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L’Italia accelera sulla mobilità elettrica, ma resta indietro sul fronte della competitività industriale. Il Libro Bianco di Motus-E propone otto azioni per guidare la transizione e non perdere il treno europeo.
Nel primo trimestre del 2025, quasi un’auto nuova su cinque venduta nel mondo è elettrica. In Europa, la quota è salita al 17%, con 8,8 milioni di veicoli circolanti. L’Italia, però, si ferma al 5%: poco più di 300.000 auto, decuplicate dal 2020 ma ancora insufficienti per incidere nel panorama internazionale.
A fronte di una buona performance nella realizzazione dell’infrastruttura di ricarica elettrica – con un punto pubblico ogni 5,4 auto elettriche, meglio della Cina (1:9) e della media Ue (1:8,3) – il sistema Paese non mostra ancora la stessa dinamica sul piano industriale.
Servono soluzioni e indicazioni precise per guidare il settore industriale e orientare le scelte della politica nella giusta direzione: da qui nasce l’iniziativa di Motus-E che ha pubblicato un Libro Bianco sulla Mobilità Elettrica.
Un volume strategico per guidare il dibattito
Con oltre 100 grafici, indicatori e focus normativi, il Libro Bianco vuole essere uno strumento di lavoro per istituzioni, imprese e stakeholder: non una rassegna celebrativa, ma un documento tecnico per strutturare politiche industriali coerenti con la trasformazione in atto.
Questo perché, come ha spiegato Fabio Pressi, direttore di Motus-E, è tempo di un dibattito più consapevole fondato su dati verificabili e scelte sistemiche, non più rimandabili.
In sostanza, si evince dalla pubblicazione di Motus-E, non possiamo permetterci come Paese di rimanere spettatori di una trasformazione che determinerà il futuro industriale; la competizione globale si gioca ora e l’Italia deve decidere se restare agganciata al cambiamento o rischiare un disallineamento strutturale.
Otto azioni concrete per non perdere il treno europeo
Il cuore del Libro Bianco è costituito da otto proposte normative e industriali che hanno l’obiettivo di facilitare l’elettrificazione del trasporto privato e pubblico, rendere più competitiva la filiera e garantire la sostenibilità sociale della transizione.
deducibilità fiscale per le flotte aziendali elettriche: una misura per incentivare la domanda e attivare il mercato dell’usato elettrico, oggi ancora marginale
revisione della tariffazione per la ricarica pubblica: per ridurre l’incidenza degli oneri e incentivare l’accessibilità, anche attraverso il coordinamento tra i vari attori coinvolti nell’infrastrutturazione
sostegno all’autotrasporto elettrico: attraverso la revisione e il rifinanziamento degli incentivi per il rinnovo del parco veicoli, oggi tra i più obsoleti d’Europa
piano nazionale per il riciclo delle batterie: l’Italia può diventare leader europeo, ma occorre una cornice normativa aggiornata e industrialmente orientata
adeguamento fiscale per la ricarica domestica: superare le attuali disuguaglianze tra utenti con accesso alla ricarica privata e lavoratori dipendenti con auto aziendali
noleggio a lungo termine sociale: un’iniziativa innovativa da finanziare con il Social Climate Fund europeo, per rendere la mobilità elettrica accessibile anche alle fasce meno abbienti
energivori e Tpl: astendere il regime agevolato alle aziende del trasporto pubblico locale e della logistica
rinnovabili nei trasporti e Red III: agevolare l’uso di energia da fonti rinnovabili nel settore della mobilità, intervenendo sul sistema dei crediti di immissione in consumo
Serve una nuova politica industriale per l’e-mobility
Secondo gli ultimi dati Acea, nel 2024 la produzione europea di auto elettriche ha superato i 2,6 milioni di unità, con una crescita del 45% su base annua. Cina e Stati Uniti continuano a investire massicciamente nella filiera delle batterie e dell’elettronica di potenza, mentre l’Italia rischia di perdere il contatto con i poli manifatturieri di nuova generazione.
Il Libro Bianco di Motus-E – che potete consultare online – evidenzia come la mobilità elettrica non sia più solo un’opzione ambientale, ma un pilastro strategico per la competitività industriale.
La riconversione del comparto automotive, che in Italia vale oltre 93 miliardi di euro l’anno e dà lavoro a più di 250.000 persone, passa dalla capacità di integrare energia, industria e mobilità in una visione unitaria, orientata all’innovazione sostenibile.
Alfredo Agosti
Photo: frimufilms on freepik
Rassegna del 20 Giugno, 2025 |
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