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ISSUE
389
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In tutta l’UE vengono utilizzati molti metodi diversi per misurare le microplastiche nell’acqua potabile, rendendo molto difficile confrontare e interpretare i risultati del monitoraggio. La metodologia standard armonizzata adottata, si legge nel CS della Commissione, aiuterà gli Stati membri a raccogliere informazioni sulla presenza di microplastiche nella loro catena di approvvigionamento idrico.
Come si legge nel testo approvato oggi 11 marzo 2024, le tecniche di analisi utilizzate si dividono in metodi di micro-spettroscopia ottica infrarossa (IR) o Raman, che possono identificare il tipo di polimero nelle singole particelle e fornire informazioni sulle sue dimensioni e sulla sua forma, e metodi di analisi termica, che possono identificare i polimeri contenuti in un campione e quantificare la massa totale di ciascun tipo di polimero. Nel caso dei metodi di micro-spettroscopia ottica IR o Raman, per identificare le composizioni polimeriche occorre confrontare gli spettri delle particelle con quelli di polimeri noti contenuti in una banca dati (libreria spettrale). La dimensione minima rilevabile delle particelle che consente ancora l’identificazione del polimero dipende dai metodi (IR o Raman) e dagli strumenti utilizzati. Nel caso dei metodi di analisi termica, per identificare le composizioni polimeriche occorre confrontare i loro prodotti di decomposizione termica con i prodotti di pirolisi di polimeri noti contenuti in una libreria di spettri di massa. I metodi di analisi termica da soli non sono in grado di fornire informazioni sul numero, sulle dimensioni o sulla forma delle particelle.
Nell’allegato 1 (scaricabile qui) sono quindi le procedure da adottare per misurare la presenza di microplastiche e condividere i dati emersi.
L’iniziativa si collega ad un’altra azione interessante che ha come oggetto la difesa dell’acqua come risorsa primaria e approvato in concomitanza: l’ atto delegato sul riutilizzo dell’acqua da processi di depurazione. Il documento entra nel merito dei processi per la produzione, lo stoccaggio e la distribuzione delle acque depurate e l’identificazione di potenziali pericoli e rischi associati al riutilizzo delle acque reflue.
La Commissione ha pubblicato una comunicazione sul “buono stato ecologico” dei mari e su come utilizzare il mare in modo sostenibile, evitando al tempo stesso significative o danni irreversibili alla vita o agli habitat marini.
Photo: Tosab Photography
Rassegna del 29 Marzo, 2024 |
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