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ISSUE 421

I cambiamenti climatici hanno triplicato le morti nell'ultima ondata di calore sull'Europa

Ondate di calore sempre più letali: il bilancio di quella che ha investito l'Europa parla chiaro. E quelle più estreme cambiano più rapidamente.

focus.it

I cambiamenti climatici hanno triplicato le morti nell'ultima ondata di calore sull'Europa

I dieci giorni di caldo infernale che hanno investito l'Europa tra la fine di giugno e l'inizio di luglio hanno provocato la morte di 1500 persone in più, tra 12 città europee, rispetto al bilancio che avrebbe causato un'ondata di calore non aggravata dal riscaldamento globale causato dall'uomo.

 

Stando a un'analisi dell'Imperial College London e della London School of Hygiene & Tropical Medicine, i cambiamenti climatici hanno amplificato le temperature di 4 °C e triplicato i decessi dovuti al caldo eccessivo nella popolazione più vulnerabile.

 

Una cupola di calore sull'Europa

 

I ricercatori si sono concentrati sui 10 giorni più critici della recente ondata di calore, quelli compresi tra il 23 giugno e il 2 luglio 2025, quando una cupola di calore ("heat dome"), cioè una robusta area di alta pressione posizionata sull'Europa centrale e occidentale ha intrappolato l'aria calda negli strati più bassi dell'atmosfera e impedito il rimescolamento con masse d'aria più fresche.

 

Il fenomeno, reso sempre più frequente dai cambiamenti climatici, ha causato ondate di calore che hanno fatto schizzare il termometro a 35 °C a Londra, a 40 °C a Parigi, costretto l'Italia a misure di emergenza per tutelare i lavoratori e innescato incendi in più località del Mediterraneo.

 

Letalità aumentata

 

Gli scienziati del World Weather Attribution network, una collaborazione accademica che studia l'impatto immediato dei cambiamenti climatici sugli eventi meteorologici estremi, per informare i decisori e il dibattito pubblico sugli effetti della crisi climatica, hanno provato a capire quanto sarebbe stata letale questa ondata di calore, senza il riscaldamento globale causato dall'uomo.

 

Hanno stimato che nei 10 giorni considerati, circa 2300 persone sono morte per l'ondata di calore in 12 città del continente, Atene, Barcellona, Budapest, Francoforte, Londra, Lisbona, Madrid, Milano, Parigi, Roma, Sassari e Zagabria.

 

In base all'analisi, 1500 di questi decessi, cioè il 65%, sono il risultato dell'aumento delle temperature fino a 4 °C provocato dai cambiamenti climatici legati alle emissioni di combustibili fossili. In altre parole, queste 1500 persone non sarebbero morte nell'ultima ondata di calore, se il riscaldamento globale non avesse reso così estreme le temperature.

 

Il caldo è più letale delle inondazioni

 

Ci sarebbe lo zampino dei cambiamenti climatici dietro a 317 delle morti attribuite al caldo eccessivo a Milano, 286 a Barcellona, ​​235 a Parigi, 1712 a Londra, 164 a Roma, 108 a Madrid, 96 ad Atene, 47 a Budapest, 31 a Zagabria, 21 a Francoforte, 21 a Lisbona e 6 a Sassari.

 

Questa attribuzione così diretta e concreta rende più tangibili e chiari gli effetti letali del clima che cambia, e mostra che le ondate di calore sono un evento climatico estremo ancora più pericoloso di un'altra conseguenza dei cambiamenti climatici, cioè le inondazioni.

 

Quelle che hanno investito Valencia nel 2024 hanno causato 224 morti e quelle avvenute in Nord Europa nel 2021 hanno provocato 243 decessi.

 

L'88% delle morti ha riguardato persone con più di 65 anni, perché il caldo aggrava le malattie esistenti e agisce soprattutto sui più vulnerabili. Anche per questa ragione, è un killer silenzioso, che spesso non compare tra le cause nei certificati di morte.

 

Le ondate di calore più estreme sono quelle che peggiorano di più

 

In un altro studio pubblicato su Nature Geoscience, gli scienziati dell'Università della California di Los Angeles e dell'Università Adolfo Ibañez di Santiago del Cile hanno concluso che sono proprio le ondate di calore più estreme, come quelle che durano settimane, a diventare più lunghe e frequenti a causa dei cambiamenti climatici.

 

La pericolosità delle ondate di calore non sta aumentando in modo graduale, ma sta accelerando: «Ogni frazione di grado di riscaldamento avrà un impatto maggiore della precedente» spiega David Neelin, climatologo e autore dello studio. «Questo significa che se il tasso di riscaldamento rimane invariato, il nostro adattamento dovrà avvenire sempre più rapidamente, soprattutto per le ondate di calore più estreme, che stanno cambiando più rapidamente».

 

Elisabetta Intini

 

 

Photo: nensuria on freepik

 

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