La Newsletter di ESO
ISSUE 422

La Corte internazionale di giustizia: «I Paesi che sconvolgono il clima paghino»

Il parere della Corte internazionale di giustizia non è vincolante, ma serve come indicazione giuridica nella lotta ai cambiamenti climatici

valori.it

La Corte internazionale di giustizia: «I Paesi che sconvolgono il clima paghino»

È una giornata storica per la lotta ai cambiamenti climatici. E per il diritto internazionale. Oggi la Corte internazionale di giustizia, la più alta corte delle Nazioni Unite, ha emesso infatti l’atteso parere sugli obblighi giuridici degli Stati in materia di cambiamenti climatici. L’Alta corte ha stabilito che la «violazione degli obblighi climatici da parte di uno Stato» costituisce «un atto illecito a livello internazionale che impegna la sua responsabilità». E che può quindi comportare risarcimenti ai Paesi colpiti.

 

Il parere, che si estende per oltre 500 pagine, ha valore consultivo e non vincolante. Ma, essendo stato emesso dalla massima autorità giudiziaria delle Nazioni Unite, stabilisce una volta per tutte una solida e – si spera – univoca interpretazione giuridica. La quale servirà per orientare le azioni o le decisioni future di legislatori, avvocati e giudici in tutto il mondo.

 

Il parere della Corte internazionale di giustizia

 

«La Corte rileva che le conseguenze dei cambiamenti climatici sono gravi e di vasta portata. Colpiscono sia gli ecosistemi naturali che le popolazioni umane. Queste conseguenze evidenziano l’urgente ed esistenziale minaccia rappresentata dai cambiamenti climatici», ha dichiarato il presidente della Corte internazionale di giustizia, Yuji Iwasawa, durante le due ore di lettura del parere. «Gli effetti negativi dei cambiamenti climatici rischiano di compromettere significativamente l’effettivo godimento di alcuni diritti umani. Come il diritto alla salute e il diritto a un adeguato tenore di vita».

 

«La mancata adozione da parte di uno Stato di azioni appropriate per proteggere il sistema climatico dalle emissioni di gas serra, anche attraverso la produzione di combustibili fossili, il consumo di combustibili fossili, la concessione di licenze di esplorazione di combustibili fossili o l’erogazione di sussidi per i combustibili fossili, può costituire un atto illecito a livello internazionale imputabile a tale Stato», ha continuato il giudice.

 

«Nel caso in cui la restituzione si riveli materialmente impossibile, gli Stati responsabili hanno l’obbligo di risarcire», ha poi aggiunto per quel che riguarda i danni provocati. «Le conseguenze giuridiche derivanti dalla commissione di un atto illecito a livello internazionale possono includere […] il pieno risarcimento del danno subito dagli Stati lesi. Sotto forma di restituzione, indennizzo e soddisfazione». Nel parere dell’Alta corte si legge poi che deve essere stabilito «un nesso causale diretto e certo tra l’atto illecito e il danno». Il che è certamente difficile da stabilire dinanzi a un tribunale. Ma «non impossibile», hanno concluso i quindici giudici della Corte internazionale di giustizia riuniti all’Aja

 

«Oggi siamo entrati in una nuova era di responsabilità per il clima»

 

Il parere della Corte internazionale di giustizia mette alle strette le grandi nazioni inquinanti, in primis Stati Uniti e India, che fino all’ultimo si sono opposte. E tutela invece i Paesi più poveri e più colpiti dai cambiamenti climatici. Questa sentenza storica arriva dopo una richiesta all’Aja portata avanti da mesi da migliaia di organizzazioni. Anche se la campagna era stata pensata ancora prima, nel 2019, dagli studenti di legge dell’Università Vanuatu. Una minuscola isola del Pacifico meridionale, ogni giorno di più sommersa dall’acqua per colpa dei cambiamenti climatici. Un puntino minuscolo. Poco più grande di una città se sovrapposto sulla mappa degli Stati Uniti o dell’India. A volte Davide riesce a sconfiggere Golia.

 

«Oggi siamo entrati in una nuova era di responsabilità per il clima. La più alta corte del mondo lo ha detto chiaramente. Le attività che danneggiano il clima violano il diritto internazionale e i diritti delle persone», ha commentato Elisa Morgera, Special rapporteur sui cambiamenti climatici e i diritti umani delle Nazioni Unite. «I governi devono ridurre le emissioni per proteggere la vita delle persone e devono risarcire i danni che hanno già causato. Il diritto a un ambiente pulito, sicuro e sano è inseparabile dal diritto alla vita, alla salute e alla dignità. La sentenza della Corte riflette questa verità. La strada per i grandi emettitori è chiara. Agire ora per eliminare gradualmente i combustibili fossili, sostenere le comunità colpite e allineare le leggi e le finanze nazionali agli obblighi internazionali».

 

Luca Pisapia

Torna alle notizie GOGREEN

Rassegna del 02 Agosto, 2025

17 di 22 della rassegna...

Assegnate le Spighe Verdi 2025: Sono 90 i Comuni virtuosi

confagricoltura.it

Rifiuti, per il recupero degli speciali record del 73%. In calo conferimento in discarica

ilsole24ore.com

L’Europa fa il bagno nella sicurezza: eccellente la qualità delle acque balneabili nel 2024

nonsoloambiente.it

Al via a Ginevra l’ultimo round per un trattato globale contro l’inquinamento da plastica

greenreport.it

Ridurre le risorse per una vera economia circolare: l’appello di Zero Waste Europe

economiacircolare.com

Candidare un progetto a Horizon Europe: ecco come ottenere i finanziamenti

greenplanner.it

La guerra minaccia i semi: la corsa contro il tempo per salvare la biodiversità agricola

valiori.it

La Corte internazionale di giustizia: «I Paesi che sconvolgono il clima paghino»

valori.it

Caldo estivo o velocità: cosa impatta davvero sull’autonomia dei veicoli elettrici?

greencity.it

Emissioni di CO2: resta un piccolo margine per evitare la crisi climatica irreversibile

focus.it

Transizione Green 5.0, innovazione ed ecologia a costo zero: pioggia di incentivi per chi punta su digitale e sostenibilità

biopianeta.it

L’Africa soffoca sotto il peso dei nostri abiti usati, e la colpa è del fast fashion

greenpeace.org

Ecomondo 2025, il Textile District guarda al futuro del tessile e della moda

economiacircolare.com

La missione di Milano-Cortina: realizzare i Giochi invernali più verdi di sempre

tpi.it

Caramel, parte il progetto per trasformare le batterie esauste in litio e materiali strategici

greenplanetnews.it

Ci prendiamo una pausa… per tornare ancora più green!

ESO

Società Benefit arl

Via Giuseppe Ungaretti, 27 - I 20073 - OPERA - MI

Tel. (+39) 02.530.111 R.A. - Fax (+39) 02.530.11.209 - info@eso.it - www.eso.it


P.IVA IT 13288930152 - N. Iscr. Reg. delle Imprese di Milano 13288930152

REA 1636344 - Capitale sociale € 300.000,00


Iscritto all’Albo Nazionale Gestori Ambientali

Sezione Regione Lombardia - Iscrizione n° MI31797

Iscritto all’Albo Nazionale per il Trasporto Conto Terzi. - Iscrizione n° MI-0884798-E


© Copyright 2022 - All Rights Reserved

GOGREEN® è un marchio registrato di ESO - © 2022