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ISSUE 421

Trend di sostenibilità a Milano Unica – a/i 2026

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Trend di sostenibilità a Milano Unica – a/i 2026

Da ormai da 15 edizioni Milano Unica dedica spazio agli espositori che presentano prodotti con caratteristiche di sostenibilità e che si impegnano in scelte aziendali coerenti con gli ESG.

 

Come nelle ultime edizioni i campioni sono stati esposti accompagnati da cartellini che indicano graficamente i valori fondamentali che ispirano la sostenibilità: la garanzia per la salute di lavoratori, consumatori e cittadini che richiede l’eliminazione delle sostanze chimiche pericolose; l’attenzione alla riduzione dell’uso di risorse naturali e ai princìpi dell’economia circolare; la promozione della giustizia sociale, la lotta ai cambiamenti climatici e la difesa della biodiversità.

 

Per facilitare i visitatori e il contatto tra chi cerca e chi offre tessuti ed accessori caratterizzati da elementi di sostenibilità documentati, oltre a questi 5 valori fondamentali, sui cartellini si trovano le informazioni su 3 caratteristiche importanti dell’organizzazione dell’impresa: l’esistenza di un sistema di gestione aziendale sostenibile; l’esistenza di una dichiarazione dell’impronta ambientale del prodotto (PEF) conforme ai metodi indicati dalla Commissione Europea per misurare le prestazioni ambientali dei prodotti.

 

Il progetto MU Tendenze Sostenibilità di Milano Unica è un invito – e una sfida – ai creativi a esplorare soluzioni e materiali nuovi e più sostenibili senza rinunciare a qualità, bellezza, stile e originalità.

 

Perché ci interessa la fotografia dei trend di sostenibilità che emerge dai campioni

 

Grazie al progetto sostenibilità, MU è diventata anche un test su ciò che accade nelle imprese: valutando i tessuti e gli accessori esposti possiamo capire quali sono gli indicatori di sostenibilità che il settore e il mercato premiano e in che direzione si muova la moda sostenibile: sicurezza chimica o biodiversità? Oppure economia circolare? E quali sono le certificazioni più gettonate?

 

In altre parole abbiamo tra le mani dati degni di una ricerca di mercato. Se poi consideriamo che in questa edizione si è toccato un record sia per il numero di campioni (3.367) e di espositori (400) ammessi alla sezione MU Tendenze Sostenibilità sulla base dei criteri stabiliti dalla Commissione Tecnica di Milano Unica, possiamo capire il valore dei dati forniti dalle aziende.

 

I campioni e gli espositori per caratteristiche di sostenibilità dichiarate

 

I principi della sicurezza delle sostanze chimiche utilizzate nella filiera e quelli della circolarità sono ormai incorporati nella grandissima parte dei campioni presentati.

 

 L’87% dei campioni ammessi è realizzato con processi conformi alle principali certificazioni, standard o protocolli in materia di assenza di sostanze chimiche dannose per l’uomo e l’ambiente. A questi campioni è stata attribuita l’etichetta “Chemical Safety”.

 

Ancora più elevata, il’93%, in questa edizione è stata la quota dei campioni per la cui produzione soni stati adottati principi dell’economia circolare, quali ad esempio il riciclo delle acque di processo, l’uso di materiali provenienti da riciclo, il riciclo dei prori degli scarti di produzione, o la caratteristica monofibra del campione che ne rende meno complessa la riciclabilità. A questi prodotti è stata attribuita l’etichetta “Circular Economy”.

 

Le certificazioni che prevedono obbligatoriamente audit riguardanti il rispetto delle convenzioni internazionali sui diritti dei lavoratori e i diritti umani lungo la filiera, nelle produzioni manifatturiere o nella produzione delle materie prime in agricoltura hanno avuto un importante riscontro e ha coinvolto l’80% degli espositori. E il 61% dei campioni,  a questi è stata attribuita l’etichetta “Social Justice”.

 

Oltre la metà degli espositori, il 59%, ha presentato campioni che per le loro caratteristiche hanno una ridotta emissione di gas a effetto serra (GHG), e quindi contribuiscono a combattere il fenomeno dei cambiamenti climatici. Le minori emissioni di questi campioni derivano dall’uso di materiali che sostituiscono fibre che originano da fonti fossili, o sono di produzione europea, quindi, se utilizzate da produttori tessili europei, riducono le emissioni per il trasporto; oppure ancora derivano dall’uso di energia rinnovabile nella produzione, o sono prodotti da aziende con piani di compensazione delle emissioni di CO2. A questi campioni è stata attribuita l’etichetta “Climate Action”.

 

Un tema emergente nelle strategie dei maggiori marchi della moda è quello della conservazione della biodiversità e, nei casi più avanzati, del ripristino e del miglioramento della stessa con i metodi dell’agricoltura rigenerativa e della attenzione al benessere degli animali da cui vengono raccolte le fibre. Sono più della metà (il 64%) gli espositori che hanno presentato campioni in linea con questa visione. Sono il 32% i campioni a cui è stata attribuita l’etichetta “Biodiversity Conservation”.

 

Per quanto riguarda le caratteristiche di sostenibilità dell’organizzazione d’impresa, sono più di 100 gli espositori che hanno un sistema di gestione aziendale della sostenibilità. Ancora poco diffuso è invece l’uso delle dichiarazioni relative all’impronta ambientale del prodotto (PEF) secondo i metodi indicati dalla Commissione Europea, a testimonianza della non facile applicazione di questa metodologia al settore tessile.

 

Standard, protocolli e certificazioni

 

Gli standard ed etichette di prodotto più presenti tra quelle relative ai campioni riguardano la sicurezza chimica e al riciclo. Il 41%dei campioni è certificato Oeko-Tex Standard 100 e il 30% è certificato GRS (Global Recycled Standard) a cui tra le certificazioni relative all’uso si materiale da riciclo si aggiunge il 3% dell’etichetta RCS (Recycled Claim Standard). I campioni con certificazione di provenienza dei materiali da agricoltura biologica sono l’11% per il GOTS a cui si aggiunge il 2% dell’OCS. Seguono con percentuali inferiori al 10% le certificazioni FSC sono,  RWS (Responsible Wool Standard), BC (Better Cotton), European Flax e altre con presenze inferiori al’1%.

 

É opportuno ricordare che molte delle certificazioni citate hanno adottato un approccio multicriterio negli ultimi anni, aggiungendo all’ ambito principale – come chimica, riciclo, biologico, gestione delle foreste, ecc. – anche requisiti più ampi, come il rispetto dei diritti dei lavoratori e l’assenza di sostanze pericolose.

 

Gli standard ed etichette relativi all’intera azienda più utilizzati dai 359 espositori che hanno presentato campioni per l’area Tendenze Sostenibilità sono visualizzati nel grafico 4. Al primo posto, anche in questa edizione è la conformità al protocollo ZDHC dichiarata dal 19% degli espositori, seguita dalla ISO 14001 (il 17%), da Oeko-Tex STeP (12%) e dalle linee guida sulla chimica di Camera della Moda/SMI, adottate dall’11%. Tra il 5% e il 10% si trovano il protocollo 4sustainability, ISO %0001 e ISO 45001. Infine, con quote minori Tessile & Salute, For Textile, TF Traceability&Fashion,  B Corp e EMAS.

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