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ISSUE 424

Contro la povertà educativa, vince l’alleanza non profit, aziende e comunità

Con Sport Never Stop, la Fondazione Albero della Vita ha raggiunto 1.500 minori lavorando su assistenza e prevenzione

ilsole24ore.it

Contro la povertà educativa, vince l’alleanza non profit, aziende e comunità

Emanuela non aveva mai fatto nuoto. Oggi ha una medaglia al collo e un’idea chiarissima: ha solo 12 anni, ma ha già imparato a vincere. Ha affrontato la sua prima gara con determinazione, sfidando ragazze più grandi e arrivando prima al traguardo. «Il mister pensava non ce l’avrei fatta. Invece ho vinto». Per lei, il nuoto è stato scoperta, libertà e fiducia: «La timidezza si vince quando trovi qualcosa che ti fa sentire sicura. L’ansia c’è sempre, ma poi scompare». Il suo sogno è continuare a nuotare, magari a livello agonistico.

 

Emanuela è una delle oltre 1.500 bambine e bambini coinvolti in Sport Never Stop, progetto promosso da Fondazione L’Albero della Vita Ets in collaborazione con Fondazione Conad Ets per portare lo sport nei quartieri disagiati delle grandi città italiane. «Una madre era commossa. Era la prima volta che il figlio trovava un luogo dove stare davvero a suo agio», racconta una delle educatrici che ha collaborato al progetto. Grazie a Sport Never Stop, infatti, questa mamma ha potuto iscrivere entrambi i suoi figli a un corso di nuoto, un’opportunità che non avrebbe potuto permettersi altrimenti. Uno dei due bambini, con una diagnosi di Asperger, ha trovato in piscina un ambiente sereno e inclusivo, capace di farlo sentire finalmente a casa.

 

Povertà educativa e nuove fragilità

 

In Italia la povertà educativa resta un fenomeno pervasivo ma troppo spesso sottovalutato, intrecciato alla povertà materiale e capace di compromettere in modo profondo il futuro delle nuove generazioni. Secondo i dati Istat più recenti, nel 2023 oltre il 70% dei bambini e ragazzi tra i 3 e i 19 anni non ha mai visitato una biblioteca, e quasi il 40% non ha svolto attività sportiva durante l’anno.

 

Numeri che raccontano la mancanza di stimoli culturali, relazionali ed educativi, fondamentali per costruire competenze trasversali e una visione positiva di sé stessi. Una povertà che non si limita a togliere libri e attività, ma priva i più giovani della possibilità di sperimentarsi, sbagliare, riprovare. «In un mondo in cui la povertà educativa rappresenta ancora una sfida significativa, è fondamentale adottare approcci innovativi e inclusivi per supportare i bambini e i giovani che vivono nei quartieri più svantaggiati delle nostre città. Questo progetto risponde a questa esigenza, fornendo un’alternativa positiva e costruttiva per coloro che potrebbero altrimenti essere esposti ai rischi legati alla criminalità e alla delinquenza», dichiara Ivano Ferrarini, amministratore delegato di Conad Centro Nord.

 

Progetti come Sport Never Stop rappresentano per questi ragazzi molto più che un semplice corso sportivo: offrono un’alternativa concreta, la possibilità di sentirsi parte di un gruppo, di scoprire passioni nuove e sviluppare valori come rispetto, disciplina, lavoro di squadra. Il movimento, lo sport, la relazione con adulti significativi diventano così un vero antidoto al rischio di esclusione e marginalità, restituendo ai bambini uno spazio di libertà e di sogno dove poter crescere.

 

Uno strumento educativo e di inclusione

 

Nato dall’alleanza tra Fondazione L’Albero della Vita Ets e Fondazione Conad Ets, Sport Never Stop utilizza lo sport come leva educativa e strumento di inclusione per i bambini che vivono nei contesti urbani più fragili. Attivo in otto città — Milano, Bergamo, Genova, Venezia, Perugia, Napoli, Catanzaro e Brindisi — il progetto ha già raggiunto oltre 1.500 minori, di cui più di 200 hanno ricevuto una dote sportiva che copre iscrizione, kit, visita medico-sportiva e trasporti, abbattendo così le barriere economiche che spesso impediscono l’accesso allo sport.

