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ISSUE
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fondazionesvilupposostenibile.org
In vista della presentazione del Circular Economy Act, prevista per il 2026, la Commissione Europea ha aperto una consultazione pubblica per raccogliere pareri da cittadini e portatori di interesse. Il che ci dice anche qualcosa su come sarà strutturato questo importante provvedimento che punta a far fare un salto di scala all’economia circolare europea.
Cosa aspettarsi dal Circular Economy Act
Il Circular Economy Act si pone come obiettivo principale quello di creare un mercato unico per le materie prime seconde (comprese quelle critiche) e di aumentare offerta e domanda di materiali riciclati di qualità. La transizione all’economia circolare, infatti, non ha fatto passi significativi negli ultimi anni. Bruxelles ricorda come il tasso di utilizzo circolare della materia (quindi l’impiego nella produzione di materie prime derivanti da riciclo) è di fatto “stagnante”: dal 10,7% del 2010 all’11,8% del 2023. Tale stagnazione è da imputare in primis a un mercato unico frammentato da interpretazioni regolamentari discordanti da Paese a Paese. Un mercato che ancora penalizza le materie prime seconde: se è pur vero, infatti, che in alcuni casi la loro qualità non è ancora equiparabile a quella delle materie prime vergini, i costi più alti non considerano il risparmio sulle esternalità negative (minori impatti per estrazione, lavorazione, raffinazione). C’è da considerare inoltre l’impatto di flussi di rifiuti illegali non tracciati che portano all’esportazione o peggio ancora alla perdita di materie prime che finiscono erroneamente incenerite o in discarica.
I due “pilastri” del nuovo provvedimento
Il Circular Economy Act dunque vuole rimuovere le barriere alla creazione di un mercato unico dei rifiuti, delle materie prime seconde e dei prodotti circolari. Le misure da definire si aggregheranno intorno due pilastri principali:
in primo luogo misure relative alla raccolta e al riciclo dei RAEE, i rifiuti da apparecchiature elettriche ed elettroniche, ovvero i rifiuti che fanno registrare il più alto tasso di crescita (+2% all’anno). Oggi ne viene riciclato il 40%. La Commissione non esclude di rivedere le norme esistenti per renderle più semplici e adeguate allo scopo. Ovvero ad aumentare i livelli di raccolta e a stimolare il mercato delle materie prime critiche che contengono;
in secondo luogo, una serie di interventi per promuovere il mercato unico dei rifiuti, delle materie prime secondarie e del loro utilizzo nei prodotti. Come, ad esempio la riforma dei criteri end of waste; l’estensione dei regimi di responsabilità estesa del produttore; la definizione di criteri per gli appalti pubblici, in modo da stimolare l’acquisto e la fornitura di prodotti e beni circolari.
La Commissione ricorda infine che le pratiche circolari sono essenziali per raggiungere la neutralità climatica nel 2050. Il loro apporto è stimato tra il 20 e il 25% di riduzione delle emissioni.
La consultazione è aperta a cittadini, imprese, organizzazioni della società civile. Si possono inviare pareri attraverso lo specifico portale. C’è tempo fino al prossimo 6 novembre.
Photo: fondazionesvilupposostenibile.org
Rassegna del 30 Agosto, 2025 |
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