La Newsletter di ESO
ISSUE 414

Energia, la nuova vita delle centrali a carbone (e non solo) dismesse

In vista del traguardo zero emissioni è iniziato il percorso di conversione delle vecchie centrali per la produzione di energia elettrica. Diverse le opzioni per il futuro

ilsole24ore.com

Energia, la nuova vita delle centrali a carbone (e non solo) dismesse

Un parco nella vecchia miniera di lignite con annessa centrale, o ancora un polo di turismo sostenibile al posto della vecchia ciminiera. Senza dimentica uno spazio per co-working o una base logistica. Le rinnovabili crescono e, mentre si avvicina la scadenza del phase-out, le centrali a carbone o alimentate con olio combustibile cambiano vita. Archiviata la stagione per la produzione di energia con rilascio di emissioni, per le strutture c’è un nuovo corso. In qualche caso il nuovo cammino è già iniziato, in qualche altro l’iter è in fase di avvio.

 

La miniera di lignite diventa parco

 

La nuova vita della miniera di Santa Barbara, a Carviglia in Toscana, la più grande area mineraria a cielo aperto d’Italia, è fatta di turismo e ambiente. L’area è entrata ufficialmente nella nuova era. E dove c’era l’estrazione di lignite a cielo aperto per mezzo secolo, dal secondo dopoguerra sino alla fine degli anni 90, oggi ci sono percorsi ambienti e impianti forestali .

 

50 manifestazioni per Brindisi

 

E’ un futuro ricco di proposte quello che interesserà l’ex centrale a carbone del porto di Brindisi. Al Mimit sono arrivate 50 manifestazioni di interesse. I progetti riguardano settori chiave come energia da fonti rinnovabili, logistica, trasporti, ICT-datacenter, aeronautica, agroalimentare, turismo, economia circolare, navale e cantieristica.

 

«L’iniziativa, promossa dal Comitato per il coordinamento del phase-out della centrale Enel a carbone di Cerano, presieduto dal Mimit, introduce un nuovo modello di attuazione basato su una strategia condivisa tra istituzioni e attori locali - è il commento del Mimit -. L’obiettivo è definire un piano di sviluppo per l’area di Brindisi, con investimenti strategici per la riconversione e la crescita economica e sociale, da formalizzare in un accordo di programma».

 

Giù le ciminiere della centrale di Piombino

 

Ci sarà un nuovo corso all’insegna del turismo sostenibile nell’ex centrale Enel di Tor di Sale a Piombino, entrata in servizio nel 1977 e chiamata per l’ultima volta in produzione nel 2012 per poi ottenere nel 2015 il nulla osta alla dismissione da parte del Ministero dello Sviluppo economico. A partire dal novembre 2021 sono iniziate le attività di demolizione nel perimetro di centrale, secondo un cronoprogramma che vede Tor del Sale Spa eseguire gli smantellamenti delle strutture preesistenti entro il 2025, in parallelo alle bonifiche dell’area curate da Enel. A ottobre 2024 la demolizione delle due grandi ciminiere alte quasi 200 metri (195 metri ciascuna), svettanti sul golfo della città toscana. La demolizione apre la strada a un progetto di riqualificazione che punta a trasformare un sito industriale dismesso in «un innovativo polo vocato al turismo sostenibile, con numerose opportunità e strutture dedicate all’attività fisica, allo svago e alla nautica».

 

Da Civitavecchia a La Spezia, sino al Sulcis

 

All’orizzonte anche un nuovo corso anche per la centrale di La Spezia, mentre per la centrale di Civitavecchia per cui è stata avviata la procedura per le manifestazioni di interesse finalizzate alla definizione di un piano complessivo per l’intera area, «con investimenti strategici capaci di assicurare la riconversione e lo sviluppo economico e sociale a lungo termine, da formalizzare poi attraverso un accordo di programma». Il modello da seguire è quello già praticato a Brindisi.

 

C’è poi la centrale di Sulcis (0,5 GW) il phase-out previsto entro il 2027 è subordinato alla realizzazione delle condizioni per garantire la sicurezza energetica dell’isola (realizzazione del Thyrrenian Link).

 

Dal nucleare mai partito alla transizione

 

C’è poi la storia che riguarda la centrale “Alessandro Volta” di Montalto di Castro, simbolo della storia energetica italiana. Originariamente avrebbe dovuto ospitare un impianto nucleare mai ultimato, poi ha visto lo sviluppo di centrali a olio e a gas, mentre oggi è al centro di un progetti di sviluppo a partire dalle necessità del sistema elettrico e dalle opportunità create dalla transizione energetica.

 

Nel sito sono in corso le demolizioni dei gruppi a olio già dismessi ed è in fase di sviluppo un impianto fotovoltaico, mentre altre aree ospiteranno sistemi di accumulo di energia, fornendo così un contributo all’utilizzo delle energie rinnovabili e alla stabilità del sistema elettrico. All’interno della “Alessandro Volta” resteranno attivi impianti turbogas, rinnovati e resi più efficienti.

 

Davide Madeddu

 
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