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ISSUE 313

Ecco perché viaggiare su rotaia di notte è ancora più green

repubblica.it

Ecco perché viaggiare su rotaia di notte è ancora più green

Il treno ha sfoderato tutta la sua resilienza alla crisi economica scatenata dal Covid-19: aumentano i viaggi, anche quelli di notte e a lungo percorso, e si contribuisce più degli altri mezzi di trasporto all'abbattimento delle emissioni di CO2. Forse per questo la Commissione europea ha eletto il 2021 "Anno europeo del treno" come parte della nuova Agenda verde

 

I viaggi notturni in treno tornano di moda. Il trend della diffusione dei convogli con servizio letti e cuccette sta subendo una marcata inversione di marcia. Da alcuni anni le imprese ferroviarie europee (Deutsche Bahn in testa) cancellavano i collegamenti dai tabelloni di partenza man mano che il materiale rotabile invecchiava. Nelle ultime settimane invece è partita la gara a chi propone la più confortevole notte in wagon-lits, pandemia permettendo (proprio la Germania ha cominciato a ridurre le tariffe del 10% per raggiungere una crescita di 5 milioni di passeggeri l'anno).

 

Il treno, insomma, pare resiliente alla crisi economica scatenata dal Covid19. E non è un caso che, nel ramo trasporti, la palma dell'abbattimento delle emissioni di CO2 spetti ai mezzi su ferro. Forse per questo la Commissione europea ha eletto il 2021 "Anno europeo del treno" come parte della nuova Agenda verde. Quest'anno inoltre entra in vigore in Europa il quarto pacchetto di norme dedicato al trasporto ferroviario, grazie al quale la liberalizzazione del settore può dirsi completa. Ma torniamo all'ambiente.

 

I numeri. Oltre un quinto (21%) delle emissioni globali di gas serra è conseguenza dei trasporti. Di questa parte di emissioni, il 75% è generato dai veicoli su gomma, un 11% dalle navi, un altro 11% dagli aerei e il 2% dai trasporti di materie prime via tubo. Influendo sul bilancio delle emissioni unicamente per l'1%, treni e ferrovie rappresentano il mezzo di trasporto di gran lunga più efficiente e il più green in assoluto. Nel complesso, locomotive e vagoni consumano soltanto il 2% dell'energia richiesta in generale dai trasporti. Però, nel mondo, quelle stesse locomotive e quegli stessi vagoni muovono ogni giorno l'8% delle persone e il 7% delle merci e l'8% delle persone. Inoltre, su un medesimo percorso, la scelta di un vettore piuttosto che di un altro può pesare sul volume di emissioni nocive nell'atmosfera. E sono molti gli studi illuminanti sulla questione.

 

Il viaggio più green. Online esistono alcuni calcolatori che permettono di quantificare le emissioni causate dai vari mezzi di trasporto. Quello sviluppato dall'Icao sembra essere il più attendibile. Stando ai dati, una coppia di persone che per andare da Roma a Londra sceglie l'aereo (distanza 1.433 km), emette in totale 698,8 kg di CO2, cioè 349,4 kg a testa fra andata e ritorno. Lo stesso viaggio, su un treno con 150 persone a bordo (distanza 1.870 km compreso l'attraversamento della Manica) provoca un volume complessivo, fra andata e ritorno, di 52 kg di CO2 a testa, circa l'85% in meno rispetto all'aereo.

 

Secondo Thello, sulla tratta Parigi-Milano e viceversa, un viaggio in treno genera 16 kg di CO2 per passeggero, contro i 90 kg dello stesso viaggio effettuato in aereo. Cifre da prendere con le pinze, d'accordo, perché molte sono le variabili in campo (150 passeggeri tra Roma e Londra sono troppo pochi). La differenza però c'è e non è di poco conto. E rende evidente come viaggiare in treno si riveli l'opzione più sostenibile. Il percorso notturno poi è conveniente perché fa risparmiare fino a un giorno intero sugli spostamenti per lavoro (se mai torneremo a spostarci liberamente).

 

Il treno può salvare l'ambiente. Bruxelles punta molto sul ferro. Uno degli obiettivi dell'Europa a 27 è di trasferire sui treni il 30% del trasporto merci entro il 2030 contro l'attuale 18%. Un altro è quello di convincere il maggior numero di persone possibile a scegliere il treno per i viaggi superiori ai 1000 chilometri, eliminando i sussidi per il trasporto aereo (con conseguente aumento delle tariffe)  e facendo pagare di più i costi dell'inquinamento a chi si ostina a prendere la macchina. Sul versante energetico, la pandemia ha evidenziato come la decarbonizzazione del settore dei  trasporti sia in cima all'agenda sociale.

 

Secondo uno studio della svizzera Ubs Research, i settori aereo e ferroviario potrebbero raggiungere zero emissioni di carbonio entro il 2050. Per i treni si tratterebbe già del 2035-40, mentre gli aerei, almeno in Europa, avrebbero bisogno di un altro decennio. Ma la strada è già stata imboccata. L'infrastruttura ferroviaria è in fase di aggiornamento e ampliamento. Il ciclo di rinnovo di una flotta di aeromobili si è ridotto a 23 anni (21-22 anni in Europa) dai 27 del passato. La futura normativa internazionale sui trasporti, infine, attiverà - nelle previsioni della Ubs - una forte domanda di combustibili sostenibili e di investimenti in nuove tecnologie. Il punto di svolta si avvicina.

 

Vincenzo Foti

 

Photo: Michael Gaida

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