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ISSUE
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focus.it

Come fanno le piante ad arrivare sulle isole? Sembra una domanda sciocca, ma pensateci: le piante non si muovono, devono usare altre strategie per espandere il loro areale. Oltretutto non è facile attraversare un braccio di mare e percorrere centinaia o migliaia di chilometri senza zampe o ali.
Finora l'ipotesi più gettonata su questo argomento era legata agli adattamenti delle piante stesse: si pensava che a colonizzare le isole fossero quelle che avevano sviluppato caratteristiche che ne facilitavano la dispersione. In realtà, uno studio pubblicato su Ecology Letters spiega ora che... non è vero: non serve che le piante siano adattate ai lunghi viaggi, ci pensano gli uccelli.
La colonizzazione di Surtsey
Non capita spesso di avere per le mani un intero pezzo di terra "vergine" e studiare in diretta la sua colonizzazione da parte di piante e animali. un'occasione d'oro si è presentata nel 1963, nel mezzo dell'Atlantico settentrionale, quando in seguito ad attività vulcanica l'isola di Surtsey emerse dagli abissi. Studiarne la vegetazione oggi significa quindi capire quali piante siano arrivate per prime, e provare a identificare le caratteristiche che hanno permesso questo lungo viaggio dalla terraferma (32 km dalle coste dell'Islanda).
Dispersione a lungo raggio
Stando alla teoria finora dominante, ci si aspetterebbe di trovare piante con adattamenti specifici per i lunghi viaggi: per esempio, piante che producono frutti particolarmente succulenti che attirano gli uccelli, i quali a loro volta contribuiscono a disperdere i semi. In realtà, le 78 specie di piante di Surtsey non hanno nessuno dei tratti tipicamente associati con una dispersione a largo raggio.
Tutto merito dei volatili
I veri responsabili dell'arrivo della vegetazione sull'isola di Surtsey, dice lo studio, sono invece gli uccelli, in particolare quelli noti per i loro lunghi voli: gabbiani, oche, sterne… Sono stati loro a mangiare frutti e semi di piante di ogni tipo e a trasportarli sull'isola, depositandoli poi sul terreno sotto forma di feci. Tutti questi semi appartengono a piante che non avrebbero avuto altro modo di raggiungere Surtsey, dice lo studio, almeno stando alle teorie classiche.
La scoperta del ruolo degli uccelli nella colonizzazione delle isole non è solo una rivoluzione teorica, ma ha anche implicazioni pratiche: le rotte di migrazione degli uccelli diventano ancora più importanti perché sono utili anche alle piante per migrare e potenzialmente colonizzare nuovi ambienti – qualcosa di essenziale in un mondo in cui il clima cambia così velocemente.
Gabriele Ferrari
Photo: freepik.com
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Rassegna del 28 Novembre, 2025 |
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