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ISSUE
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greenplanner.it
Dalla soluzione di Fleet management al riuso dei dispositivi di protezione individuale: ecco come un’azienda come Hilti applica azioni di riuso e recupero di materiale cui dà sempre una seconda vita.
Economia circolare e sharing economy a volte si incrociano dando vita ad azioni pratiche veramente interessanti sotto molti punti di vista, di sicuro anche ambientale. Ce ne siamo accorti approfondendo un servizio offerto da Hilti che noleggia attrezzature anziché venderle.
Siamo nel settore dell’edilizia, con un’azienda che con il proprio servizio di Fleet management fa sì che nei cantieri ci siano sempre utensili puntualmente aggiornati, manutenuti e protetti (anche da furti). Infine, ne garantisce lo smaltimento seguendo le migliori procedure, anche di riuso.
Un ottimo stile di sicurezza, tema assai decisivo nei cantieri. Di questo e di come nasce in Hilti il tema dell’economia circolare parliamo questa volta con Alice Matteucci, Southern Europe Sustainability Manager di Hilti, con una lunghissima carriera in questa azienda fondata nel Liechtenstein.
La procedura dei servizi di Fleet management, quindi, è facilmente applicabile e la possibilità di farla propria molto alta: a fronte di un canone mensile, il servizio permette di massimizzare la produttività degli attrezzi, ridurre gli imprevisti e i costi di gestione.
Un esempio lampante della trasformazione dell’idea di prodotto da proprietà a servizio, una delle basi fondanti della circolarità e della sostenibilità, in cui l’attrezzo non è più un prodotto che si compra e poi si butta.
Hilti, infatti, si prende in carico l’analisi di tutti gli attrezzi, per verificare se alcune loro parti possano essere riutilizzate come pezzi di ricambio per la manutenzione di elettroutensili.
Giusto per dare la grandezza di questa attività, nel 2023 grazie al modello di noleggio operativo degli elettroutensili, il gruppo Hilti ha riutilizzato tra attrezzi e componenti circa 150 tonnellate di materiale, come dire il peso di 30 elefanti adulti o quasi 4 Boeing 737 che non sono “finiti in soffitta”.
Le valigette rosse…
In aggiunta, tramite i suoi partner esterni che si occupano di gestione dei rifiuti, l’azienda riesce a recuperare quanto più materiale possibile (plastica, rame, metalli) da reimmettere nel circuito produttivo.
Tra i progetti che Hilti sta portando avanti, ce n’è uno in Europa che interessa le valigette rosse che contengono i suoi utensili, con l’obiettivo di produrle con materiale totalmente riciclato e recuperato da quelle giunte a fine vita.
È un’ottima procedura che si sta diffondendo anche a livello consumer, basata sull’idea: “quando un bene lo si usa per poco tempo, perché averne la proprietà?“. Qui si innescano precisamente le buone pratiche della sharing economy.
Altri spunti di economia circolare in Hilti
Interessante ricordare, come citato dalla stessa manager, anche il progetto interno a Hilti Back to work: grazie al partner Eso, si interviene sul fine vita dei dispositivi di protezione individuale.
Stiamo parlando di elmetti, guanti e mascherine usati dai dipendenti Hilti, che posso essere smaltiti negli EsoBox presenti nelle varie sedi aziendali.
Rifiuti che finirebbero in discarica trovano quindi nuova vita come materia prima seconda per la realizzazione di pavimentazioni sportive e ludiche.
M.Cristina Ceresa
Rassegna del 06 Dicembre, 2024 |
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