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ISSUE 423

Rendiconti di sostenibilità, due anni in più per le imprese

ilsole24ore.com

Rendiconti di sostenibilità, due anni in più per le imprese

Il decreto legge Economia (95/2025) riscrive il calendario sugli obblighi relativi ai bilanci di sostenibilità, modificando il decreto legislativo 125/2024. Si tratta di un “atto dovuto” dopo l’approvazione della disciplina europea che riscrive i tempi sul reporting di sostenibilità. La direttiva “stop the clock”, la 2025/794, rinvia gli obblighi di rendicontazione di sostenibilità (Csrd) e di due diligence (Csddd) per alcune categorie di imprese, concedendo più tempo per l’adeguamento alle nuove normative. La direttiva è stata pubblicata nella «Gazzetta Ufficiale» Ue il 16 aprile 2025 ed è entrata in vigore il giorno successivo.

 

È l’articolo 10, comma 1-bis del decreto legge 95 a riallineare il ruolino di marcia per le imprese italiane rispetto alla disciplina europea sulla sostenibilità (mentre per ora il legislatore non è intervenuto rispetto alla direttiva sulla due diligence). Il vincolo dei bilanci di sostenibilità resta, a partire dagli esercizi 2024, per le imprese di grandi dimensioni che costituiscono enti di interesse pubblico che, alla data di chiusura del bilancio, superano il numero medio di 500 dipendenti occupati durante l’esercizio e per gli enti di interesse pubblico che sono, altresì, società madri di un gruppo di grandi dimensioni e che, su base consolidata, alla data di chiusura del bilancio superano il criterio del numero medio di 500 dipendenti.

 

Invece, per le altre grandi imprese e per le altre società madri l’obbligo del rendiconto di sostenibilità scatterà non dal 2025 ma dall’esercizio con inizio dal 1° gennaio 2027. Le piccole e medie imprese quotate (a eccezione delle micro) saranno soggette all’obbligo dal 1° gennaio 2028 (e non dal 2026).

 

Con la direttiva 2025/794 non viene rivista la platea delle imprese soggette al reporting di sostenibilità, su cui invece interviene il secondo atto della proposta presentata a febbraio dalla Commissione Ue, secondo la quale il vincolo resterà, oltre che per gli enti di interesse pubblico, di norma per le imprese con più di mille dipendenti.

 

Tutto questo puzzle si accompagna alla semplificazione degli standard Esrs: il 31 luglio l’Efrag (il braccio tecnico della Commissione) ha pubblicato per la consultazione le bozze dei nuovi standard (con la riduzione delle informazioni richieste). Con i nuovi exposure drafts (si veda «Il Sole 24 Ore» del 1° agosto) si è aperta la consultazione pubblica, fino 29 settembre. Aziende, auditor, investitori, autorità nazionali e altri soggetti interessati sono invitati a contribuire con osservazioni e commenti così che l’Efrag possa arrivare alla versione finale degli Esrs da proporre alla Commissione Ue per l’adozione.

 

Maria Carla De Cesari

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