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ISSUE
426
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terranews.it
Il suolo è una delle risorse più preziose del pianeta: sostiene l’agricoltura, regola il ciclo dell’acqua e ospita una biodiversità fondamentale per l’equilibrio degli ecosistemi. Quando però viene contaminato da sostanze nocive, diventa non solo un rischio ambientale, ma anche una minaccia diretta per la salute umana e per le attività economiche legate al territorio. La bonifica dei terreni contaminati rappresenta quindi una priorità strategica, sia a livello locale che globale.
Dalla gestione tradizionale alla necessità di innovazione
Fino a qualche decennio fa, il recupero dei suoli avveniva principalmente attraverso pratiche tradizionali, come la rimozione e lo smaltimento del terreno inquinato. Questa strategia, seppur efficace nel breve termine, presentava limiti evidenti: costi elevati, consumo di spazio per le discariche e difficoltà nel gestire i volumi di materiali contaminati. Con l’aumento della consapevolezza ambientale e l’introduzione di normative sempre più stringenti, si è compreso che servivano metodi più sostenibili ed efficienti. È in questo contesto che si inseriscono le nuove tecniche di bonifica, capaci non solo di ridurre l’impatto ecologico, ma anche di restituire al suolo funzioni vitali e valore economico.
Le principali fonti di contaminazione
Le cause dell’inquinamento del suolo sono molteplici: le più comuni riguardano la contaminazione del suolo da idrocarburi, dovuta a perdite da serbatoi o incidenti industriali e l’accumulo di metalli pesanti provenienti da processi manifatturieri. Anche l’uso intensivo di pesticidi e fertilizzanti chimici contribuisce a compromettere la qualità del terreno. Queste sostanze, se non trattate, possono penetrare in profondità, raggiungere le falde acquifere e propagarsi nell’ambiente, con conseguenze durature. La gestione moderna della bonifica non può quindi limitarsi alla rimozione superficiale, ma deve affrontare il problema alla radice.
Tecniche tradizionali: pregi e limiti
Tra i metodi storicamente più utilizzati figurano la messa in sicurezza permanente, che consiste nell’isolare il terreno contaminato per impedirne la dispersione, e la termodistruzione, che mira a eliminare gli inquinanti tramite alte temperature. Queste tecniche, seppur efficaci in determinati contesti, si rivelano spesso poco sostenibili. L’elevato consumo energetico, i costi di trasporto e i rischi associati alla movimentazione dei materiali contaminati hanno spinto ricercatori e imprese a sviluppare soluzioni più rispettose dell’ambiente e meno onerose per la collettività.
Soil washing: una tecnologia al servizio della sostenibilità
Tra le metodologie innovative, il soil washing per bonifica si distingue per la sua versatilità ed efficacia. Questa tecnica utilizza acqua, eventualmente associata a detergenti o additivi, per separare le particelle di suolo contaminate da quelle pulite.
Il processo si basa su un principio semplice: gli inquinanti tendono a legarsi alle frazioni più fini del terreno, come limo e argilla. Attraverso il lavaggio, queste vengono isolate, riducendo drasticamente il volume di materiale da smaltire e consentendo il riutilizzo delle frazioni non contaminate. In questo modo, il soil washing coniuga efficienza, riduzione dei rifiuti e recupero di risorse, rivelandosi una soluzione particolarmente adatta in ottica di economia circolare.
Impianti di bonifica: innovazione e sicurezza
Il successo di queste tecniche è strettamente legato allo sviluppo degli impianti di bonifica, che negli ultimi anni hanno raggiunto standard tecnologici elevatissimi. Strutture mobili o stabili, dotate di sistemi di controllo avanzati, permettono di trattare grandi quantità di terreno con precisione e rapidità. Questi impianti non si limitano al soil washing, ma integrano diverse metodologie a seconda della natura degli inquinanti: trattamenti biologici, processi termici controllati o tecniche di stabilizzazione chimica. La flessibilità operativa è ciò che consente di adattare ogni intervento alle caratteristiche specifiche del sito, massimizzando i risultati e minimizzando l’impatto ambientale.
Il ruolo della ricerca e delle normative
L’evoluzione dei metodi di bonifica è il frutto di una forte spinta normativa e scientifica. Le direttive europee e le leggi nazionali hanno imposto standard rigorosi in materia di qualità del suolo, incentivando l’adozione di pratiche sostenibili. Parallelamente, la ricerca ha aperto nuove prospettive, sviluppando tecnologie ibride che combinano approcci fisici, chimici e biologici. Un esempio è rappresentato dai trattamenti di biorisanamento, che sfruttano la capacità di microrganismi selezionati di degradare sostanze inquinanti. In combinazione con il soil washing, queste soluzioni offrono interventi integrati ad alta efficacia.
Vantaggi ambientali ed economici
Il passaggio dai metodi tradizionali a quelli innovativi non rappresenta solo un progresso tecnologico, ma anche un’opportunità concreta per comunità e imprese. Tecniche come il soil washing consentono di recuperare materiali riutilizzabili, riducendo i costi di smaltimento e restituendo valore al suolo. Dal punto di vista ambientale, questi approcci minimizzano l’impatto sugli ecosistemi, limitano le emissioni di CO₂ e favoriscono un uso più razionale delle risorse. In una prospettiva di lungo periodo, ciò significa costruire un modello di gestione dei suoli più sostenibile e coerente con gli obiettivi internazionali di lotta al cambiamento climatico. La bonifica dei suoli contaminati è passata da una gestione tradizionale, spesso emergenziale e costosa, a un approccio più scientifico, sostenibile e innovativo. Tecniche come il soil washing, supportate da impianti di bonifica all’avanguardia, testimoniano come sia possibile trasformare un problema ambientale in un’opportunità di recupero e valorizzazione delle risorse. Guardando al futuro, la sfida sarà integrare sempre di più queste metodologie con strategie di prevenzione e monitoraggio, per ridurre alla radice i rischi di contaminazione. Solo così sarà possibile garantire suoli sani, capaci di sostenere non solo la produzione agricola e industriale, ma anche la qualità della vita delle generazioni future.
Foto: ededchechine - freepik
Rassegna del 10 Ottobre, 2025 |
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