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repubblica.it
In Svezia, a un centinaio di chilometri da Stoccolma, sorge la città industriale di Eskilstuna. Qui si trova ReTuna, il primo centro commerciale al mondo dedicato a prodotti riciclati e di seconda mano, che proprio nel 2025 spegne dieci candeline. All’ingresso troneggia un’installazione artistica realizzata con materiali riutilizzati, mentre passeggiando tra i negozi si possono scoprire giocattoli, libri, arredi per la casa, abiti vintage, elettronica. Non manca un ristorante in cui rifocillarsi con piatti rigorosamente sostenibili.
Un progetto finanziato dall’amministrazione
L’idea è stata lanciata nel 2010 come parte della strategia ambientale della cittadina svedese, decisa a reinventarsi come capitale del consumo circolare. Grazie a finanziamenti pubblici di circa 7,5 milioni di euro, nel 2014 sono iniziati i lavori di realizzazione della struttura. È stata anzitutto costruita una nuova stazione ecologica, dove i cittadini possono conferire oggetti dismessi, apparecchi rotti o beni non più utilizzati. Accanto a quest’ultima, è stato riadattato un capannone esistente, trasformandolo in un complesso di vendita, nel quale gli articoli ancora in buono stato vengono selezionati, riparati e rimessi in commercio.
È presente anche Ikea
La galleria ha aperto i battenti nel 2015, riscuotendo subito un grande successo. Nei primi giorni sono accorsi circa 6mila visitatori e, già entro il primo anno, sono stati registrati oltre 250mila ingressi, aumentati poi a circa 360mila nel 2024. Attualmente le attività sotto lo stesso tetto sono 22, che hanno creato più di 80 posti di lavoro.
L’obiettivo non era tanto il profitto, quanto dimostrare la fattibilità dell’iniziativa. Tuttavia, dopo alcuni anni di assestamento, l’emporio è riuscito a coprire i costi: dal 2019 l’operazione è andata in attivo, realizzando piccoli utili. Nel 2020 Ikea ha scelto di aprire in questo complesso il suo primo negozio di mobili usati: in un anno il punto vendita ha dato nuova vita a oltre 30mila prodotti altrimenti destinati allo scarto. Nello stesso anno il centro è entrato nel Guinness dei primati, consolidando la fama di pioniere internazionale del retail ecologico.
A oggi si stima che lo spazio commerciale eviti l’emissione di circa 4mila tonnellate di anidride carbonica all’anno, equivalenti a 500 giri della Terra in automobile.
Iniziative per disoccupati e bambini
“Vogliamo che il nostro centro venga percepito come moderno e attraente”, spiega Simon Glimtoft, direttore della struttura. “Per questo, pulizia, estetica, qualità sono curate nei dettagli. Il nostro scopo è dimostrare che riduzione dei rifiuti e shopping possono convivere”.
Questa innovativa galleria ha anche un’importanza educativa e sociale. Al suo interno si tengono, infatti, corsi e conferenze su riciclo creativo, design sostenibile, riparazione degli oggetti. Dal 2018 è presente un programma di formazione professionale in recycle design rivolto ai giovani, oltre a progetti didattici indirizzati ai bambini.
Le repliche in altri Paesi
In pochi anni il polo commerciale è diventato un punto di riferimento. Delegazioni ufficiali di oltre 25 Paesi sono, infatti, giunte sul posto per studiarne il funzionamento. In media vengono organizzate circa 120-140 visite all’anno rivolte ad amministratori pubblici, ricercatori e imprenditori interessati.
Alcune nazioni, soprattutto europee, hanno già provato a replicare il modello. Tra gli esempi più significativi, si annoverano la Norvegia, che nel 2020 ha aperto, nella città di Hamar, Resirkula, un piccolo centro commerciale del riuso, e la Finlandia, che nel 2022 a Helsinki ha avviato un progetto pilota che include laboratori in cui i clienti possono aggiustare i propri oggetti, con un fai-da-te assistito.
Ma anche i Paesi Bassi, che nel 2019 hanno lanciato un programma nazionale per lo sviluppo di centri artigianali circolari. Infine, il Regno Unito: nel 2023, a Londra, è stato inaugurato il primo store che include vari negozi non-profit di seconda mano.
Paola Arosio
Foto: repubblica.it
Rassegna del 10 Ottobre, 2025 |
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