 

Il vero valore di Sport Never Stop va oltre la semplice pratica sportiva: costruisce un ambiente educativo che aiuta a sviluppare rispetto delle regole, autostima, capacità di cooperare. Grazie al coinvolgimento attivo di scuole, famiglie e associazioni sportive, lo sport diventa un motore di cambiamento, riconosciuto come spazio di inclusione e crescita personale e sociale. Come ricorda Chiara Paratico, responsabile Corporate Partnership di Fondazione L’Albero della Vita Es «lo sport è e deve essere per tutti, perché è una metafora della vita e una palestra per la vita. Sviluppa competenze relazionali, insegna a mettersi in gioco insieme agli altri, accomunati dagli stessi obiettivi». Dietro ogni corso di basket, ogni vasca in piscina o ogni lezione di danza, resta un messaggio chiaro: lo sport non può essere un privilegio per pochi, ma un diritto di tutti, soprattutto in quei contesti dove i ragazzi rischiano di crescere senza punti di riferimento.

 

Come funziona nelle scuole?

 

Accanto all’attività sportiva, Sport Never Stop propone un approccio educativo più ampio, che si concretizza in veri e propri percorsi laboratoriali dentro le scuole.

 

Nell’ultimo anno, più di 1.300 bambini in 14 istituti hanno partecipato a laboratori su sana alimentazione, benessere psicofisico, gestione delle emozioni e valori dello sport. Il metodo punta su attività pratiche, giochi, momenti di discussione e strumenti digitali, con l’obiettivo di stimolare nei bambini la consapevolezza delle proprie scelte di vita.

 

L’obiettivo non è soltanto far muovere i bambini, ma renderli più consapevoli delle proprie scelte di vita. Un investimento educativo che supera i confini della palestra e costruisce relazioni più sane e solide, dentro e fuori la scuola.

 

Alleanza tra terzo settore, imprese e comunità

 

Sport Never Stop è un esempio di come la sinergia tra Terzo Settore, mondo corporate, istituzioni scolastiche e comunità locali possa generare percorsi educativi strutturati e sostenibili.

 

Il progetto è promosso da Fondazione L’Albero della Vita ETS, attiva da anni nel contrasto alla povertà educativa e nel sostegno alle famiglie vulnerabili. Accanto a essa, Fondazione Conad ETS ha scelto di sostenere l’iniziativa con risorse, competenze e un supporto organizzativo garantito anche dalla rete delle cooperative locali. La collaborazione con le scuole resta fondamentale per intercettare i bisogni reali dei territori e coinvolgere bambini, famiglie e insegnanti in un percorso condiviso.

 

«Siamo orgogliosi di sostenere un progetto sociale che nasce facendo rete con altri attori, quindi collaborando con scuole, istituzioni, enti del Terzo Settore e famiglie, con l’obiettivo di unire le forze per migliorare il benessere di un’intera comunità», ha affermato Maria Cristina Alfieri, segretaria generale e direttrice di Fondazione Conad Ets.

 

Un ruolo strategico, dunque, che lega pubblico e privato in un’alleanza di valore, capace di dare risposte a una fragilità sociale sempre più diffusa.

 

Gratteri: «Un impegno nella prevenzione»

 

A sottolineare la portata sociale ed educativa di Sport Never Stop sono arrivate anche voci autorevoli. Il procuratore Nicola Gratteri, intervenuto all’evento di presentazione a Milano, ha evidenziato come iniziative di questo tipo possano contribuire concretamente alla prevenzione della criminalità minorile: «Ci sono quartieri che vivono situazioni estremamente disagiate, e progetti come questo rappresentano un impegno concreto per dare un’alternativa ai ragazzi. Aiuta anche noi magistrati, perché riduce la criminalità giovanile e contribuisce a costruire un futuro migliore».

 

Sulla stessa linea anche lo chef stellato Davide Oldani, che ha richiamato il valore educativo dell’alimentazione sana, e il campione di ciclismo Ivan Basso, che ha definito lo sport “una palestra di vita”, capace di rafforzare l’autostima e di promuovere relazioni solide.

 

Il messaggio che emerge è chiaro: quando scuole, Terzo Settore, imprese e comunità lavorano insieme, è possibile offrire ai bambini opportunità concrete di crescita e inclusione. Sport Never Stop mostra che lo sport, se reso accessibile a tutti, può diventare uno strumento efficace per rafforzare competenze, creare relazioni positive e aprire nuove prospettive, anche nei contesti più fragili.

 

Alessia Mazza

 

 

Photo: ilsole24ore.com

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