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Il 1° ottobre scorso LifeGate ha presentato i risultati del 10° Rapporto nazionale sugli stili di vita degli italiani realizzato in collaborazione con l’Istituto Eumetra MR. Lo studio si basa sulle interviste a 800 persone con sovracampionamento di 500 casi sulle città di Roma e Milano e suggerisce qualche riflessione interessante.
Secondo i dati raccolti, dal 2015 l’interesse degli italiani, rispetto ai temi legati alla sostenibilità sociale e ambientale, è balzato dal 41% al 77% dei cittadini, pari a 38 milioni di italiani che si stima siano appassionati e interessati ai temi della sostenibilità.
Il 23% di italiani che nel 2015 affermavano di conoscere il concetto di sostenibilità è cresciuto quest’anno fino al 52% (+29%), con il 68% degli intervistati che considera le tematiche ambientali un tema ‘sentito’ (era il 48% nel 2015). Per quanto riguarda gli scenari per i prossimi dieci anni: il 46% degli italiani teme che il cambiamento climatico sarà un problema sempre più rilevante.
In questo processo di presa di coscienza un ruolo importante è attribuito ad internet seguito dai social media mentre la televisione si piazza al terzo posto ma solo per la popolazione più adulta. Meno significativa invece la diffusione di informazioni mediante la promozione dei prodotti, i libri e i programmi scolastici seppur qualcosa nelle scuole si stia muovendo come indica il 28% dei ragazzi della generazione z.
Da chi gli italiani si aspettano il maggior impegno su questi temi? Innanzi tutto dalle istituzioni e dalla politica (78%) seguite a distanza da aziende, dai consumatori e dalla società civile. Una piccola quota pensa che la finanza abbia un ruolo nel determinare le politiche green.
Alcune domande hanno riguardato i consumi e i comportamenti d’acquisto.
Rispetto a dieci anni fa, l’assoluta maggioranza dei nostri connazionali presta più attenzione alla qualità del cibo (88 %), alla provenienza, alle materie prime e alle etichette dei prodotti che acquista (rispettivamente 86, 84 e 79 %).
Ed ecco la fatidica domanda: sei pronto a pagare un po’ di più un prodotto sostenibili? Per quanto riguarda la moda solo il 24% risponde di sì, dato che aumenta al 26% quanto di tratta di generazione z ma si intuisce che l’attenzione è concentrata su altri prodotti sensibili: energia e riscaldamenti, assicurazioni contro i danni da eventi climatici, depurazione acqua, cibo e cosmetici. I prodotti presentati come green sono inoltre troppo costosi e questo limita la possibilità di sceglierli (oltre il 60%) e non è detto che siano poi così green (33%). Andando a fondo si scopre che solo il 14% sceglie davvero capi sostenibili.
Insomma: gli effetti dell’inflazione sul potere d’acquisto e un po’ di sfiducia nella possibilità di ridurre le criticità ambientali con le proprie azioni si sentano e anche se -è bene sottolinearlo- la popolazione italiana è più sensibile rispetto 10 anni fa, anche grazie all’apporto dei giovanissimi. Comprare beni sostenibili costa a volte troppo e il greenwashing ha forse minato un po’ la fiducia dei consumatori.
Aurora Magni
Rassegna del 11 Ottobre, 2024 |
18 di 23 della rassegna... |
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