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ISSUE 426

Non è buono lo stato di salute dell’ambiente in Europa, anche l’Italia soffre, Rapporto EEA

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Non è buono lo stato di salute dell’ambiente in Europa, anche l’Italia soffre, Rapporto EEA

In Europa sono stati compiuti progressi significativi nella riduzione delle emissioni di gas serra e dell’inquinamento atmosferico, ma lo stato generale dell’ambiente del vecchio continente non è buono, soprattutto per quanto riguarda la natura, che continua a subire degrado, sfruttamento eccessivo e perdita di biodiversitàe per le risorse idriche che sono sempre più sotto pressione.

 

È appena stato pubblicato dall’Agenzia Europea dell’ambiente (EEA) il Rapporto sullo stato dell’ambiente europeo 2025, il documento che ogni 5 anni fa il punto sulle condizioni  ambientali dell’Europa e indica le rotte da seguire, basandosi su dati provenienti da 38 paesi.

 

Il rapporto evidenzia come l’Unione europea sia leader mondiale negli sforzi per il clima, riducendo le emissioni di gas a effetto serra e l’uso di combustibili fossili, raddoppiando la quota di energie rinnovabili dal 2005, ma il cambiamento climatico e il degrado ambientale rappresentano sempre più una minaccia diretta per la competitività dell’Europa. Proprio sul fronte del cambiamento climatico, l’Europa è il continente che si riscalda più velocemente sul pianeta e l’aumento delle temperature ha causato dal 1980 a oggi circa 240.000 morti e 738 miliardi di euro di perdite economiche, mentre aumentano a un ritmo allarmante e con una crescente frequenza ed entità  le catastrofi legate al clima.

 

Sono stati compiuti buoni progressi nel miglioramento della qualità dell’aria e nell’aumento del riciclo dei rifiuti e dell’efficienza delle risorse negli ultimi 10-15 anni ed anche progressi su innovazione, occupazione verde e finanza sostenibile. Ad esempio, secondo la relazione, le politiche dell’UE volte a migliorare la qualità dell’aria hanno salvato vite umane, riducendo del 45% i decessi prematuri attribuibili al particolato fine dal 2005 al 2022. Ma dall’altra parte, la biodiversità sta diminuendo negli ecosistemi terrestri, di acqua dolce e marini in Europa a causa delle persistenti pressioni guidate da modelli di produzione e consumo insostenibili, dimostrati in particolare nel sistema alimentare. Il deterioramento dello stato della biodiversità e degli ecosistemi europei dovrebbe continuare, con gli obiettivi al 2030 difficilmente raggiungibili. Allo stesso modo, le risorse idriche dell’Europa sono sotto forte pressione, con lo stress idrico che colpisce attualmente il 30% del territorio europeo e il 34% della popolazione.

 

Il Rapporto esamina anche lo stato dell’ambiente nei vari Paesi. Per l’Italia i punti di forza sono lo sviluppo dell’agricoltura biologica, la crescita delle fonti rinnovabili, che supera il traguardo 2020 e punta al 38,7% entro il 2030, e la riduzione delle emissioni di gas serra. Ampia è anche l’estensione delle aree protette, 21,7% del territorio, ma questa quota deve aumentare per raggiungere l’obiettivo Ue del 30%. Sul fronte dell’economia circolare, l’Italia registra un tasso elevato di utilizzo dei materiali. Tuttavia, occorre ridurre la dipendenza dalle importazioni di materie prime critiche, rafforzando il riciclo e il riutilizzo delle risorse già presenti sul territorio nazionale. Restano aperte questioni importanti dove l’Italia sta andando nella direzione sbagliata: le perdite economiche legate al clima che dal 2026 stanno aumentano ad un ritmo superiore a quello della Ue evidenziando la necessità di solide strategie di adattamento e la gestione dei rifiuti che richiede miglioramenti.

 

Foto: fondazionesvilupposostenibile.org

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