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L’Università Bicocca, il distretto d’innovazione Road e XearPro hanno sviluppato “Respiro”, un dispositivo portatile che consente a chiunque di monitorare l’ambiente circostante in tempo reale. Per compiere sempre scelte consapevoli a tutela della propria salute.
L’aria che stiamo respirando in questo momento è pulita? Presto potremo chiederlo in tempo reale a un nuovo dispositivo tecnologico da portare sempre con noi. Si chiama “Respiro”, è poco più grande di uno smartphone ed è stato sviluppato interamente in Italia. Rileva non solo gli inquinanti atmosferici – tra cui anidride carbonica, monossido di carbonio, polveri sottili e ultrafini – ma anche temperatura, umidità e pressione atmosferica. Così aiuta il cittadino a monitorare l’ambiente circostante e a prendere decisioni consapevoli in tempo reale. Ad esempio, quando deve spostarsi in città, può optare per i percorsi più sicuri dal punto di vista della salute.
Il progetto è stato sviluppato, in collaborazione con la società brianzola XearPro srl, dall’Università di Milano Bicocca insieme a Road (Rome Advanced District), il soggetto rete per l’innovazione fondato nel maggio 2023 da Eni, Gruppo Ferrovie dello Stato Italiane, Acea, Autostrade per l’Italia, Cisco Italia, Nextchem (Gruppo Maire) e Bridgestone, e che sorge a Roma nella zona del Gazometro. È in questo contesto che è nata l’idea di “Respiro”. Il dispositivo è stato presentato lo scorso 21 maggio proprio nella sede di Road.
Test in simultanea
Il nome “Respiro” evoca subito l’idea del far entrare aria pulita nei propri polmoni, ma dietro c’è anche l’acronimo di un’espressione in lingua inglese: “Real-time Environmental Sensing for Personal Intelligent Risk Optimization” (ossia “Rilevamento ambientale in tempo reale per l’ottimizzazione intelligente del rischio personale”).
Grazie alla sua struttura low-cost, compatta e indossabile, il dispositivo può essere agganciato a uno zaino, a una borsa o a una giacca. Tramite un monitoraggio in tempo reale e la localizzazione Gps, lo schermo Led offre all’utente una visualizzazione istantanea dei parametri ambientali, mentre l’app dedicata, collegata via Bluetooth, avvisa con notifiche intelligenti quando l’aria che si respira in un luogo può rappresentare un rischio e fornisce dati utili ai ricercatori e cittadini attivi per le attività di monitoraggio diffuso in ottica “citizen science”.
“Respiro” sarà testato in simultanea tra Milano e Roma, consentendo di aumentare la base di dati a disposizione per l’analisi della qualità dell’aria. In particolare, il progetto è legato alle attività scientifiche che i ricercatori della Bicocca portano avanti nella zona di piazza della Scienza a Milano, sede di diversi dipartimenti dell’ateneo: volontari, studenti, tecnici e docenti – coordinati dal Centro di Ricerca Polaris dell’Università – stanno portando avanti una campagna di rilevamento per monitorare la qualità dell’aria nel quartiere.
Una parallela campagna di raccolta dati verrà realizzata anche a Roma, nel quartiere di Ostiense, grazie alla collaborazione dei partner Road, tra cui l’Università Roma Tre.
Il progetto «vuole rappresentare proprio un cambiamento su come cittadini, ragazzi, giovani e meno giovani, vivono le città», spiega la rettrice della Bicocca, Giovanna Iannantuoni. «La cosa bella è che è portatile, semplice, a basso costo, leggero e che può essere portato da ciascuno di noi nella vita di tutti i giorni, sia indoor che outdoor». Secondo la rettrice, grazie a Respiro «scopriremo proprio che la qualità dell’aria sia all’interno degli ambienti che dagli esterni dei nostri ambienti non è sempre quella che noi pensiamo. Per questo è importante monitorarla e questo è molto importante per la correlazione chiara che c’è tra l’inquinamento ambientale e la nostra salute. Questo – ne è convinta Iannantuoni – ci aiuterà a cambiare i nostri atteggiamenti, i nostri comportamenti».
Claudio Granata, presidente di Road e direttore Stakeholder Relations & Services di Eni, non nasconde la soddisfazione: «Con Respiro e la collaborazione con l’Università Milano-Bicocca – osserva – abbiamo la prima messa a terra concreta delle attività avviate dal Rome Advanced District, a meno di due anni dalla sua nascita. Road nasce esattamente con questo scopo: attivare collaborazioni di filiera tra dipartimenti di ricerca e sviluppo di soggetti privati e pubblici per i processi di trasformazione delle imprese, facilitare i policymakers nell’attività di abilitazione della transizione e promuovere lo sviluppo di nuove competenze». Sui progetti futuri di Road, il manager preannuncia solo che «sono quelli di portare avanti una serie di iniziative che si collegano alle esigenze delle aziende che producono le nuove energie insieme a coloro che le consumano».
A Ostiense
Road – il progetto che aggrega imprese, università, startup, centri di ricerca e istituzioni – si fonda sull’idea della “cross-fertilization”, ossia far incontrare mondi e competenze diverse – scienziati, ingegneri, designer, artisti – allo scopo di generare soluzioni nuove alle sfide ambientali, sociali ed economiche del presente. L’obiettivo è diventare un punto di riferimento nazionale e internazionale per l’innovazione integrata.
Road sorge nel cuore dell’area del Gazometro di Roma, il cosiddetto “Colosseo di ferro” che svetta nel quartiere Ostiense, a sud-ovest della Capitale, e che è diventato un simbolo anche della cinematografia italiana, da Pasolini a Ozpetek.
Per diversi decenni, nella prima metà del Novecento, il Gazometro è stato il cuore pulsante dell’approvvigionamento di gas per l’intera città: era l’impianto più grande d’Europa, capace di contenere 200mila metri cubi di gas, all’epoca estratto dal carbone.
Nel secondo dopoguerra, soprattutto a partire dagli anni Sessanta, con l’avvento del metano, l’area è precipitata in uno stato di sostanziale abbandono. La rinascita parte nel 2017, quando Eni, subentrata nella proprietà, avvia un progetto di rigenerazione urbana che inizia con la completa bonifica ambientale del sito e che prosegue con lo sviluppo di un piano di recupero delle zone circostanti per adeguarle a spazi di network e relazione.
Nell’area del Gazometro si è sviluppato in questi anni un vero e proprio ecosistema multidisciplinare. Da un lato, istituzioni accademiche come l’Università Roma Tre, la Naba (Nuova Accademia di Belle Arti) e il Talent Garden (incubatore per il digitale e l’innovazione) hanno scelto Ostiense per posizionare le proprie attività. Dall’altro, un vivace food district con protagonisti come Eataly e numerosi spazi creativi, teatri, studi di design e coworking hanno iniziato a proliferare grazie ad una forte presenza studentesca.
Qui ha sede anche il quartier generale di Joule, la Scuola di impresa fondata da Eni nel 2020 come piattaforma formativa e incubatore per startup che puntano su innovazione e sostenibilità: ogni anno la scuola supporta circa 60 nuove imprese attive nei settori più strategici dell’energia: economia circolare, decarbonizzazione, digitalizzazione dei processi, agribusiness e nuovi servizi retail al cliente.
Photo: tpi
Rassegna del 20 Giugno, 2025 |
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