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ISSUE 421

Cattura e stoccaggio di CO2, sviluppo dell’idrogeno, emissioni di metano: come vuole muoversi l’Italia

L’obiettivo è quello di colmare lacune regolatorie su tecnologie considerate strategiche per decarbonizzare l’industria, ma non mancano le criticità.

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Cattura e stoccaggio di CO2, sviluppo dell’idrogeno, emissioni di metano: come vuole muoversi l’Italia

L’Italia si impegna a rafforzare la propria strategia per la transizione energetica, affrontando tre fronti cruciali: la cattura e stoccaggio della CO2 (Ccs), lo sviluppo della filiera dell’idrogeno, la riduzione delle emissioni di metano nel settore energetico. Per farlo, il Consiglio dei ministri la scorsa settimana ha varato un disegno di legge con cui delega il governo, e non il Parlamento, a legiferare sul tema. L’obiettivo è quello di colmare lacune regolatorie su tecnologie considerate strategiche per la decarbonizzazione dell’industria e la diversificazione delle fonti energetiche. Ma non mancano le criticità.

 

Cattura e stoccaggio della CO2: spinta alla decarbonizzazione o falsa soluzione?

 

Uno dei cardini del provvedimento è la definizione di un quadro normativo per lo sviluppo della filiera Ccs (Carbon capture and storage, o cattura e stoccaggio), ovvero il sistema che consente di catturare il biossido di carbonio (CO2) prodotto da attività industriali e immagazzinarlo in siti geologici sicuri, oppure riutilizzarlo in altri processi produttivi. L’obiettivo è quello di offrire uno strumento in più per ridurre le emissioni climalteranti, in linea con gli obiettivi europei e nazionali di neutralità climatica. La legge delega stabilirà i principi e criteri direttivi necessari per istituire e rendere operativa questa filiera, ancora poco sviluppata in Italia rispetto ad altri paesi europei. Eppure il regolamento europeo approvato nel 2024 (2024/1735) sull’industria a zero emissioni nette impone a livello di Unione europea di raggiungere una capacità annuale di stoccaggio di CO2 nei siti autorizzati pari a ben 50 milioni di tonnellate entro il 2030.

 

Peccato che la maggior parte delle associazioni ambientaliste abbiano più volte rimarcato di considerare la cattura e stoccaggio della CO2 una “falsa soluzione” (Legambiente), una “opzione non significativa” (Wwf), perfino “una tecnologia più rischiosa che utile”. Quest’ultimo giudizio in particolare è contenuto in un studio del think tank indipendente sul clima Ecco, risalente al 2021, dal titolo “Ambiguità, rischi e illusione della Ccs – Ccus”, (dove la U di Ccus sta per utilizzo, o riutilizzo della CO2 stoccata) che concludeva come questa tecnologia avesse un’incidenza irrisoria rispetto al fabbisogno di riduzione delle emissioni e scontasse anche una inefficienza economica. Dopo decenni di sviluppo, la cattura della CO2 ha raggiunto una capacità corrispondente allo 0,1 per cento di tutta la CO2 emessa a livello mondiale. Una percentuale che non regge il confronto rispetto alle soluzioni che permettono di annullare le emissioni climalteranti alla fonte, in primis le energie rinnovabili. Anche a causa delle incertezze, dei rischi e dei costi che la Ccus sposta sulle generazioni successive.

 

Idrogeno e metano, cosa cambia in Italia

 

Il disegno di legge prevede anche l’avvio di una disciplina specifica per il settore dell’idrogeno, che comprenderà l’assetto regolatorio, le infrastrutture di rete e la definizione di un sistema di governance: praticamente, di mettere nero su bianco chi dovrà occuparsi di cosa. Uno degli elementi chiave sarà l’individuazione dell’Autorità di regolazione nazionale per l’idrogeno, passaggio necessario per attuare a livello italiano il cosiddetto Pacchetto gas-idrogeno dell’Unione europea, che mira a creare un mercato integrato dell’idrogeno pulito nei paesi membri.

 

Infine, il testo si propone di mettere l’Italia in condizione di rispettare il nuovo regolamento europeo 2024/1787 che impone misure per ridurre le emissioni di metano nel settore energetico. Il metano è un potente gas serra e la sua dispersione in atmosfera – soprattutto durante l’estrazione, il trasporto e la distribuzione di gas fossile – contribuisce in maniera significativa al riscaldamento globale. Il disegno di legge affida al governo il compito di adottare tutte le misure necessarie per garantire la piena applicazione del regolamento.

 

Simone Santi

 

 

Photo: freepik

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