27/09/2024
La nuova restrizione ai PFAS riguarda la famiglia dei PFHxA e mira a ridurre l’esposizione a questi composti attraverso specifiche applicazioni commerciali come giacche antipioggia, cartoni per pizza, spray impermeabilizzanti, alcuni cosmetici e schiume antincendio.
La Commissione Europea ha adottato nuove misure restrittive per limitare l’uso di acido undecafluoroesanoico (PFHxA) e sostanze correlate, appartenenti al gruppo dei composti perfluoroalchilici e polifluoroalchilici, i cosiddetti PFAS noti anche come “forever chemicals” (prodotti chimici eterni) per la loro resistenza alla decomposizione nell’ambiente.
Limiti ai PFAS: i prodotti coinvolti
La restrizione, introdotta nel quadro del regolamento REACH sul contrasto dei rischi legati alle sostanze chimiche, mira a ridurre l’esposizione a questi composti attraverso specifiche applicazioni commerciali, laddove esistano alternative più sicure e dove il rischio non è adeguatamente controllato. Le nuove misure riguardano diversi prodotti di uso quotidiano, come alcuni tessuti (in particolare le giacche antipioggia), gli imballaggi alimentari (come le scatole per pizza), le miscele di consumo (inclusi gli spray impermeabilizzanti), e alcuni cosmetici (come prodotti per la cura della pelle). Anche l’uso nelle schiume antincendio per formazione e test sarà soggetto a restrizioni, senza compromettere la sicurezza nelle operazioni di spegnimento. Margrethe Vestager, vicepresidente esecutiva uscente della Commissione e commissaria alla concorrenza con delega per Un’Europa pronta per l’era digitale, ha commentato che “questa restrizione è una pietra miliare che ci avvicina a un ambiente libero da sostanze tossiche, eliminando l’uso di questi ‘forever chemicals’ nei tessuti, nelle scatole della pizza e in alcuni cosmetici”.
I prodotti esclusi dalle nuove norme
Questa restrizione rappresenta un nuovo passo avanti nella strategia dell’Unione Europea per ridurre le emissioni di PFAS, già limitate in passato con il divieto di altre sostanze simili, come l’acido perfluoroottanoico (PFOA). L’adozione di queste misure si basa su valutazioni scientifiche approfondite dell’Agenzia Europea per le Sostanze Chimiche (ECHA), che ha rilevato i rischi legati all’uso di PFHxA in alcuni prodotti. Maroš Šefčovič, vicepresidente esecutivo uscente per il Green Deal europeo, ha sottolineato come queste misure contribuiscano a “eliminare le sostanze nocive dai prodotti di uso quotidiano e a migliorare la sostenibilità dell’industria chimica europea, fornendo alle aziende il tempo necessario per adattarsi”.
L’obiettivo principale di queste misure è bilanciare i costi socioeconomici con i benefici per la salute umana e l’ambiente, evitando l’uso di PFHxA in contesti dove esistano alternative più sicure. Tuttavia, alcune applicazioni critiche come l’impiego nei semiconduttori, batterie e celle a combustibile per l’idrogeno verde non saranno toccate dalle nuove norme, in linea con la necessità di mantenere la competitività e l’autonomia strategica dell’industria europea, specialmente durante la transizione verso un’economia verde e digitale.
I tempi dell’entrata in vigore
Le nuove restrizioni entreranno in vigore 20 giorni dopo la pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale dell’Unione Europea, con periodi di transizione che varieranno tra i 18 mesi e i 5 anni, a seconda dei settori coinvolti. Questo lasso di tempo permetterà alle aziende di trovare soluzioni alternative per sostituire i PFHxA nei prodotti di largo consumo, stimolando al contempo l’innovazione verso alternative chimiche più pulite e sostenibili.
La campagna di Greenpeace Italia
La notizia dei nuovi limiti a queste sostanze arriva in contemporanea all’annuncio di una nuova iniziativa di Greenpeace Italia proprio per monitorare il livello di contaminazione delle acque nel nostro Paese. Giuseppe Ungherese, Responsabile della campagna inquinamento dell’associazione, ha annunciato infatti che da lunedì 23 settembre parte dalla Toscana la spedizione “Acque senza veleni”. “Per cinque settimane – spiega Ungherese – il nostro team attraverserà tutte le regioni italiane, raccogliendo campioni di acqua potabile alla ricerca di queste sostanze chimiche pericolose”. I risultati dei campionamenti saranno resi noti all’inizio del 2025, fornendo una panoramica dello stato delle acque potabili in Italia.
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