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ISSUE
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greenplanner.it
L’Italia piace ai tedeschi come meta vacanziera e, a quanto sembra, sempre più italiani scelgono la Germania per passare le vacanze. Vediamo perché…
“L’Italia è il primo Paese all’estero” ha avuto modo di confidarci l’amministratore delegato di Enit, Ivana Jelinic, di cui i tedeschi hanno più conoscenza e informazioni a riguardo di influenza culturale in termini di moda, intrattenimento, brand, tendenza, patrimonio culturale, vocazione turistica.
I dati affermano che i tedeschi amano così tanto l’Italia che scelgono di tornarci più volte. E spesso ci restano, comperando casa. L’ Agenzia Nazionale del Turismo ha recentemente rilasciato anche dei dati su cui ragionare. A partire dai 12 milioni di turisti arrivati lo scorso anno per una quota del 15% sul totale viaggiatori internazionali del periodo.
Inoltre, la spesa dei visitatori tedeschi in Italia nei primi 9 del 2023 si attesta a circa 6,8 miliardi di euro, con un’incidenza del 16,4% sul totale delle entrate internazionali del periodo (Ufficio Studi Enit). Nel 2023 la durata media delle vacanze principali dei tedeschi è stata di 12 giorni (Bat Stiftung für Zukunftsfragen).
Il Green Belt della Germania verde
Va però anche detto che sempre più italiani vanno a scoprire la Germania per diletto e non come meta di business. Succede anche grazie a una serie di offerte che l’Ente Nazionale Germanico per il Turismo (Deutsche Zentrale für Tourismus) rilascia accostando arte, storia e natura.
È il caso del Green Belt, un corridoio verde largo fra i 50 e i 200 metri che attraversa tutta la Germania per 1.393 chilometri. Là dove una volta correvano i confini della Cortina di Ferro, ora si può immergersi nella forza della natura con ecosistemi che vanno dalle praterie alle zone umide.
Tocca inoltre 40 parchi nazionali (di cui 6 transfrontalieri) e oltre 3.200 riserve naturali che vi si affacciano direttamente o si trovano a una distanza massima di 50 km. Il percorso, poi, è perfetto anche per chi ama le attività outdoor fra storia e cultura, perché questi non sono soltanto luoghi della natura ma anche luoghi della memoria.
Il progetto nasce da un’idea di un’associazione ambientalista Bund, Friends of The Earth Germany.
L’origine del progetto risale a un documentario naturalistico girato nel 1988 dal biologo Heinz Sielmann lungo la Cortina di Ferro, che presentava la natura rigogliosa e la ricchezza faunistica della striscia della morte: questa zona off limits all’ombra di recinzioni e torrette di guardia, disabitata e tenuta sgombra dalla vegetazione alta, era rimasta allo stato naturale per decenni divenendo rifugio di molte specie animali anche in via d’estinzione come l’averla cenerina e il pettirosso comune, e aveva dato vita a un lungo corridoio verde di straordinaria biodiversità ben oltre la Germania.
Lungo l’ex confine delle due Germanie si incontrano 4 centri informazioni e 48 siti museali e commemorativi per non dimenticare gli anni cupi di cui la natura di questi luoghi fu muta testimone. Il Green Belt è in lizza per essere nominato sito patrimonio dell’Unesco.
Camilla Galli Macricé
Photo: Thomas
Rassegna del 29 Marzo, 2024 |
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