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ISSUE 398

Rapporto Rifiuti Speciali 2024

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Rapporto Rifiuti Speciali 2024

L'Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale (ISPRA), lo scorso 18 luglio, ha diffuso i dati relativi alla ventitreesima edizione del Rapporto Rifiuti Speciali 2024.

 

Il Rapporto fornisce i dati aggiornati al 2022, a livello nazionale e regionale, su produzione e gestione dei rifiuti speciali pericolosi e non pericolosi (per la gestione anche a livello provinciale), oltre che su import/export.

 

Il documento, predisposto dal Centro Nazionale dei rifiuti e dell’economia circolare in collaborazione con le Agenzie regionali e provinciali per la protezione dell’ambiente, esamina oltre 60 indicatori elaborati a livello nazionale, di macroarea geografica e regionale, nonché per attività economica e per tipologia di rifiuto.

 

Dall'analisi emerge che nel 2022, il conflitto in Ucraina e la crisi energetica hanno influenzato negativamente l'economia italiana, causando una riduzione nella produzione di rifiuti speciali rispetto al 2021. Le attività industriali, commerciali, artigianali, di servizi, di trattamento dei rifiuti e di risanamento ambientale hanno generato complessivamente 161,4 milioni di tonnellate di rifiuti speciali, registrando una diminuzione del 2,1%, equivalente a oltre 3,4 milioni di tonnellate in meno rispetto all'anno precedente.

 

La metà (50%) della produzione complessiva di rifiuti speciali proviene dalle attività di costruzione e demolizione (88,8 milioni di tonnellate), settore che si conferma nuovamente quello con la maggiore produzione di rifiuti speciali. Per questa tipologia di  rifiuti risulta significativa la percentuale di riciclo (79,8%), che riguarda prevalentemente la produzione di rilevati e sottofondi stradali. 

 

Le regioni che producono più rifiuti speciali sono Lombardia (35,3 milioni di tonnellate), Veneto (17,1 milioni) ed Emilia Romagna (14,5 milioni). Al Centro la maggiore produzione è nel Lazio (11,2) e al Sud in Campania (10,3).

 

Per ulteriori informazioni e per la visione del Rapporto, consultare il sito web di ISPRA.

 

 

Photo: Nathan Copley

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