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L’Europa finanzia numerose ricerche e centinaia di progetti innovativi ogni anno; le proposte vagliate sono migliaia e soltanto una parte delle richieste viene approvata… come mai? Cosa serve per far accettare la propria proposta? Ve lo spieghiamo in questo articolo.
Partecipare a Horizon Europe, il più ambizioso programma europeo per la ricerca e l’innovazione, è un’opportunità straordinaria ma anche una sfida non da poco.
Ogni anno migliaia di ricercatori e organizzazioni presentano proposte, ma solo una parte riesce a emergere con successo. Qual è la differenza tra chi vince e chi resta indietro?
Per trasformare un’idea in un progetto finanziabile, non basta solo entusiasmo: serve una strategia precisa, un’organizzazione attenta e la collaborazione efficace tra partner. Spesso, la risposta sta nella capacità di evitare gli errori più comuni nella preparazione dell’application.
Partecipazione a Horizon Europe: preparazione, pianificazione e impatto
Prima di inviare una proposta, è fondamentale lavorare su tre aspetti chiave:
la preparazione, quindi conoscere bene il bando e orientarsi nel mondo dei finanziamenti europei
la pianificazione, fase necessaria per costruire una proposta chiara, concreta e realistica
l’impatto per puntare fin da subito al valore reale e duraturo del progetto
La prima regola è conoscere il terreno su cui si gioca. Prima di tutto, infatti, bisogna leggere con attenzione il Programma di lavoro annuale corrispondente al periodo di uscita del bando Horizon Europe scelto, per capire obiettivi e priorità.
Non meno importante è conoscere le politiche europee correlate, per allineare l’idea progettuale con le esigenze che l’Europa si è prefissata. Studiare i criteri di valutazione aiuta a prevenire errori e a rafforzare i punti più deboli.
Bisogna inoltre sapere se il finanziamento sarà a somma forfettaria o a costi reali: questa differenza incide sulla progettazione e sulla rendicontazione. Un consorzio solido, formato da partner complementari e internazionali, è un must.
Esistono strumenti e reti per individuare i collaboratori giusti e occasioni informative come webinar o giornate dedicate infoday, spesso disponibili online, come quelli organizzati dall’Agenzia per la Promozione della Ricerca Europea (Apre).
Attenzione, però: non si deve mai sottovalutare il tempo necessario per scegliere i partner e per leggere le regole del bando. Procrastinare e lasciare tutto all’ultimo minuto rischia di compromettere la qualità della proposta.
Evitate di leggere distrattamente le regole del bando, rischiando di incorrere in errori di ammissibilità. Non scegliete i partner in fretta o senza criterio, rischiando di compromettere la qualità del progetto. Non rinviate eccessivamente la consegna della proposta: la fretta è cattiva consigliera e all’ultimo minuto può portare a imprecisioni o problemi tecnici.
Pianificazione: il cuore della proposta
Una buona idea da sola non basta. Una volta chiariti i contenuti, serve organizzare il progetto con rigore. La struttura deve essere logica e coerente, con una metodologia chiara e un budget realistico, che rispecchi le attività previste.
È importante rispettare tutti i requisiti del bando, inclusi i limiti di pagine e le formalità specifiche, oltre a considerare gli aspetti trasversali come la multidisciplinarietà, l’inclusione di discipline umanistiche, l’open science e gli aspetti etici.
La chiarezza è fondamentale: less is more. Meglio una proposta semplice, diretta e focalizzata, che molte pagine piene di obiettivi poco concreti. Non vanno trascurate neppure le questioni di genere: se necessario, bisogna presentare un Gender Equality Plan dettagliato, soprattutto per enti pubblici o istituti di ricerca.
Bisogna evitare obiettivi troppo generici o numerosi, che rischiano di confondere chi legge, o lasciare questioni etiche o di genere in secondo piano. Non superate i limiti di pagine indicati dal bando.
Impatto: pensare in grande, ma con i piedi per terra
Ogni proposta deve nascere con l’obiettivo di generare un impatto concreto e duraturo. Bisogna spiegare chiaramente quale problema si intende risolvere, perché è urgente affrontarlo ora e quali benefici porterà a chi ne usufruirà.
Fin dall’inizio, infatti, ogni proposta deve avere ben chiaro quale problema affronta, perché è urgente e a chi interessa. L’impatto del progetto – sul mercato, la società, l’ambiente o la tecnologia – deve essere concreto, dimostrabile e sostenibile nel tempo.
Il consorzio deve mostrare di avere le competenze e l’esperienza per portare avanti il progetto, con un piano di gestione efficace, strategie per comunicazione e diffusione dei risultati e un approccio proattivo alla gestione dei rischi.
È fondamentale saper distinguere bene tra risultati, output, outcome e impatto, perché solo così i valutatori potranno apprezzare il valore reale del progetto.
Prepararsi bene, pianificare con attenzione e puntare all’impatto: questa è la strada per avere successo in Horizon Europe, trasformando le idee in progetti capaci di lasciare il segno e contribuire concretamente al futuro dell’innovazione in Europa.
Uno sguardo al futuro: il nuovo bilancio Ue e Horizon Europe 10
Con l’avvicinarsi del nuovo Quadro finanziario pluriennale (Qfp) 2028–2034, l’Europa si prepara a rilanciare il proprio impegno sulla ricerca e l’innovazione attraverso Horizon Europe 10, il prossimo programma quadro in fase di definizione.
Le prime anticipazioni parlano di una strategia ancora più orientata alla transizione verde e digitale, alla resilienza tecnologica e alla sicurezza economica dell’Europa.
Il nuovo bilancio Ue, in fase di negoziazione, punta a rafforzare il ruolo della scienza per affrontare le grandi sfide globali: cambiamento climatico, salute, intelligenza artificiale, difesa e sostenibilità industriale.
Sebbene i dettagli definitivi saranno disponibili nei prossimi mesi, è già chiaro che Horizon Europe 10 darà grande importanza all’impatto socioeconomico dei progetti, alla scienza aperta, alla collaborazione pubblico-privato e al coinvolgimento più ampio dei cittadini europei nella definizione delle priorità di ricerca.
Prepararsi ora, seguendo l’evoluzione dei lavori che si svolgono a Bruxelles e partecipando magari anche alle consultazioni pubbliche, che la Commissione europea propone periodicamente, può fare la differenza per chi vuole posizionarsi in anticipo nel nuovo scenario europeo della ricerca.
Ida Ciaralli
Photo: frimufilms - freepik
Rassegna del 02 Agosto, 2025 |
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