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ISSUE 389

Giornata mondiale dell’acqua, per il report delle Nazioni Unite, promuove la pace

In anteprima su EconomiaCircolare.com, Maurizio Montalto, curatore della versione italiana del Rapporto mondiale delle Nazioni Unite sullo sviluppo delle risorse idriche 2024 ne spiega i punti chiave. “L’acqua promuove la prosperità e la pace"

economiacircolare.com

Giornata mondiale dell’acqua, per il report delle Nazioni Unite, promuove la pace

Attualmente circa la metà della popolazione mondiale vive una condizione di grave scarsità idrica, almeno per una parte dell’anno. Un quarto della popolazione mondiale deve far fronte a livelli di stress idrico estremamente elevati, utilizzando oltre l’80% della propria fornitura annuale di acqua dolce rinnovabile.

 

Nell’Africa subsahariana la popolazione è in crescita e con essa il carico antropico nelle città, il cambiamento degli stili di vita, di produzione e i consumi. Bisogna far fronte a una scarsità idrica di tipo finanziario. Le infrastrutture sono inadeguate o inesistenti, a detrimento della qualità e quantità d’acqua disponibile, e mancano le risorse economiche, per far fronte alla crisi. Ma è un’area nella quale si può continuare a maturare esperienze di condivisione e cooperazione considerato che vanta una presenza elevata di bacini transfrontalieri: stanno insegnando al mondo a gestire i contrasti.

 

Mentre è in Europa che i conflitti armati stanno avendo conseguenze devastanti per le infrastrutture idriche, per la preziosa risorsa e per le popolazioni, che vengono assetate. L’America Latina e i Caraibi fanno scuola: gestiscono centinaia di dighe multifunzioni, che devono garantire la sicurezza alimentare, l’energia e l’acqua per favorire lo sviluppo socioeconomico e contestualmente l’adattamento ai cambiamenti climatici. Affinché ciò avvenga bisogna imparare a creare un equilibrio e la relazione tra tutti gli attori dei processi e superare pacificamente le distanze e le criticità.

 

In Asia e Pacifico la carenza di acqua e sevizi igienici sanitari sicuri è un problema diffuso e aggravato dall’inquinamento. Vi si trovano otto dei dieci fiumi che contribuiscono maggiormente all’inquinamento da plastiche dei mari a livello mondiale. E gli eventi estremi, quali inondazioni e siccità, aggravano l’esposizione alla sete dalla parte più vulnerabile della popolazione. Nella Regione Araba i conflitti di lunga data hanno un grande impatto sulle forniture d’acqua e sulla possibilità di risolvere instaurando rapporti di cooperazione.

 

La via della collaborazione e della pace è necessaria ovunque per superare le ingiustizie a garantire a ogni individuo l’accesso all’acqua e ai sevizi igienico sanitari.

 

Acqua, un diritto universale 

 

Il 22 marzo di ogni anno si celebra la giornata mondiale dell’acqua voluta dalla Nazioni Unite per ricordare il valore della preziosa risorsa. Il World Water Assesment Programme dell’ONU presenta nell’occasione il proprio rapporto. Nel 2024 il focus del report è dedicato alla prosperità e alla pace e prova a indicare la via da seguire, per superare le asperità dei conflitti e garantire il diritto universale all’acqua.

 

Le parole chiave sono cooperazione e comunità. Sono entrambe essenziali per affrontare le sfide poste dalla necessità di acqua, energia e benessere diffuso. Sono questioni interconnesse. Il sistema di produzione energetica utilizza il 10-15% del totale dell’acqua dolce impiegata sul pianeta. E l’acqua arriva nelle abitazioni grazie a sistemi di pompaggio elettrici, che la spingono. L’utilizzo di sistemi di produzione energetica meno idrovori può favorire la maggiore disponibilità d’acqua dolce e una migliore distribuzione e qualità. Ma la tendenza a garantire questa condizione anche tra le fasce disagiate pare ancora marginale e ciò genera conflittualità.

 

I dati disponibili sono ancora pochi per un’analisi esaustiva e i valori del prodotto interno lordo non consentono di attestare la misura dello scompenso nella distribuzione delle ricchezze, nella diffusione delle infrastrutture e nella disponibilità d’acqua e di servizi igienici. Sappiamo però che la mancanza d’acqua genera lo sfollamento d’intere comunità; è la causa di un incremento del 10% delle migrazioni su scala globale. È una percentuale più alta degli sfollamenti causati dai conflitti. Ma può essere causa di conflitti tra ospitati e ospitanti nella competizione nell’uso delle risorse.

 

Per questo è necessario un impegno che promuova la coesistenza pacifica nelle aree d’insediamento. Così come è necessario un’analisi obiettiva che consenta ai Paesi di accompagnare verso scelte di produzione industriale e agricola meno idrovore, tale da temperare la competizione tra l’uso civile e gli altri utilizzi dell’acqua. Politiche che per essere adeguate alle necessità devono favorire processi di partecipazione e il protagonismo delle comunità locali bilanciando la forza attrattiva delle governance centralizzate.

 

La localizzazione delle gestioni, la formazione delle nuove generazioni, la modifica dei materiali e della progettazione finalizzati a una produzione circolare, un modello d’irrigazione più compatibile, una distribuzione più equilibrata delle risorse, può limitare la conflittualità e costituire una barriera alla permeabilità del sistema alle idromafie, in particolare al cybercrime. Solo visione che integrata con un approccio più rispettoso all’ecosistema, può favorire la diffusione della prosperità e la pace tra i popoli.

 

Maurizio Montalto

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