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greenplanner.it
Il progetto Bologna città 30 Km/h, dopo un anno, permette già di discutere dati alla mano se la riduzione di velocità in città aiuta a diminuire il numero di incidenti e di vittime: sembra proprio di sì…
Partita con grandi obiettivi, osteggiata in mille maniere, il piano di Bologna città 30 compie un anno e si cominciano a trarre i risultati significativi. Sono dati statistici che si possono definire di lungo periodo, perché un anno è un tempo significativo per una statistica. E questi dati parlano chiaro: “nessun pedone è morto investito” (vedi tabella).
Questo ultimo potrebbe sembrare un traguardo da poco ma, tenendo conto che questa circostanza non si verificava dal 1991, il quadro di percezione della notizia cambia completamente, specie se si è un parente oppure un amico della vittima. Mancata, in questo caso.
Dati raggiunti anche grazie a una strategia fatta non solo di divieti, ma anche di incentivi. A Bologna, infatti, non si sono limitati solo alla riduzione della velocità.
Sono andati oltre con il sostegno alla modalità condivisa come il bike sharing “gestito da RideMovi, che per la prima volta sfonda il muro di 3 milioni di corse in totale e, nel confronto tra annualità, vede un aumento di oltre due terzi delle corse effettuate con la flotta di e-bike e bici tradizionali disponibili in condivisione: +69%, che equivale in termini assoluti a 1.275.558 corse in più nel 2024, rispetto alla media del 2022 e 2023“.
Oppure, “l’utilizzo dei servizi di car sharing, gestiti in città da Corrente e da Enjoy, che ha visto un aumento medio del 44%, passando da 47,5 nel 2023 a 68,6 nel 2024 noleggi medi al mese per ogni auto della flotta (i dati si riferiscono al periodo gennaio-settembre di ciascun anno, i più aggiornati disponibili a oggi)“.
Altro dato da non sottovalutare è l’aumento di spostamenti in bicicletta che stanno a testimoniare l’efficacia della riduzione della velocità: meno automobilisti veloci nel traffico, meno sgasate e gente normale che ricomincia a considerare la bicicletta un’opzione di trasporto meno rischiosa.
Ergo, torna in bicicletta, facendo un gran favore a quelli che per mille motivi devono (o vogliono) continuare a usare l’auto. Si legge infatti sulla pagina del sito del Comune di Bologna “[…] si è registrato un rilevante aumento dei flussi di biciclette: +10%, corrispondente a oltre 140mila transiti su due ruote in più soltanto considerando i 3 punti della città monitorati in modo continuo nel corso del 2024: Tangenziale delle biciclette a porta San Vitale, via San Donato e via Parri (è escluso il contatore di via Sabotino, temporaneamente disattivo dall’autunno per lavori di manutenzione). Si tratta di 1,58 milioni di passaggi dal 1° gennaio al 31 dicembre 2024 rispetto alla media di 1,44 milioni dei due anni precedenti“.
Insomma, un bilancio fortemente positivo che speriamo convinca anche altre amministrazioni comunali, specie di città con il traffico auto allo spasimo, a intraprendere lo stesso percorso.Ecco qualche numero percentuale:
-13,10% incidenti totali
-48,72% persone decedute
-11,08% persone ferite
-9,78% incidenti con feriti
-20,71% incidenti senza feriti
+36,00% persone in prognosi riservata
In numeri assoluti, si legge ancora sul sito del comune di Bologna, i valori percentuali riportati (relativamente al fatto che in media all’anno erano 12 nel decennio 1994-2003, 7 nel 2004-2013, 6 nel 2014-2023) significano:
371 incidenti in meno (2.457 nel 2024 rispetto ai 2.828 di media 2022-2023)
269 persone ferite in meno (2.159 rispetto a 2.428)
una media di 9,5 persone decedute in meno (10, di cui nessun pedone, rispetto a 21 nel 2022 e 18 nel 2023 e dunque 19,5 di media aritmetica)
191 incidenti con feriti in meno (1.758 rispetto a 1.949)
176 incidenti senza feriti in meno (672 rispetto a 848)
4,5 persone in prognosi riservata in più (17 rispetto a 12,5 in media, ma storicamente l’andamento di questo dato è sempre stato molto variabile negli anni)
Sarà interessante, prossimamente, verificare quanto tutto questo abbia influito positivamente sui costi sociali che la città intera non ha dovuto sostenere. Costi che secondo l’Istat nel 2023 sono stati, a livello nazionale, di 18 miliardi di euro. Pari all’1% del Pil. Una cifra enorme che potrà essere dedicata ad altre spese, certamente più opportune e proficue.
Tanti dati positivi e ancora un discreto lavoro da fare, come sempre, specie per chi fa da capofila. Dando per scontato che allungando i tempi delle statistiche, alcuni valori di picco saranno destinati ad ammorbidirsi.
Ma con la assoluta consapevolezza che le persone “sono anche andate a lavorare” [cit. Matteo Salvini] nonostante la riduzione della velocità delle auto in strada.
Marco Fardelli
Rassegna del 24 Gennaio, 2025 |
17 di 22 della rassegna... |
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