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ISSUE 420

La messa al bando dei sacchetti di plastica sta dando risultati concreti

Funzionano i divieti o le tasse sull'uso delle buste di plastica per la spesa. Uno studio sulle coste degli USA mostra l'impatto delle restrizioni.

focus.it

La messa al bando dei sacchetti di plastica sta dando risultati concreti

Le iniziative per ridurre o eliminare l'uso di sacchetti di plastica nelle attività commerciali stanno dando frutto. Lo dimostra uno studio che ha passato al setaccio i dati sulle pulizie delle spiagge in migliaia di località degli Stati Uniti.

 

Divieti e tariffe aumentate sulle buste di plastica hanno prodotto un calo importante dei sacchetti ritrovati sulle spiagge, anche se non tutti i provvedimenti sono ugualmente efficaci. La ricerca è stata pubblicata su Science.

 

Un gruppo di scienziati delle Università del Delaware e della Columbia ha messo a confronto l'efficacia delle iniziative contro le buste di plastica in varie giurisdizioni degli Stati Uniti. I ricercatori si sono concentrati sul loro Paese perché è privo di una politica univoca, a livello federale, sui sacchetti di plastica, e questo permette di comparare gli effetti delle diverse misure decise a livello locale (per esempio nei singoli stati o nelle città).

 

Gli scienziati hanno analizzato i dati relativi a oltre 45.000 operazioni di pulizia dei litorali statunitensi e li hanno confrontati con 611 iniziative per limitare l'uso di sacchetti di plastica prese tra il 2017 e il 2023. Hanno così calcolato che le politiche di riduzione della plastica avevano portato a una riduzione della quantità totale di buste di palstica raccolte sulle spiagge dal 25 al 47%, rispetto alle località non coperte da alcuna limitazione. La diminuzione dei sacchetti ritrovati nella sabbia era aumentata con il passare del tempo e senza fasi di stagnazione o passi indietro.

 

Gli autori dello studio hanno avuto l'idea di usare i dati delle pulizie costiere per le analisi quando hanno scoperto che alcuni volontari sulle spiagge del Delaware catalogavano i rifiuti di plastica raccolti nella app Clean Swell. I dati finivano nel database Trash Information and Data for Education and Solutions (TIDES) di Ocean Conservancy (un'organizzazione no-profit di difesa ambientale), che conserva i dati su migliaia di operazioni di pulizia della plastica raccolti in crowdsourcing in ogni parte del mondo. Da qui l'idea di valutare la composizione della spazzatura raccolta per capire l'effetto delle leggi anti-plastica.

 

Gli scienziati hanno trovato che le iniziative a livello statale hanno un impatto più importante di quelle cittadine, e che la tassazione delle buste al consumatore (come avviene per i sacchetti biodegradabili in Italia) riduce il totale finale di sacchetti di plastica raccolti dalle spiagge più ancora del divieto di utilizzo, anche se rimane da capire il motivo. Divieti e tariffe aumentate sui sacchetti sono più efficaci nei luoghi in cui l'inquinamento da sacchetti di plastica è più grave e persistente.

 

Per gli autori dello studio, le misure contro i sacchetti di plastica potrebbero ridurre il problema dell'intrappolamento degli animali marini del 30-37%, rispetto alle aree in cui non vige alcun divieto.

 

Una goccia nel mare (di plastica)

 

Un messaggio importante è che la percentuale totale di sacchetti di plastica ritrovati sulle spiagge sta comunque aumentando, sia nelle aree coperte da una qualche forma di normativa di contrasto sia nelle altre. Questo perché l'inquinamento da plastica sta peggiorando, e le norme per limitarlo mitigano la sua portata, ma non lo cancellano. Quindi nelle zone interessate da divieti e tariffazioni ad hoc aumenta un po' meno che altrove.

 

Elisabetta Intini

 

 

Photo: prostooleh

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