine. Oggi un terzo delle bottiglie sfugge ai circuiti della raccolta differenziata. Per questo pensiamo sia necessario introdurre anche in Italia un sistema di deposito cauzionale per gli imballaggi per bevande monouso in plastica e metallo”. Il deposito cauzionale, ha detto, “è strumento efficace. La Germania ha raggiunto il 98% di raccolta per gli imballaggi di bevande monouso. Come Unione Europea abbiamo l’obiettivo di arrivare a raccogliere il 90% delle bottiglie di plastica e delle lattine entro il 2029”.
Eleonora Evi, l’altra firmataria della proposta e firmataria anche di un ordine del giorno sul DRS approvato lo scorso dicembre, ha ricordato che “continuiamo a sversare in mare migliaia di tonnellate di bottiglie di plastica. Questo ovviamente è inaccettabile e abbiamo bisogno di strumenti efficaci per intercettare questo materiale e riciclarlo. Per noi l’obiettivo principale è quello di sostenere la filiera del riciclo, che deve essere potenziata in un’ottica di piena economia circolare, e dare sostegno alle imprese che in questo momento hanno bisogno di essere aiutate. Già 18 Paesi europei hanno introdotto il sistema di deposito cauzionale sulle bottiglie di plastica e funziona molto bene. Dobbiamo introdurlo anche in Italia perché è importantissimo recuperare tutta questa plastica e riciclarla”. Si tratta di “un sistema per consentire un recupero di materia di alta qualità, da bottiglia a bottiglia, il cosiddetto ‘closed loop’”.
“Senza DRS non raggiungeremo gli obiettivi UE”
”L’Italia è un’eccellenza europea sull’economia circolare, ma senza nuovi strumenti non raggiungerà gli obiettivi UE”, ha detto ieri Enrico Giovannini, direttore scientifico dell’ASviS. Secondo Eurostat, l’Italia ricicla 49% degli imballaggi in plastica (dati 2023). L’obiettivo al 2030 è il 55%. E, come ricordato da Roggiani, la Direttiva sui prodotti in plastica monouso (SUP) prevede una raccolta differenziata del 90% delle bottiglie e lattine per bevande immesse al consumo entro il 2029.
“Per questo il sistema di deposito cauzionale rappresenta un tassello aggiuntivo, capace di creare occupazione e innovazione‘ – ha aggiunto Giovannini -. Abbiamo bisogno di soluzioni che migliorino la condizione ambientale, economica e occupazionale. L’introduzione di un deposito cauzionale per bottigliette e lattine potrebbe rafforzare la filiera del riciclo italiana. Una filiera già molto forte, ma che ha bisogno di un boost per fare di meglio”. Inoltre, “insieme ai benefici ambientali, i sistemi di deposito cauzionale hanno dimostrato di poter ridurre i costi di gestione dei rifiuti a carico delle comunità e di stimolare la crescita occupazionale, creando nuovi posti di lavoro nella gestione, raccolta e trattamento dei materiali”.
I benefici ambientali non si limitano al solo riciclo, come ha spiegato Enzo Favoino, coordinatore della campagna ‘A buon rendere’, durante l’evento ASviS di lunedì. Facendo riferimento agli obiettivi di sviluppo sostenibile (SDGs) dell’Agenda 2030 delle Nazioni Unite: “Non c’è solamente l’SDG 12, che è quello che fa riferimento direttamente all’economia circolare, consumo e produzione responsabili. C’è anche l’obiettivo 13 e la lotta al cambiamento climatico: una nostra analisi, l’unica valutazione LCA sugli effetti dell’introduzione a livello nazionale un deposito cauzionale, ha calcolato in 600 mila tonnellate all’anno i gas serra risparmiati, semplicemente per una maggiore acquisita circolarità nell’uso della plastica. Ma c’è anche l’obiettivo 14, tutela della vita marina: 10 milioni di tonnellate di plastiche e microplastiche che raggiungono i nostri oceani. Certamente intercettare meglio i rifiuti significa ridurre il contributo anche del nostro paese a questo quantitativo talmente grande che fatichiamo ad immaginarcelo: è come se ogni minuto un camion pieno di plastica venisse sversato deliberatamente nei nostri oceani”.
Una sensibilità bipartisan
Se di DRS si parla da tempo (EconomiaCircolare.com ha dedicato al tema uno speciale già nel 2021), questa volta a fare la differenza, come accennato, potrebbero essere una sensibilità e una disponibilità bipartisan. Misurate non solo nel paese – “due sondaggi hanno rilevato che oltre l’80% degli italiani appartenenti a tutte le aree politiche è a favore ”, si legge sul sito di A buon rendere – ma anche in parlamento. “Penso che i tempi sono maturi perché questo dibattito possa essere affrontato in maniera seria: in Italia siamo primi nel riciclo, ma secondi invece in questo caso rispetto ad altre esperienze europee che hanno dato ottimi risultati” ha detto a EconomiaCircolare.com il segretario della Commissione ambiente, Massimo Milani (FdI) a margine dell’incontro ASvis di lunedì. Aggiungendo che “questo è sicuramente un argomento del quale è giusto dibattere in Parlamento, perché ritengo necessario un confronto aperto e costruttivo: si tratta di una rivoluzione importante del nostro sistema di raccolta dei rifiuti, in particolare degli imballaggi in plastica”.
Daniele Di Stefano
Photo: economiacircolare.com
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Rassegna del 28 Novembre, 2025 |
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